Название: Quasi morta
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
Серия: La ragazza alla pari
isbn: 9781094306070
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Poi si fermò, fissando incredula il negozio.
La Cartoleria era chiusa.
Non per quel giorno, ma per sempre.
La vetrina era serrata con assi di legno, ma da uno strappo nella copertura che si stava spelando, Cassie riuscì a vedere l’oscurità all’interno. Il cartello sopra la porta, ammaccato e sbiadito, era l’unico segno che il negozio fosse aperto.
Fissando il desolante spazio vuoto, Cassie si rese conto di aver mal interpretato l’impaziente commessa, quando aveva telefonato la settimana prima. La donna stava cercando di dirle che il negozio stava chiudendo per sempre. Se l’avesse capito subito, Cassie avrebbe potuto richiamarla immediatamente, chiedere più informazioni, ed essere più persuasiva.
Invece aveva guidato per centinaia di chilometri, solo per trovarsi davanti al capolinea più definitivo.
La sua traccia era scomparsa, insieme ai suoi sogni e alle sue speranze. Aveva perso l’unica possibilità di ritrovare sua sorella.
CAPITOLO DUE
Fissando il negozio vuoto, Cassie si sentì distruggere dalla delusione. Sapeva di doversene andare, allontanarsi nella sera oscura e umida e cominciare il lungo viaggio verso la sua automobile, ma non riusciva a costringersi a farlo.
Era come se andarsene ora volesse dire arrendersi per sempre, e quando la pensava in quel modo, i suoi piedi sembravano come radicati nel terreno. Non riusciva a scuotere quella sensazione di certezza che ci fosse ancora qualcosa che, in qualche modo, potesse portarla a Jacqui.
Guardandosi intorno, vide che uno dei negozi lì vicino era ancora aperto. Sembrava essere un bar e ristorante. Forse qualcuno lì dentro sapeva chi fosse il proprietario della Cartoleria, e dove fosse andato.
Cassie entrò nel ristorante, sollevata per il fatto di poter godere del riparo dalla pioggia torrenziale. All’interno vi era un delizioso odore di pane e caffè, e lei si ricordò che quel giorno non aveva mangiato niente. Una gigantesca macchina del caffè cromata si ergeva al posto d’onore sul bancone di legno.
Vi era spazio solo per quattro tavoli all’interno, ed erano tutti occupati. C’era un posto vuoto al bancone però, perciò Cassie si sedette lì.
Il cameriere dall’aspetto tormentato le corse incontro.
“Cosa prendi?” le chiese.
Cassie intuì che volesse prendere un’ordinazione.
“Mi spiace, non parlo italiano”, si scusò, sperando che la capisse. “Sa chi era il proprietario del negozio qui accanto?”
Il giovane alzò le spalle, apparendo confuso.
“Posso portare cibo?” chiese, in un inglese stentato.
Capendo che la barriera linguistica aveva messo fine alle sue domande, Cassie diede una veloce occhiata al menù scritto sulla lavagnetta appesa al muro dietro al bancone.
“Del caffè, per piacere. E un panino”.
Sfilò alcune banconote dal mazzo che teneva nel portafogli, e notò che i suoi soldi si stavano esaurendo velocemente. I prezzi a Milano erano anche più alti di quanto si fosse aspettata, ma si stava facendo tardi, e stava morendo di fame.
“Sei americana?” le chiese l’uomo seduto accanto a lei.
Impressionata, Cassie annuì.
“Sì, esatto”.
“Mi chiamo Vadim”, si presentò lui.
Non sembrava italiano, ma l’orecchio di Cassie per gli accenti non era neanche lontanamente paragonabile a quello del ragazzo. Ritenne che potesse venire da qualche parte dell’Europa dell’est, o forse persino dalla Russia.
“Sono Cassie Vale”, rispose.
Il ragazzo sembrava avere qualche anno più di lei, quindi doveva avere quasi trent’anni, indossava una giacca di pelle e un paio di jeans. Aveva di fronte un bicchiere di vino rosso bevuto a metà.
“Sei qui in vacanza? O per lavoro, studio?” le chiese.
“A dire il vero, sono venuta qui per cercare una persona”.
La confessione fu dolorosa, ora che Cassie temeva che non l’avrebbe mai trovata.
Le spesse sopracciglia di lui si unirono in una smorfia.
“Cosa intendi con cercare? Devi trovare qualcuno in particolare?”
“Sì, mia sorella”.
“Lo fai sembrare come se l’avessi perduta”, le disse.
“Lo è. Ho seguito un indizio che speravo mi avrebbe aiutato a trovarla. Un po’ di tempo fa, ha chiamato una mia amica negli USA, e abbiamo rintracciato il numero”.
“Perciò hai identificato il numero e sei venuta qui? Questo è proprio un lavoro da detective”, disse Vadim con ammirazione, mentre il cameriere le posava il caffè davanti, sul bancone.
“No, sono stata troppo lenta. Sai, ha chiamato due volte, cercandomi. Il primo numero non ha funzionato per niente. Mi sono resa conto solo la settimana scorsa che la seconda telefonata poteva essere stata fatta da un altro numero”.
Vadim annuì comprensivamente.
“E ora è troppo tardi, Cartoleria è chiuso”, gli disse Cassie.
“Il negozio qui accanto?”
“Sì, mi aveva chiamato da lì. Sto cercando di scoprire chi fosse il proprietario”.
Lui aggrottò la fronte.
“So che Cartoleria fa parte di una catena di negozi. Ce ne sono altri in giro per Milano. Si tratta di un internet café e vende anche – penne, matite, quelle cose lì”.
“Cancelleria”, suggerì Cassie.
“Sì, esatto. Forse se riesci a trovare un altro negozio, potrebbero aiutarti a trovare il responsabile di questo”.
Il cameriere tornò indietro e le posò di fronte un piatto. Cassie iniziò a mangiare affamata.
“Hai viaggiato fin qui tutta sola?” chiese Vadim.
“Sì, sono venuta qui da sola, sperando di trovare Jacqui”.
“Perché sei tu a cercarla e non è anche lei a cercare te?”
“Abbiamo avuto un’infanzia difficile”, rispose lei. “Mia madre è morta quando eravamo piccole e mio padre non ha sopportato la sua mancanza. Da quel momento è sempre stato molto arrabbiato ed era intenzionato a distruggere la vita di chiunque gli stava intorno”.
Vadim annuì con comprensione.
“Jacqui era più grande di me, e un giorno se ne è semplicemente andata. Credo che non riuscisse più a sopportarlo. La sua rabbia, le urla, i bicchieri infranti sul pavimento quasi tutte le mattine. Aveva numerose fidanzate, e la casa era sempre piena di estranei”.
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