La Marfisa bizzarra. Gozzi Carlo
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Читать онлайн книгу La Marfisa bizzarra - Gozzi Carlo страница 6

Название: La Marfisa bizzarra

Автор: Gozzi Carlo

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

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isbn: 4064066073022

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      63

      E vi dirò che Guottibuossi e seco Gualtier da Mulion, famosi erranti, perché sapeano un po' latino e greco, andaron preti e a servir di pedanti. E quell'altra notizia anche vi reco, che preti, e co' caratter sacrosanti, servian d'altri servigi lordi e goffi prete Gualtieri e prete Guottibuossi.

      64

      Orlando inver manteneva il suo grado ed i nuovi costumi biasimava, e per la corte e a tutto il parentado di belle predichette sciorinava; ma l'apprezzavan quanto un fraccurato. Ognun dicea:—Ben dite,—e lo ascoltava; e poi ridea quand'egli era partito, gridando:—Grazie al ciel se n'è pur gito!—

      65

      Ei tuttavia si ficca per le case, co' padri la volea delle famiglie. —Questi romanzi nuovi son la base —dicea—del far l'amor di vostre figlie. Gli antichi forse le avean persuase d'un eroismo e a troppe maraviglie, ma i nuovi l'han ridotte tanto vili che un dí le troverete ne' porcili.

      66

      Cembali, danze, musiche, canzoni, riverenze, scamoffie, bei passini sono inver giudiziose educazioni per far le figlie candidi ermellini, ed acquistare e cagionar passioni da mandare i cervei fuor de' confini, destando dicerie ne' popolazzi. Voi siete padri saggi? Siete pazzi.

      67

      Che cosa son questi discorsi eterni, divenuti importanti ed essenziali, di cuffie, stoffe e di color moderni, d'armonie, di buon gusti tra i mortali? Le infinite botteghe, con quei perni carchi di veli e nastri e merci tali rese di conseguenza, che mai sono? Rispondete!—dicea—con chi ragiono?

      68

      Lunge le figlie da commedie nuove, perché le dame vi si vedon dentro o rinvilite o, se virtú le muove, la foia le fa andare in sfinimento. Ed alla fine il vizio a tutte prove campeggia, ed è premiato ed ha il suo intento; onde le figlie a casa rimenate piene di tristi esempi e riscaldate.

      69

      Io non iscopro in questi nuovi fogli e in queste farse dette oggi «esemplari» che debolezze e mal condotti imbrogli, caratteracci arditi, e truffe e baci, e tradimenti ai mariti e alle mogli; poi sermon lunghi per porre i ripari. Ma il vizio alletta e la predica stanca, onde il mal cresce e il buon costume manca.

      70

      Questa pace, quest'ozio, questa vita del costume novel, Dio non lo voglia, oltre che l'alma andar fará smarrita, vi trarrá de' gran mali entro la soglia.— E novera i perigli sulle dita Orlando, e povertá, vergogna e doglia e mille tristi effetti e conseguenze; ma tenta invan purgare le coscienze.

      71

      Né poté vincer altro il sir d'Anglante che da Aldabella essere ubbidito: non volle mai che servente od amante se le accostasse a farle l'erudito. Ella ch'era una dama delle sante, di quelle ch'appelliam «tutte marito», a' suoi voleri abbassava la fronte, e cita in tutti i suoi discorsi il conte.

      72

      Ma l'amor coniugale e l'obbedire della contessa verso il suo consorte erano cose che facean languire l'immensa schiera delle dotte e accorte. Bisbigliar basso si sentien, e dire: —Ecco la scempia,—se veniva a corte. Era la dama grave e timorata una «bella senz'anima» chiamata.

      73

      Questo detto comun, che andava in giro: —Bella è tale, ma l'anima le manca,— avea posto un furore, un capogiro nel sesso femminil, che a dritta e a manca s'udiva:—Ferma, o pel mantel ti tiro; vedi s'io son senz'anima e son franca.— La cieca ambizione aveva fatte donne infinite ed animate e matte.

      74

      Tutto era smania e senso animalesco in tutte le stagion senza riparo; erano sempre in moto al caldo e al fresco i corpi e il vuoto di Lucrezio Caro. Non v'era distinzion dal fico al pesco; l'esser ognor giuvenca, ognor somaro; e l'imitare i piú bestiali ed empi era detto «aver l'anima» in que' tempi.

      75

      Si vedean per le vie donne appassite, livide sotto agli occhi e diroccate, con certi maschi a' fianchi, olmo alla vite, che avean le guancie vizze ma lisciate. E vecchi in gala e vecchie inviperite, con nastri e piume e fiori e imbellettate, l'essenze, i diavolon, l'odor di fogna confondevano, e d'arca e di carogna.

      76

      E perché ad Aldabella virtuosa non si poteva apporre alcun peccato, ed era rispettata e gloriosa, per la via d'un contegno misurato, la schiera delle matte invidiosa aveva il gran delitto in lei trovato, cioè che dicea mal delle sfrenate: —Ergo non è—dicea—tra le beate.—

      77

      Il modo del pensar ridotto a tale era, e guasta e corrotta sí la gente che non si potea dir piú mal del male, senz'esser giudicato maldicente e seccator misantropo bestiale da punir colla sferza onnipossente, o per lo men da chiudere in prigione a far co' topi e i cimici il Catone.

      78

      De' guidaleschi fracidi d'allora io non vi do di cento una misura; pur d'ogni bocca stretta uscivan fuora queste parole:—Buon gusto e coltura, delicatezza e buon senso c'infiora, e veri lumi ed eleganza pura.— S'un dicea «sterco» per inavvertenza, gridavano:—Che porco! che indecenza!—

      79

      Io v'ho data un'idea cosí all'ingrosso di Carlo, di Parigi e della corte. Dopo queste premesse a la fin posso condurvi di Marfisa in sulle porte. Se alcun pedante mi venisse addosso a dirmi:—Tu potevi ir per le corte,— dico di no, perché le cose in pria convien apparecchiar. Pedante, via!

      80

      Anzi a te dico, pedante insolente: della nostra Marfisa il naturale io vo' tacer sino al canto seguente, benché paia la cosa vada male, ché non ho detto de' fatti niente nel primo canto, ch'è sol liberale d'umori e di caratteri cambiati, e mi saranno i difetti addossati.

      81

      Ma ragion fate, il primo canto sia una commedia di caratter nuova, che andate poi lodando per la via, bench'altro in essa alfin non ci si trova che di caratteracci una genia, e vi tien per tre ore e nulla prova; poscia a richiesta universal si chiama. Diman gran cose dirò della dama.

      FINE DEL CANTO PRIMO

      CANTO SECONDO

       Indice

      ARGOMENTO.

      La riformata bizzarria dirassi, il costume e lo stato di Marfisa. La circostanza e dissensione udrassi della famiglia di Rugger di Risa; di Filinor guascone i strani passi, gli scrocchi e il vizio, il qual l'acconcia in guisa che parte di Guascogna derelitto verso Parigi a procurarsi il vitto.

      1

      Io mi son dilettato alquanto in vero il critico arruffato immaginando, ch'avendo udito l'altro canto intero, vada con questo e quello investigando co' disprezzi al tal verso, al tal pensiero, fanciulli e donne e librai guadagnando; e sopra tutto parmi di sentire le parole seguenti udirlo dire:

      2

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