Название: Rimatori siculo-toscani del dugento. Serie prima - Pistoiesi-Lucchesi-Pisani
Автор: Anonymous
Издательство: Bookwire
Жанр: Языкознание
isbn: 4064066071172
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meo cor faccia sentire
e gravozi tormenti sopportare,
non lasseragio sensa
dolse cantare e dire 5
una cusí gran gioia trapassare.
E rallegrare — altrui cosí feraggio
del meo greve damaggio,
per pianto in allegressa convertire;
siccome la balena 10
di ciò che rende e mena
la parte lá, u' dimora, fa gioire.
La gioi', ch'eo perdo e lasso,
mi strugge, mi consuma,
come candela ch'al foco s'accende. 15
E sono stanco e lasso;
meo foco non alluma,
ma quanto piú ci afanno men s'apprende.
E non risprende — alcuna mia vertude:
avanti si conchiude, 20
siccome l'aire quando va tardando;
e come l'aigua viva
ch'alor è morta e priva
quando si va del corso disviando.
Disvio sí che bene 25
sentor di me no aggio,
non saccio com'eo vivo sí gravozo.
Oh Deo! che non m'avene
com'al leon selvaggio,
che tutto tempo vive poderozo 30
e odiozo — sensa pietate,
acciò che 'n veritate
lo meo greve dolor mostrar potesse
e la mia pena agresta
per opra manifesta, 35
perché la gente mei me lo credesse?
Credo che non feráe
lontana dimoransa
lo core meo, che tanta pena dura:
mentre che viveráe 40
será fòr di speransa
d'aver giamai solasso né ventura.
Ma se natura, — che nd'ha lo podere,
n'avesse lo volere,
appena mi poría donar conforto. 45
Como l'augel che pia,
lo me' cor piange e cria
per la malvagia gente, che m'ha morto.
Morto fuss'eo pertanto
o nato non fuss'eo 50
o non sentisse ciò ch'eo veggo e sento;
perché 'l meo dolse canto
amar mi torna e reo e in erransa lo innamoramento! Ma 'l bon talento — ch'aggi' e 'l cor gioioso 55 plagente ed amoroso, como la uliva non cangia verdura, non cang'eo per ragione di fina 'ntensione, ancor mi sia cangiata la figura. 60
II
Rinasce all'amore, perché la donna sua lo esorta a sperare.
Fina consideransa
m'ha fatto risentir, ch'avea dormuto,
de lo gioiozo meo innamoramento.
Com'omo mentre avansa,
che cela lo procaccio e stanne muto 5
non s'atutasse per dimostramento,
eo non lo celeraggio in tal mainera
ch'io n'aggia riprendensa per ragione,
ma sí che 'n allegransa lo meo dire
si possa convertire. 10
celando per l'autrui riprensione,
canteragio de la mia gioia intera.
Acciò, se in allegransa
e 'n gran conforto e in gioi' mi rimuto,
non è contra diritto insegnamento; 15
ché l'omo fòr d'eransa,
sentendosi di gran guiza arriccuto,
ben dé' portar gioiozo lo talento.
E io porto gioiozo core e cèra,
e corpo e mente e tutta pensagione 20
per quella ch'amorozo mi fa gire,
in cui si pòn gradire
bellesse di sí gran divizione, como l'oscuro in verso la lumera. Cosí la disiansa 25 verrá compíta, e non será smarruto lo mio acquistar per folle pensamento, ché la dismizuransa (ed ha lo core tanto combatuto) non mi dará gravozo movimento. 30 E se la gioia non torna guerrera, faraggio ricca la mia intensione e tutto tempo giammai non partire: cosí sensa fallire seraggio fòre de la condissione, 35 ch'a li amadori è forte crudera. Ed è la sua plagensa forte e fèra di gran guiza, che fra la pensagione ne nasce erransa e fálla dismarrire, vedendola partire, 40 e me medesmo dá per istagione una semblansa, che mi pare spera.
III
Sulla natura dell'onore e del piacere.
Similemente onore
como 'l piacere,
al meo parere,
s'acquista e si mantene;
e ambur hano un core 5
e un volere,
como savere
a li bon si convene.
Donqua dirá l'on: — Come
amburo han piú d'un nome, 10
da poi che 'nsieme
son d'una speme
e d'un volere e d'uno intendimento? —