Название: Se fosse fuggita
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781640297784
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«Dove sta?» chiese Kate.
«A casa della sorella, a circa tre miglia da qui.»
«Sceriffo, ha un fascicolo sulla prima vittima?»
«Sì. Posso farvene inviare per email una copia, se volete.»
«Sarebbe ottimo.»
Bannerman aveva l’esperienza dell’età. Sapeva che le agenti avevano finito con la casa della Hopkins. Senza che gli venisse detto, si voltò e andò alla porta principale con Kate e DeMarco dietro di sé.
Mentre tornavano alle auto, ringraziando Bannerman per averle incontrate, il sole finalmente aveva raggiunto il suo posto fisso nel cielo. Erano appena passate le otto, e a Kate pareva che il caso fosse già in moto.
Sperava che si trattasse di un buon presagio.
Certo, quando montarono in macchina e notò vagare delle nuvole grigie da tempesta, cercò di ignorarle.
CAPITOLO TRE
Bannerman aveva già chiamato per informare il marito che stava venendo a parlare con lui l’FBI. Quando dieci minuti dopo Kate e DeMarco arrivarono alla casa della sorella, Gerald Hopkins sedeva sul portico con una tazza di caffè. Salendo le scale per andargli incontro, Kate vide che l’uomo era esausto. Sapeva com’era uno sguardo di dolore, e non donava a nessuno. Ma quando la spossatezza era parte dell’equazione, peggiorava di molto le cose.
«Grazie di aver accettato di parlare con noi, signor Hopkins» disse Kate.
«Si figuri. Qualsiasi cosa possa fare per trovare il colpevole.»
Aveva la voce tirata e sottile. Kate immaginava che avesse trascorso molti degli ultimi due giorni a piangere, singhiozzare, e forse persino urlare. E dormendo pochissimo. Guardò la sua tazza di caffè, gli occhi nocciola che parevano potersi chiudere in qualsiasi momento. Kate pensò che se non fosse stato sopraffatto da un dolore così orrendo, Gerald Hopkins probabilmente sarebbe stato un uomo piuttosto bello.
«Sua sorella c’è?» chiese DeMarco.
«Sì. È dentro, si occupa delle… disposizioni.» Lì si fermò, fece un respiro profondo per combattere quello che Kate pensava essere un attacco di pianto, e poi fremette un po’. Sorseggiò il caffè e proseguì. «È stata fantastica. A occuparsi di tutto, a combattere per me. A tenere lontani i fastidiosi stronzi della città.»
«Sappiamo che la polizia l’ha già interrogata, quindi saremo brevi» disse Kate. «Se può, vorrei che descrivesse l’ultima settimana che ha trascorso con Karen. Può farlo?»
Lui scrollò le spalle. «Immagino che sia stata come qualsiasi altra settimana. Io sono andato al lavoro, lei è rimasta a casa. Io tornavo a casa, facevamo le basilari cose di una coppia sposata. Eravamo entrati in una routine… un po’ noiosa. Alcune coppie potrebbero chiamarla monotonia.»
«Qualcosa di brutto?» chiese Kate.
«No. Noi… non so. Negli ultimi anni, da quando tutti i ragazzi si sono trasferiti, be’, abbiamo smesso di provarci. Ci amavamo ancora, ma era tutto molto banale. Noioso, sa?» Lì sospirò, e poi fremette un’altra volta. «Ah, merda. I ragazzi. Stanno arrivando. Henry, il più grande, dovrebbe arrivare tra un’ora. E poi devo… devo affrontare tutto…»
Abbassò la testa e lasciò uscire un piagnucolio disperato che si chiuse in un lamento simile a un singhiozzo. Kate e DeMarco si allontanarono, per dargli spazio. Gli ci vollero circa due minuti per riprendersi. Allora si asciugò gli occhi e alzò lo sguardo come per chiedere scusa.
«Si prenda il tempo che le ci vuole» disse Kate.
«No, va tutto bene. Vorrei solo essere stato un marito migliore alla fine, sapete. C’ero sempre, ma non davvero. Penso che si sentisse sola. A dire il vero, lo so che si sentiva sola. È che non volevo sforzarmi di più. Non è miserabile da parte mia?»
«Sa se qualcuno può essersi visto con lei negli ultimi giorni?» chiese Kate. «Incontri o appuntamenti, qualcosa del genere.»
«Non ne ho idea. La casa la gestiva Karen, praticamente. La metà del tempo non sapevo neanche che cosa succedesse in casa mia… nella mia cazzo di vita. Faceva tutto lei. Faceva quadrare i conti, prendeva appuntamenti, organizzava l’agenda, pianificava le cene, badava a quel maledetto orto circolare che aveva, stava dietro ai compleanni e alle riunioni di famiglia. Io praticamente ero inutile.»
«Ci permetterebbe di aver accesso alle sue agende?» chiese DeMarco.
«Tutto quello che vi serve. Tutto. Bannerman e i suoi uomini hanno già avuto accesso alla nostra agenda sincronizzata. Facevamo tutto sui telefoni. Può farvi entrare.»
«Grazie, signor Hopkins, per adesso la lasciamo, però la prego… se ricorda qualcosa di utile, potrebbe contattare noi o lo sceriffo Bannerman?»
Lui annuì, ma era chiaro che mancava pochissimo perché si rimettesse a piangere.
Kate e DeMarco se ne andarono, e tornarono all’auto. Non era stato un incontro molto produttivo, però aveva aiutato Kate a convincersi che era impossibile che Gerald DeMarco avesse ucciso la moglie. Non si può fingere tanta sofferenza. Aveva visto moltissimi uomini provarci nel corso della sua carriera, e non erano mai parsi autentici. Gerald Hopkins era fuori di sé dal dolore, e a lei dispiaceva moltissimo per lui.
«Prossima fermata?» chiese DeMarco mettendosi al volante.
«Vorrei tornare alla casa degli Hopkins… magari parlare con i vicini. Ha menzionato l’orto circolare, appena fuori dalla finestra dell’ufficio. Si vedeva una casa da quella finestra. È un salto nel buio, ma magari ne vale la pena.»
DeMarco annuì e uscì dal vialetto. Tornarono verso la residenza Hopkins mentre, tra le nuvole da tempesta, le prime cominciavano a prendere lentamente posto davanti al sole.
***
Cominciarono con il vicino alla destra della residenza Hopkins. Provarono con la porta principale ma non ebbero risposta. Dopo un’attesa di trenta secondi, Kate bussò di nuovo ma con lo stesso risultato.
«Sai» disse Kate «dopo aver lavorato abbastanza a lungo in quartieri del genere, ci si aspetta quasi che almeno uno della coppia sia a casa.»
Bussò un’altra volta, e quando alla porta non venne nessuno mollarono. Se ne andarono, attraversando il giardino degli Hopkins per avventurarsi dall’altro vicino. Nel mentre Kate scrutò la zona che stava tra le due case, oltre il prato. Vedeva a malapena i margini della casa visibile dalla finestra dell’ufficio di Karen Hopkins. Ne stava guardando il retro, dato che la parte anteriore era situata lungo una strada che apparentemente incrociava quella in cui vivevano gli Hopkins.
Mentre andavano alla casa sulla sinistra, Kate si accorse delle prime gocce di pioggia che scendevano dalle nuvole di tempesta sparpagliate sulla loro testa. Presero i gradini non appena sentì il telefono vibrare nella tasca. Lo estrasse e controllò il display. Era Melissa. Un piccolo nodo di senso di colpa le strinse il cuore. Era sicura che la figlia stesse chiamando per deplorare il fatto che ieri notte avesse lasciato Michelle con Allen. E adesso, un po’ più lontana dalla sua decisione, Kate sentiva che Melissa aveva СКАЧАТЬ