La caccia di Zero. Джек Марс
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Название: La caccia di Zero

Автор: Джек Марс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Шпионские детективы

Серия:

isbn: 9781094312750

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СКАЧАТЬ la cornice e aprì il retro. Nel frattempo si fece una promessa. Quando le avesse trovate—e sarebbe successo presto—avrebbe chiuso. Basta missioni per la CIA. Basta operazioni segrete. Basta salvare il mondo.

      Al diavolo il mondo, voglio solo che la mia famiglia stia bene.

      Se ne sarebbero andati, si sarebbero trasferiti lontano, se necessario avrebbero cambiato i loro nomi. Per il resto della sua vita si sarebbe occupato solamente della loro sicurezza e della loro felicità. Della loro sopravvivenza.

      Prese la foto dalla cornice, la piegò a metà e se l’infilò in una tasca interna della giacca.

      Gli sarebbe servita una pistola. Era certo che ne avrebbe trovata una a casa di Thompson, proprio lì accanto, se fosse riuscito a entrare senza che la polizia e i paramedici lo vedessero…

      Qualcuno si schiarì rumorosamente la gola nel corridoio, segnalando la propria presenza nel caso a lui fosse servito un momento per ricomporsi.

      “Signor Lawson.” L’uomo avanzò verso la soglia della camera. Era basso e con la pancetta, ma il suo volto era segnato da linee dure. A Reid faceva venire in mente Thompson, anche se poteva essere solo il senso di colpa. “Sono il detective Noles, del Dipartimento di Polizia di Alexandria. Capisco che per lei questo è un momento molto difficile. So che ha già rilasciato una dichiarazione ai primi agenti accorsi sulla scena, ma ho qualche altra domanda che vorrei mettere a verbale, se vuole seguirmi fino in centrale.”

      “No.” Reid prese la borsa. “Vado a cercare le mie figlie.” Uscì a grandi passi dalla stanza e superò il detective.

      Noles lo seguì in fretta. “Signor Lawson, scoraggiamo fortemente i privati cittadini a intervenire in casi come questo. Ci lasci fare il nostro lavoro. La cosa migliore che può fare è rimanere al sicuro, insieme ad amici e famiglia, ma comunque senza allontanarsi dalla zona…”

      L’agente si fermò in fondo alle scale. “Sono sospettato del rapimento delle mie stesse figlie, detective?” chiese, con voce bassa e ostile.

      Noles lo fissò. Dilatò leggermente le narici. Lui sapeva che l’addestramento del detective prevedeva che affrontasse con delicatezza quella situazione, per non traumatizzare ulteriormente le famiglie delle vittime.

      Ma Reid non era traumatizzato. Era furioso.

      “Come ho detto, ho qualche altra domanda,” ripeté con gentilezza Noles. “Vorrei che venisse con me alla centrale.”

      “Mi rifiuto di rispondere alle sue domande.” Reid lo fissò. “Ora vado alla mia auto. Se vuole portarmi con lei dovrà mettermi in manette.” Voleva che quel robusto poliziotto si levasse di torno. Per un breve momento considerò persino di menzionare le sue credenziali della CIA, ma non aveva niente che le confermasse.

      Noles non disse nulla e lui si girò sui tacchi per uscire di casa, diretto verso il vialetto d’ingresso.

      Il detective continuò a seguirlo, fuori dalla porta e nel cortile. “Signor Lawson, glielo chiederò solo un’altra volta. Pensi per un istante che impressione sta dando, preparando una borsa e scappando via mentre noi indaghiamo a casa sua.”

      Reid fu attraversato da un lampo di furia feroce, che lo accese dalla base della spina dorsale fino alla testa. Fu sul punto di mollare la borsa per il desiderio di sferrare un colpo alla mascella di Noles, per aver insinuato che potesse essere coinvolto in quella storia.

      Il detective era un veterano; doveva aver letto il suo linguaggio del corpo ma comunque non demorse. “Le sue figlie sono sparite e il suo vicino è morto. È successo tutto mentre non era a casa, e tuttavia lei non ha un alibi solido. Non può dirci con chi né dove era. E adesso sta scappando come se sapesse qualcosa che noi non abbiamo ancora capito. Ho delle domande, signor Lawson. E otterrò delle risposte.”

      Il mio alibi. Il vero alibi di Reid, la verità, era che aveva passato le ultime quarantotto ore all’inseguimento di un folle leader religioso in possesso di un campione di vaiolo abbastanza grande da provocare un’apocalisse. Il suo alibi era che era appena tornato a casa dopo aver salvato milioni di vite, forse anche miliardi, solo per scoprire che le due persone a cui teneva di più in tutto il mondo erano svanite nel nulla.

      Ma non poteva dirlo, per quanto volesse farlo. Invece soffocò la rabbia e trattenne la lingua e i pugni. Si fermò accanto all’auto e si girò verso l’altro uomo. Allo stesso tempo, il basso poliziotto abbassò una mano alla cintura, vicino alle manette.

      Due agenti in uniforme che facevano la guardia davanti alla porta notarono il potenziale alterco e si avvicinarono con cautela, portando anche loro le mani alla cintura.

      Da quando il soppressore della memoria gli era stato tolto dal cranio, Reid si sentiva come se avesse due menti. Una era il lato logico del professor Lawson, che gli stava dicendo: Arrenditi. Fai come chiede. O altrimenti ti ritroverai in galera e non raggiungerai mai le ragazze.

      Ma l’altra parte, quella che era Kent Steele, l’agente segreto, il ribelle, l’uomo alla costante ricerca del brivido, era molto più rumorosa e gridava, sapendo quanto fosse importante ogni secondo.

      La seconda parte vinse. Reid si tese, preparandosi alla lotta.

      CAPITOLO QUATTRO

      Per quello che sembrò un momento lunghissimo nessuno si mosse, né Reid né Noles, e nemmeno i due agenti dietro il detective. Reid stringeva forte la borsa. Se avesse cercato di salire in auto e scappare, era certo che i poliziotti lo avrebbero aggredito. E sapeva che lui avrebbe reagito di conseguenza.

      All’improvviso risuonò lo stridio di freni e tutti gli occhi si rivolsero verso un SUV nero che si fermò bruscamente alla fine del vialetto, in perpendicolare rispetto al suo veicolo, bloccandolo. Emerse una figura che si avvicinò in fretta per calmare la situazione.

      Watson? quasi sbottò Reid.

      John Watson era un agente operativo come lui, un uomo afro-americano alto e dall’espressione sempre impassibile. Aveva il braccio destro sospeso da una fasciatura blu; solo il giorno prima era stato colpito da un proiettile durante l’operazione per impedire ai radicali islamici di rilasciare il virus.

      “Detective.” Watson salutò Noles con cenno del capo. “Sono l’agente Hopkins, del dipartimento dell’Homeland Security.” Con la mano sana gli mostrò un distintivo convincente. “Quest’uomo deve venire con me.”

      Il detective si accigliò. La tensione del momento era evaporata, ed era stata sostituita dalla confusione. “Come dice? Homeland Security?”

      L’agente afro-americano annuì severamente. “Crediamo che il rapimento abbia a che fare con un’indagine in corso. Ho bisogno che il signor Lawson venga con me, subito.”

      “Ora aspetti un momento.” Noles scosse la testa, ancora perplesso dall’improvvisa intrusione e dalla rapida spiegazione. “Non può intromettersi così e prendere…”

      “Quest’uomo è una risorsa del dipartimento,” lo interruppe Watson. Tenne la voce bassa, come se stesse svelando un segreto, ma Reid sapeva che era una tattica della CIA. “È con il WITSEC.”

      Il detective sgranò gli occhi tanto che sembrarono sul punto di cadergli fuori dalla testa. Il WITSEC era l’acronimo del programma di protezione testimoni del Dipartimento della Giustizia americano. Ma Reid non disse СКАЧАТЬ