Obiettivo Primario. Джек Марс
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      Luke sentì l’elicottero alzarsi in volo. Sollevò lo sguardo. Erano in movimento. Alla loro sinistra, vide un secondo elicottero, anch’esso sollevato sulla pista.

      “Voi ragazzi siete gli uomini più fortunati del mondo, per quel che mi riguarda,” disse.

      “Ah, sì?” replicò Martinez. “Perché?”

      Like scrollò le spalle e sorrise. “Siete insieme a me.”

      ***

      L’elicottero volava basso e veloce.

      Le colline rocciose sfrecciavano sotto di loro, forse a sessanta metri di distanza, tanto vicine da poterle quasi toccare. Luke guardò l’oscurità color dell’inchiostro attraverso il finestrino. Immaginava che si stessero muovendo a più di cento miglia all’ora.

      La notte era buia, e loro volavano senza luci. Non riusciva a vedere nemmeno il secondo elicottero là fuori.

      Sbatté le palpebre e invece vide Rebecca. Era un’immagine meravigliosa. Non si trattava tanto dei dettagli fisici del suo volto e del suo corpo, che comunque erano attraenti. Era la sua essenza. Negli anni trascorsi insieme, lui aveva imparato a vedere al di là della fisicità. Ma il tempo passava così in fretta. L’ultima volta che l’aveva vista, che era stato quanto? Due mesi prima? Si iniziavano appena a vedere i segni della gravidanza.

      Devo tornare a casa.

      Abbassò lo sguardo, portandolo sul MP5 che aveva appoggiato in grembo. Per una frazione di secondo, gli sembrò quasi vivo, come se potesse decidere di sparare da solo. Che cosa stava facendo con quella cosa? Stava per avere un bambino.

      “Signori!” si alzò una voce. Luke sobbalzò. Alzò gli occhi, e Heath si parò davanti al gruppo. “Ci stiamo avvicinando all’obiettivo, tempo stimato d’arrivo: circa dieci minuti. Ho appena ricevuto un rapporto dalla base. Il vento ha alzato molta povere. Attraverseremo una certa turbolenza prima di arrivare all’obiettivo.”

      “Fantastico,” commentò Martinez. Guardò Luke, con sguardo saputo.

      “Che cosa vorresti dire, Martinez?” disse Heath.

      “Amo le turbolenze, signore!” replicò ad alta voce Martinez.

      “Ah, sì?” rispose Heath. “E perché?”

      “Alzano al massimo il livello di strizza. Rendono la vita più eccitante.”

      Heath annuì. “Brav’uomo. Vuoi eccitazione? A quanto pare atterreremo in condizioni ‘zero-zero’.”

      Luke non gradì quell’informazione. ‘Zero-zero’ significava nuvole bassissime e nessuna visibilità. I piloti sarebbero stati costretti a lasciarsi guidare totalmente dal sistema di navigazione degli elicotteri. Quello andava bene. Il vero problema era la sabbia. Lì in Afghanistan era così fine che scorreva come acqua. Poteva attraversare le crepe più strette. Si infilava tra gli ingranaggi e nelle armi. Nuvole di sabbia potevano causare sbalzi di corrente, oscurando completamente qualsiasi ostacolo ostile che potesse essere in attesa nella zona dell’atterraggio.

      Le tempeste di sabbia infestavano gli incubi di ogni soldato aviotrasportato in Afghanistan.

      Come a comando, l’elicottero sobbalzò e fu colpito lateralmente da una violenta folata di vento. E così si trovarono dentro una tempesta di sabbia. Il suono fuori dal velivolo cambiò. Il momento prima il ronzio dei rotori e il ruggito del vento era tutto ciò che si riusciva a sentire. Quello dopo il suono della polvere sulla superficie dell’elicottero faceva concorrenza agli altri due. Sembrava quasi pioggia.

      “Punto della situazione della sabbia!” gridò Heath.

      Gli uomini si avvicinarono ai finestrini, scrutando le nuvole in subbuglio.

      “Sabbia nella coda!” gridò qualcuno.

      “Sabbia sul portellone di carico!” disse Martinez.

      “Sabbia sul carrello dell’atterraggio!”

      “Sabbia sulla porta della carlinga!”

      Entro pochi secondi, l’elicottero ne fu avvolto. Heath ripeté ogni avvertimento nelle cuffie. Ormai volavano alla cieca, il velivolo avanzavano nel cielo denso e buio.

      Luke fissò la sabbia che colpiva i finestrini. Era difficile credere che fossero ancora per aria.

      Heath portò una mano all’elmetto.

      “Pirata 2, Pirata 2… sì, ricevuto. Parla pure, Pirata 2.”

      Heath manteneva il contatto radio con tutti gli aspetti della missione all’interno dell’elmetto. A quanto pareva, il secondo elicottero li stava contattando per via della tempesta.

      Rimase in ascolto.

      “Negativo per il ritorno alla base, Pirata 2. Continuate come programmato.”

      Lo sguardo di Martinez incontrò di nuovo quello di Luke. Scosse la testa. L’elicottero sobbalzò e ondeggiò. Luke guardò la fila di uomini. Erano combattenti temprati, ma nessuno di loro sembrava ansioso di continuare la missione.

      “Negativo per l’atterraggio, Pirata 2. Abbiamo bisogno di te…”

      Heath si interruppe e ascoltò di nuovo.

      “Mayday? Di già?”

      Aspettò. Poi guardò Luke. I suoi occhi erano stretti e duri. Non sembrava spaventato, ma piuttosto frustrato.

      “Li ho persi. Erano il nostro supporto. Li riuscite a vedere là fuori?”

      Martinez guardò fuori dal finestrino. Grugnì. Non era nemmeno più notte. Fuori non c’era nulla da vedere a parte la sabbia marrone.

      “Pirata 2, Pirata 2, mi ricevi?” disse Heath.

      Aspettò un istante.

      “Parlami, Pirata 2, Pirata 2, Pirata 2.”

      Heath si fermò. Poi rimase in ascolto.

      “Pirata 2, rapporto sulla situazione. Rapporto…”

      Scosse la testa e guardò di nuovo Luke.

      “Sono precipitati.”

      Continuò ad ascoltare. “Solo ferite lievi. L’elicottero è in panne. I motori sono andati.”

      All’improvviso sferrò un pugno alla parete vicino alla sua testa.

      “Maledizione!”

      Lanciò un’occhiataccia a Luke. “Porca puttana. Che codardi. Ci hanno mollati. Lo so che è così. È un puro caso se i loro strumenti hanno smesso di funzionare, si sono persi nella tempesta e si sono schiantati a undici chilometri da un bivacco della Decima Mountain Division. Non è comodo? Lo raggiungeranno a piedi.”

      Si interruppe e gli sfuggì un sospiro. “Non è il massimo? Non avrei mai pensato che avrei visto un’unità Delta СКАЧАТЬ