Название: Arena Uno: Mercanti Di Schiavi
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Trilogia Della Sopravvivenza
isbn: 9781632911025
isbn:
E poi la nostra prima mattina, mi sono svegliata, ho aperto la porta, e sono rimasta scioccata nel vederla, buttata lì: la carcassa di un cervo morto. All’inizio, ero atterrita. L’avevo presa per una minaccia, un avvertimento, presumendo che qualcuno ci stava dicendo di andarcene, che non eravamo graditi lì. Ma dopo aver superato lo shock iniziale, ho capito non era per niente quello il caso: si trattava di un vero e proprio regalo. Qualcuno, qualche altro superstite, doveva averci visto. Doveva avere visto quanto eravamo disperate, e in un atto di suprema generosità, aveva deciso di darci la sua preda, il nostro primo pasto, carne sufficiente per settimane. Non posso immaginare il valore che deve avere avuto per lui.
Ricordo che mi mise a camminare fuori, perlustrando tutto, su e giù per la montagna, osservando ogni albero, convinta che sarebbe saltato fuori qualcuno a fare ciao con la mano. Ma nessuno l’ha mai fatto. Tutto quello che vedevo erano alberi, e anche se aspettavo diversi minuti, tutto quello che sentivo era silenzio. Ma sapevo, ero sicura, che ero stata osservata. E così mi resi conto che c’erano altre persone quassù, che cercavano di sopravvivere proprio come noi.
Da allora, ho sempre provato un certo orgoglio, ho sentito che eravamo parte di una comunità silenziosa di superstiti isolati che vivono in queste montagne, che badano a sé stessi, senza mai comunicare tra loro per paura di essere visti, per paura di diventare visibili a un mercante di schiavi. Immagino che è così che gli altri sopravvivono fin tanto che ci riescono: senza lasciare niente al caso. All’inizio, non l’avevo capito. Ma ora, l’apprezzo. E da allora in poi, per quanto non veda mai nessuno, non mi sono mai sentita sola.
Ma allo stesso tempo sono anche più vigile; questi altri superstiti, se sono ancora vivi, a questo punto staranno sicuramente morendo di fame e saranno disperati quanto noi. Soprattutto nei mesi invernali. Chi può dire se l’inedia, se il bisogno di difendere le loro famiglie, non abbia spinto alcuni di loro oltre la linea della disperazione, se il loro atteggiamento caritatevole non sia stato sostituito dal puro istinto di sopravvivenza. So che il pensiero di Bree, Sasha e me in preda alla fame a volte mi ha portato a fare pensieri abbastanza disperati. Quindi non lascerò niente al caso. Partiremo di notte.
Che ci sta a pennello, comunque. Mi devo prendere la mattina per risalire lassù, da sola, per perlustrare come prima cosa, per assicurarmi un’ultima volta che nessuno è entrato o uscito. Devo anche andare in quel punto dove ho trovato il cervo e aspettarlo. So che non è facile, ma se riesco a ritrovarlo e ad ucciderlo, ci sfamerà per settimane. Ho sprecato il primo cervo che c’era stato dato, anni fa, perché non sapevo come scuoiarlo, né tagliarlo o conservarlo. L’ho ridotto un macello, e ho provato a farci uscire almeno un pasto prima che l’intera carcassa marcisse. È stato un terribile spreco di cibo, e sono determinata a non rifarlo. Stavolta, specialmente con la neve, troverò un modo per conservarlo.
Infilo la mano in tasca e tiro fuori il coltellino che mi ha dato papà prima di partire; strofino il manico consumato – con le sue iniziali scolpite e decorato con il logo del Corpo dei Marine – come faccio ogni notte da quando siamo arrivate qua. Mi ripeto che è ancora vivo. Perfino dopo tutti questi anni, anche se so che le possibilità di rivederlo sono vicinissime allo zero, non riesco ad abbandonare quest’idea.
Ogni notte desidero che papà non se ne sia mai andato, che non sia proprio mai partito volontario per la guerra. È stato stupido iniziare questa guerra. Non ho mai veramente capito fino in fondo come tutto abbia avuto inizio, e ancora adesso non lo so. Papà me l’ha spiegato, diverse volte, e non l’ho capito lo stesso. Forse era solo per via della mia età. Forse non ero abbastanza grande per capire quanto insensate fossero le cose che gli adulti possono farsi l’un l’altro.
Da come la spiegava mio papà, si trattava di una seconda guerra civile americana – questa volta non tra Nord e Sud, ma tra partiti politici. Tra Democratici e Repubblicani. Diceva che era una guerra che sarebbe durata a lungo. Negli ultimi cent’anni, diceva, la deriva ha portato l’America a diventare una terra divisa in due nazioni: quelli all’estrema destra, e quelli all’estrema sinistra. Col tempo, con le posizioni che si andavano profondamente irrigidendo, è diventata una nazione di opposte ideologie.
Papà diceva che la gente a sinistra, i Democratici, volevano una nazione guidata da un governo sempre più esteso, che alzasse le tasse al 70%, e che fosse coinvolto in ogni aspetto della vita delle persone. Diceva che quelli a destra, i Repubblicani, continuavano a volere un governo sempre più piccolo, che abolisse del tutto le tasse, non mettesse il naso negli affari delle persone, e le lasciasse difendersi per conto proprio. Diceva che col tempo, queste due diverse ideologie, anziché trovare dei compromessi, hanno continuato ad allontanarsi sempre più, estremizzandosi – fino a raggiungere un punto in cui non erano d’accordo su niente.
A peggiorare la situazione, diceva, c’era il fatto che l’America era ormai così affollata, che per qualsiasi politico era diventato più difficile catturare l’attenzione nazionale, e che i politici di entrambi i partiti avevano iniziato a rendersi conto che prendere posizioni estreme era l’unico modo per conquistare spazio mediatico nazionale – ciò che gli serviva per le loro ambizioni personali.
Come risultato, i personaggi di primo piano di entrambi i partiti erano quelli più estremisti, tutti impegnati a scavalcarsi l’un l’altro, a prendere posizioni alle quali in realtà non credevano neanche loro ma che erano costretti a prendere. Naturalmente, quando i due partiti discutevano, potevano soltanto scontrarsi tra loro – e così facevano, con parole sempre più pesanti. All’inizio, erano solo insulti e attacchi personali. Ma col tempo, la guerra verbale si è intensificata. E poi un giorno, ha attraversato il punto di non ritorno.
Un giorno, circa dieci anni fa, arrivò il momento critico fatale quando un leader politico minacciò l’altro usando una parola fatidica: “secessione”. Se i Democratici avessero provato ad alzare le tasse anche di un solo centesimo, il suo partito si sarebbe distaccato e ogni villaggio, ogni città, ogni stato sarebbe stato diviso in due. Non in base alla terra, ma all’ideologia.
Il tempismo non poteva essere peggiore: a quel punto, la nazione era in depressione economica, e c’erano in giro abbastanza persone scontente, stufe di perdere lavoro, per fargli guadagnare popolarità. Ai media erano piaciuti molto gli indici di ascolto che aveva ottenuto, e gli misero a disposizione sempre più spazio. Presto la sua popolarità crebbe. Alla fine, senza nessuno a fermarlo, con i Democratici contrari a compromessi, e con lo slancio del momento a favorirlo, la sua idea si era rafforzata. Il suo partito propose la propria bandiera nazionale e perfino la propria valuta.
Fu il primo punto di svolta. Se qualcuno avesse fatto la voce grossa e l’avesse bloccato allora, tutto quanto poteva essere fermato. Ma nessuno lo fece. E così andò ancora oltre.
Incoraggiato, questo politico propose che la nuova unione avesse anche la propria polizia, i propri tribunali, la propria cavalleria di stato—e le proprie forze armate. Era il secondo punto di svolta.
Se il Presidente Democratico di allora fosse stato un buon leader, avrebbe fermato le cose. Ma peggiorò la situazione facendo una scelta sbagliata dopo l’altra. Anziché provare a calmare la situazione, ad affrontare le ragioni profonde che avevano portato a tale malcontento, decise che l’unico modo per sopprimere quella che chiamava “la Rivolta” era tenere una linea dura: accusò l’intera direzione repubblicana di sedizione. Dichiarò la legge marziale, e nel mezzo della notte, li arrestò tutti.
Ciò fece precipitare la situazione, e rianimò tutto il loro partito. Rianimò anche metà delle forze armate. Le persone erano divise, dentro ogni casa, ogni città, ogni caserma; lentamente, la tensione montava nelle strade, e vicino odiava vicino. Anche le famiglie erano divise.
Una notte, i capi militari fedeli СКАЧАТЬ