L'Ombra Del Campanile. Stefano Vignaroli
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Название: L'Ombra Del Campanile

Автор: Stefano Vignaroli

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Историческая литература

Серия:

isbn: 9788873044765

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СКАЧАТЬ la mano destra e la fronte di Lucia.

      «Acqua, aria, terra, fuoco: tu sai come governare i quattro elementi. Essi possono essere invocati e usati da ognuno di noi, ma solo il tuo spirito è in grado di unirli e potenziare al massimo i loro poteri e le loro qualità. Ricorda, Lucia! Userai i tuoi poteri solo a fin di bene e combatterai, fino a sacrificare la tua stessa vita, contro chiunque voglia abusare di te e delle tue capacità per scopi malvagi.» Poi versò dell’acqua sulla mano sinistra della ragazza, ancora distesa, soffiò sul suo piede sinistro, gettò una manciata di terra sul suo piede destro e avvicinò leggermente un bastoncino infuocato alla mano destra. Infine baciò la sua fronte. «E ora alzati. Il tuo lungo cammino è iniziato.»

      La cerimonia di iniziazione era pertanto stata molto semplice, non era stata traumatizzante come la ragazza aveva temuto. Il rito si era svolto nella maniera tramandata da tempi remoti, senza costrizioni, senza violenza alcuna, senza interventi di strane figure assomiglianti a caproni o ad altre bestie. Il Demonio non era di certo nascosto tra i partecipanti al rito. Lucia era spiazzata, ma iniziava a capire molte cose, che la nonna l’avrebbe aiutata a definire nei mesi successivi. La magia, la stregoneria, così come l’aveva concepita fino a quel momento, non esisteva. La nonna le avrebbe spiegato quali fossero i limiti del pensiero umano, come ogni individuo fosse dotato di enormi potenzialità legate all’uso di esso, ma che solo qualcuno era in grado di esercitare certe funzioni, sia per capacità innata, sia grazie all’esercizio. Ma allora, si chiedeva Lucia, la sfera fluttuante che si materializzava tra le sue mani era puro frutto della sua fantasia, della sua suggestione? Eppure era in grado di visualizzarla distintamente. Già, ma solo lei, gli altri non la vedevano. Ma aveva provato i suoi effetti devastanti lanciando una palla di fuoco verso quella ragazzina, Elisabetta, che si era ritrovata davvero avvolta dalle fiamme. Ed era in grado di leggere i pensieri di chi le stava di fronte, ed era in grado di ascoltare le voci degli spiriti, e riusciva a prevedere il futuro in qualche maniera. Tutto questo come si spiegava?

      «Per tutto c’è una spiegazione razionale», le aveva detto la nonna una sera avanti al caminetto acceso. «Alcuni nostri adepti, alla luce di quanto già fatto in passato da antichi studiosi, di cui alcuni testi sono sfuggiti ai roghi delle autorità ecclesiastiche, hanno aperto il cranio di cadaveri di uomini e donne per studiarne il contenuto, il cervello. La superficie del nostro cervello non è liscia, ma presenta tante pieghe, che vengono dette dagli studiosi di anatomia “circonvoluzioni” e che sono in grado di aumentare di tantissime volte la superficie utile di questo nostro importante organo. Non è il cuore, come tutti dicono, la sede dei nostri sentimenti, è la nostra mente ad essere la loro depositaria. Così come tutti i nostri ricordi, vicini e lontani, vengono qui accantonati. È la mente, il pensiero, che ci consente di riconoscere i suoni, i colori, gli odori, che ci fa associare gli oggetti a un nome, che ci fa apprendere i simboli della scrittura in modo che le persone più intelligenti, o le più fortunate se vuoi, siano in grado di leggere, scrivere e far di conto. È la mente, inoltre, che invia ai nostri occhi i sogni durante il riposo. La nostra mente, quindi, ha potenzialità enormi, ma sconosciute ai più. Così, chi riesce ad allenare la propria mente, riesce poi a eseguire attività che i comuni mortali neanche si sognano. Ed ecco che si possono percepire discorsi pronunciati in un luogo anche in tempi remoti. Ogni parola pronunciata lascia la sua traccia nell’aria, niente si perde. Se tu puoi captare questi discorsi, queste parole, non è che stai parlando con gli spiriti, non è possibile dialogare con persone scomparse da mesi, o da anni, o da secoli, ma è possibile ascoltare quello che loro hanno detto anche tantissimo tempo fa.»

      «E la preveggenza?»

      «Questo è un po’ più complicato, ma anche qui alcuni studiosi hanno ipotizzato che chi prevede il futuro capti i pensieri di qualcuno che ha già intenzione di mettere in atto determinati comportamenti. È per questo che la preveggenza si limita al breve periodo, e non è possibile prevedere il futuro a lungo termine. Chi asserisce di poterlo fare, è un ciarlatano!»

      «E il fatto di poter spostare oggetti, farli levitare, o accendere una lampada solo con la forza del pensiero?»

      «Ecco, anche queste sono potenzialità sconosciute alla maggior parte degli individui. Esercitando e allenando la nostra mente e il nostro pensiero, simao in grado di utilizzare gli elementi che ci stanno intorno a nostro vantaggio, in pratica possiamo fare di tutto. Noi siamo abituati a usare i cinque sensi che conosciamo, la vista, il tatto, l’udito, il gusto e l’odorato, senza neanche immaginare quali siano le nostre effettive potenzialità. Gli antichi sapevano bene come utilizzare certi poteri, così da poter costruire opere mastodontiche senza il minimo sforzo. Vedi, i Romani, quando giunsero a conquistare l’Egitto, non si potevano spiegare come avessero fatto gli egiziani, tanto tempo prima del loro arrivo, a costruire opere colossali, come le piramidi e la sfinge. Gli enormi blocchi di pietra con cui erano stati costruiti non potevano essere spostati neanche da centinaia di schiavi che lavorassero insieme.»

      «Vuoi dire che…»

      «Non voglio dire niente: trai tu le tue conclusioni.»

      Lucia era ogni giorno più affascinata dai discorsi della nonna. Le disquisizioni sulla mente l’avevano entusiasmata, ma ancor di più era interessata alla cura delle malattie con le erbe officinali. Durante la primavera, diverse volte con la nonna Elena si era recata di nuovo a Colle del Giogo, ma anche nelle campagne e nei boschi intorno Jesi, per la raccolta di erbe medicamentose. Ogni volta la nonna le spiegava proprietà e uso di una determinata erba: il Giusquiamo, la Trementina, la Liquirizia, la pericolosa Belladonna. Elena aveva promesso a Lucia che, a partire dalla tarda estate e per tutto l’autunno successivo, le avrebbe insegnato a riconoscere i funghi, a distinguere quelli mangerecci da quelli velenosi, a prevenire e curare le intossicazioni dovute a questi ultimi, e come utilizzare le spore di determinati miceti su ferite infette. Ma in quegli ultimi giorni di primavera, il corso della storia aveva preso la piega per cui in quel momento si trovava ad assistere il giovane Franciolini, ferito dai nemici della città.

      Erano ormai più di dieci giorni che Lucia era indaffarata attorno al capezzale di Andrea, quando il ragazzo riprese conoscenza. Questi aprì gli occhi e Lucia si sentì subito osservata in maniera strana. Leggeva in quegli occhi lo smarrimento del giovane, che forse credeva di essere già morto, di aver raggiunto il paradiso e di avere a disposizione un angelo che si prendeva cura di lui. Certo, era un nobile e, come aveva dei servitori in Terra, di certo la sua testa lo portava a pensare che avrebbe avuto della servitù anche lì in Paradiso. Ma poi, pian piano, Lucia capì che Andrea stava cominciando a riconoscere le pareti, i mobili e gli ornamenti della sua camera.

      «Chi sei tu, che ti prendi così amorevolmente cura di me? E che fine ha fatto il resto della mia famiglia? E i miei servi? Dov’è Alì? Che sia dannato, quel miserabile Turco! Quando c’è bisogno di lui, è sempre capace di dileguarsi, magari lo trovi col sedere all’aria che prega il suo Dio…», iniziò a dire Andrea, con le guance infiammate dalla febbre, agitandosi a tal punto che un accesso convulso di tosse riuscì a interrompere a metà il suo discorso. Lucia prese la mano del giovane tra le sue, cercando di tranquillizzarlo e, nel contempo, godendo di quel contatto fisico.

      «Dovete stare tranquillo, o piomberete di nuovo nell’incoscienza e nel delirio febbrile. E non dovete inveire contro Alì. Se non fosse per lui sareste già sottoterra! In quanto a me… Beh, io sarei Lucia Baldeschi, la vostra promessa sposa.» Pronunciando queste parole, un lieve rossore si impossessò delle gote della ragazza, che poté in quel momento affondare i suoi occhi nocciola in quelli azzurri del giovane, occhi magnetici, che attraevano il suo viso, le sue labbra tutto il suo corpo verso di lui.

      «Non immaginavo che il Cardinale mi volesse riservare un simile dono. Ma non è che mi state mentendo? Il nemico ci ha travolto poco prima di raggiungere il palazzo del Cardinale, e credo proprio che questi non sia estraneo all’imboscata!» Con la forza della rabbia, si tirò un poco su, e Lucia si affrettò a disporgli i cuscini dietro la schiena per aiutarlo a sostenersi. «Lo dovevo immaginare che era un trucco, altro che matrimonio politico! Vostro zio si СКАЧАТЬ