La Marfisa bizzarra. Gozzi Carlo
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Читать онлайн книгу La Marfisa bizzarra - Gozzi Carlo страница 7

Название: La Marfisa bizzarra

Автор: Gozzi Carlo

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

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isbn: 4064066073022

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СКАЧАТЬ è questo poeta sconosciuto ch'esce alla stampa, e il vezzeggiar sublime di noi famosi, a gran prezzo venduto, morde sí franco e deride ed opprime? che stile è il suo da popolo minuto? Hassi a far conto alcun delle sue rime, poste in confronto a' nostri gravi temi, alle canzon pindariche, a' poemi?

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      Che gran faccenda a noi grandi saria lo scriver, com'ei fa, da scorreggiate, se la nostra spettabil fantasia volessimo abbassare a sue favate?— Dal detto al fatto è troppo mala via, pedante; non convien far le bravate. Prendi la penna e scrivi al paragone, e lascia poi decider le persone.

      4

      So quanto costa a me lo scriver puro, non so, pedante, delle tue fatiche; ma convien certo, e non ti paia duro, due parolette in astratto io ti diche. —Marmo, calcina e tempo vale un muro, sapone ed acqua voglion le vesciche. Sin ch'io canto Marfisa, t'assottiglia: scrivi qualch'opra che mi sia di briglia.—

      5

      Marfisa era un cervello suscettibile; però, i romanzi antichi avendo letti, come sapete, era prima terribile, e dormia co' stivali e i braccialetti; e quanto piú la cosa era impossibile nelle battaglie e piú forti gli obietti, come il Boiardo e l'Ariosto narra, era piú furiosa e piú bizzarra.

      6

      Ma poiché furon cambiate le cose e i nuovi romanzi usciti fuori, attentamente a leggerli si pose ed impresse il cervel d'altri colori; e cercò solo avventure amorose, sendo bizzarra ancor, ma negli amori, e d'altre sorti bizzarrie facea, come scrive Turpin che lo sapea.

      7

      Come ognun sa, Ruggero suo fratello sposata avea la bella Bradamante, la qual rimodernato avea il cervello e non è piú guerriera né giostrante; ma pensa alla famiglia e fa duello col fattor, col castaldo e colla fante, e riflettendo all'avvenire e a' figli, tutta all'economia par che s'appigli.

      8

      Chi l'avesse veduta alla cucina a gridar che s'abbrucian troppe legna, e l'avesse veduta alla cantina come alla botte scemata si sdegna, e a levarsi per tempo la mattina, l'avria creduta un'economa degna, ché venti chiavi in saccoccia portava e la minestra e l'olio misurava.

      9

      Non dimandar se i drappi alla rugiada di san Giovanni fa porre la notte, perché qualche tignuola non gli rada, e se fa dar lor spesso delle bòtte, e se fa chiuder l'uscio della strada per i ladroni, e se le calze rotte sa rattoppare e racconciar le maglie, e voler da' villan polli e rigaglie.

      10

      Scrive Turpin di quella tuttavia ch'ell'era attenta massaia e perfetta, ma che in secreto questa economia era di maliziosa formichetta, e che a se stessa facea cortesia, nascosta avendo piú d'una cassetta di be' zecchini, e di quelli il marito né avea ragione né sapeva il sito.

      11

      Rugger la vedea sempre in gran pensiero per il risparmio, onde non bada a questo; sol perch'egli era alfin pur cavaliero, parecchie volte si mostra rubesto, dicendo:—Moglie, a ragionar sincero, alcun de' vostri fatti m'è molesto, e farete le mani aspre e callose, ché v'avvilite troppo in certe cose.—

      12

      Quest'era per Rugger poca sciagura a petto quella che gli dá Marfisa, la qual va rovesciando ogni misura pe' suoi capricci, e spende in una guisa da far venire a Creso la paura; e compra e vende, e il fratel non avvisa, e cambia fogge e vestiti ogni giorno; sembra il mercato ov'ella fa soggiorno.

      13

      Oggi faceva legar diamanti, diman non gli voleva piú a quel modo; lega, rilega, spendea piú contanti in legature che nel valor sodo; ch'or gli voleva balle, ora brillanti, ora in nastro, ora in fiore ed ora in nodo. Gli artier mascagni laudano ogn'idea, giurando che piú d'essi ne sapea.

      14

      Sarti, mercai, calzolai per le scale andavan suso e giuso a tutte l'ore, e conveniva loro metter l'ale per non provar di Marfisa il furore. Chi merletti, chi drappo o cosa tale, chi vesti seco porta e dentro e fuore, e chi polizze vecchie non pagate; poi va via con le gote rigonfiate.

      15

      I parrucchier ch'acconciavan la testa non è da dir se facea disperare: oggi i capelli corti volea questa, doman gli volea lunghi accomodare. All'impossibil menava tempesta, minaccia il parrucchier di bastonare; se qualche scusa il misero allegava, con la granata via lo discacciava.

      16

      Bestemmiando com'una luterana: —Non vo' nessuno mi perda il rispetto,— grida per casa, e sfoga la mattana dando alle serve uno schiaffo, un puzzetto. Mai non si vide una dama sí strana. Se avea la febbre, non istava a letto; se stava ben, diceva esser inferma e volea star sotto le coltre ferma.

      17

      Ai medici, che andavano a trovarla e le dicevan:—Non avete nulla,— gridava:—Andate via, dottor da ciarla; voi capireste al polso una maciulla, e forse anche sapreste medicarla.— Infin dall'aspra bizzarra fanciulla, se il mal che non avea non confessavano, un orinal nel ceffo guadagnavano.

      18

      Ma sopra tutto ell'era stravagante giuocando alla bassetta al tavoliere, dove, per vie di dir, metteva su un fante quanti danar si ritrovava avere; poscia mandava il parolo e piú inante; perduti quelli, si facea tenere in sulla fede, e perdea quanto mai; s'io tel dico, lettor, nol crederai.

      19

      Poi disperatamente andava a casa, e non avendo danar nello scrigno, va rovistando masserizie e vasa, argenti e gioie, con il viso arcigno. Di cuffie e merli fa la cassa rasa per far dei pegni, ovver con qualche ordigno va guastando le toppe del fratello, e soldi invola e gemme e drappi a quello.

      20

      Infine non istá mai cheta un'ora, fuor che quando i romanzi suoi novelli legge con attenzione ed assapora, ch'era associata alla stampa di quelli; tal che sempre il cervello piú svapora. Que' fatti che leggea le parean belli, ed era partigiana imbestialita della nuova dottrina fuor uscita.

      21

      Or vorrebb'esser stata ballerina, or cantatrice divenir vorria, or commediante ed ora contadina, or zingara e pel mondo fuggir via, per donar argomento alla dottrina che fiorire in quel tempo si vedia, e lasciar la memoria assai famosa di sé per qualche libro alla franciosa.

      22

      E con gli amanti, che n'aveva cento, sopra a' romanzi va sottilizzando e discorrendo e lodando il talento di Marco e di Matteo di quando in quando. Gli amanti d'essa avevano spavento e cercan contentarla ragionando, e sol fra loro facevan schermaglia, perch'eran molti bracchi ad una quaglia.

      23

      E il numer sempre si facea maggiore, perché Marfisa tra gli altri pensieri a tutte l'altre dame volentieri; e quanto all'arte di far all'amore, non sia chi meglio saper farlo speri, perocché, quanto a questo, ella è decisa: non verrá al mondo una pari a Marfisa.

      24

      E benché dal Boiardo fu descritta moretta alquanto e bella oltremisura, io l'ho veduta su un quadro pitta e la trovai differente in figura. Occhio avea grande, d'imbusto diritta era, e non alta molto di statura, e pochissima carne avea sull'ossa, СКАЧАТЬ