Novelle umoristiche. Albertazzi Adolfo
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Название: Novelle umoristiche

Автор: Albertazzi Adolfo

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ Luisella?

      – Non è da corsa a galoppo: l'ho allevata al trotto; e non la sciuperò mai in un ippodromo.

      – È buona… lei?

      – Oh sì!

      – Senza vizi?

      – Un tempo adombrava delle biciclette: adesso, più.

      – Bella, è bella – dovè ammettere un po' a malincuore Claudia. Indi chiese: – Siete venuto qua con lei? con la charrette?

      – Sì.

      Che capriccio le veniva? Andò alla finestra; disse:

      – Se non piovesse… vorrei conoscere anch'io le virtù di Luisella.

      – Facciamo una trottata! – gridò Gianni.

      Il cielo, a sua consolazione, si rischiarava; non sgocciolava più.

      – Posso fidarmi?

      – Di Luisella? Garantisco!

      – E di voi?

      Da uomo leale Gianni tacque prima di portare una mano al petto; ma poi rispose: – Sì.

      … Andarono per la diritta via, che la puledra, con trotto uguale, ampio e sonante, sorpassava recando nella charrette il signore e la signora.

      Provava questa il piacere d'un sollazzo fanciullesco e quegli d'un rapimento giocondo; e l'uno sussurrava e l'altra ascoltava vezzose apostrofi: – Biondina…; birichina…; capricciosa…; cattiva, etc.; – mentre l'aria, risentita dell'autunno e rinfrescata dalla recente pioggia, al veloce incontro suscitava nel loro sangue brividi di delizia.

      – Yop! Via, Luisella!

      Luisella volava.

      – Mi comprendete, oggi? – chiese Gianni, a un punto, con nuova dolcezza.

      E Claudia:

      – Comprendo il piacere d'aver domato così bene questa bella bestia.

      – Oh c'è una gioia più grande: domare un angelo!

      – Difficile impresa per un uomo!

      – No: per un asino come me, che ha soggezione di voi anche oggi!

      Gianni s'adirava.

      – Un altro non si sarebbe messo una mano al petto…

      – E io, allora, non mi sarei fidata. Dunque, buono! e… sperate. Da bravo! Dicono che Amore faccia miracoli.

      Divina creatura! Quando parlava sul serio, non si poteva crederle; ma quando scherzava, persuadeva.

      Rassegnato, tratto tratto Gianni si specchiava negli occhi di lei, ove gli pareva vedersi più vivo e più bello, o attendeva a vedere come l'aria lusingava que' fini capelli biondi. Intanto Amore preparava il miracolo.

      Ecco: modestamente la signora, fra quelle carezze, e arditamente Luisella, guardavano innanzi per la strada diritta e libera, mentre Gianni guardava da un lato; e non si sa quale delle due prima, Claudia… – oh Dio!..: una bici… – vide; e Luisella, a tal vista – una bicicletta! – sbalzò, per voltare indietro…; voltò. Un indefinibile, duplice grido: l'urto della ruota a un paracarri: la fredda, rigida sensazione d'un istantaneo volo, d'un rapido rovescio, d'una botta tremenda a terra per cui l'anima s'insaccasse e profondasse nel corpo e il corpo si schiacciasse… Tutto ciò in due secondi! La catastrofe d'un sogno mortale; la realtà d'un salto mortale!

      Dal cielo in terra! Gesummaria, che disastro! In terra, fermi, inerti, tutti e due; anzi, tre, con la charrette senza stanghe.

      … Nè prima Gianni ebbe certezza di non essersi rotto nulla, che si vide appresso, morta, Claudia; vide quel della bicicletta accorrere a loro; vide già lontana lontana correr via, maledetta!, Luisella; poi non vide più che la signora, morta!

      – Claudia! Claudia! – invocava disperato, anelante, bianco di terrore in faccia, e tutto inzaccherato. Ma il ciclista giungeva avvertendo: – Io medico! medico, io! – ; e affannoso anche lui, colui s'inginocchiò a slacciare il busto della poverina e a richiamarla in vita; mentre Gianni, che non aveva mai vista una donna svenuta, si strappava i capelli e ripeteva: – Morta!

      Ma ecco il miracolo: rinvenne: sospirò: emise un gemito lungo…

      – Rotta! – fece lo straniero nel deporla con cura.

      Gianni lamentava: – Claudia! Claudia! Ah sì! la poverina s'era rotto un braccio! Ora bisognerebbe descrivere l'animo di Limosa, in cui combattevano e si confondevano la voglia di ammazzare il ciclista a pugni, e dolore, amore, disperazione, speranza; bisognerebbe rappresentarlo nell'angosciosa attesa della carrozza mandata a prendere alla villa per un contadino; ma sarebbe cómpito arduo non meno che rintracciar le parole italiane, francesi, tedesche con cui quel medico straniero pregava la pericolata che facesse il piacere di ricuperare i sensi per non ismarrirli di nuovo, subito dopo. Tre volte ella tornò in sè a gemere, da sul cuscino, ch'era caduto con loro dalla charrette; finchè alla quarta rimase, più dolente e piangente, in vita.

      Adagiatala, quando Dio volle, su la carrozza – poichè il forestiero raccomandava di portarla al luogo più vicino – la trasferirono senza scrupolo a Villa Limosa. Del resto, il medico ciclista la credeva moglie del signore. E con gran premura accertò Gianni che, fuori del braccio, votre femme non aveva patito danno notevole; e si compiacque a fare lui, benissimo, la fasciatura; e lasciò qualche consiglio pel collega italiano che arriverebbe dal paese; e dimandò, a solo compenso, la firma nell'album dei ricordi. Infine, lieto d'essere stato utile, saltò in bicicletta e buon viaggio! – Al diavolo!

      Era a quel che aveva detto e a quel che si seppe poi, un medico di gran nome; il quale per provare i benefizi della ginnastica e per convincere della sentenza mens sana in corpore sano faceva il giro del mondo in bicicletta.

      IV

      Il giorno dopo Claudia chiamò Gianni e gli disse:

      – Iddio mi ha castigata, amico mio!

      A che, triste, l'amico:

      – Ci ha castigati tutti e due; purtroppo!

      – Avrei preferito – essa aggiunse – rimetterci il braccio che offendere il mio buon nome. Pensate: sono in casa vostra!

      Ribattè Limosa:

      – E io? tocca a me rimediare!

      – Io – soggiunse la signora – sperava di non rimaritarmi se non di mia spontanea volontà.

      – E io – ribattè Gianni – non voleva sposarvi prima di esser certo di tutto il vostro amore… Claudia – pregò – , me ne date almeno un poco?

      Ella tacque; poscia rispose:

      – Sono così dolente della percossa che non ho più forza di sentir altro. Lasciate che mi ricuperi l'anima, che possa riflettere, che mi ricordi.

      Più tardi lui tornò da lei; ed ella gli disse come se dicesse una cosa buffa:

      – Mi СКАЧАТЬ