Il Quadriregio. Frezzi Federico
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Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 7

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

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СКАЧАТЬ E quando io a lui rispondere volía,

       fuggí volando e non mi volle udire.

      —O falso Amor—diss'io,—o scorta mia,

       perché mi lassi? or dove prendi il volo?

       15 perché mi lassi senza compagnia?—

      Vedendomi rimaso cosí solo,

       passai il fiume insino all'altra banda

       e fui sul prato e su quel verde suolo,

      ov'io vidi Filena lieta e blanda,

       20 quando coll'occhio mi soffiò nel foco,

       che amore accende e che Cupido manda.

      E sospirando dissi:—Oh dolce loco,

       mentre Filena vi tenne le piante!—

       E poscia che 'l basciai e piansi un poco,

      25 per la via ch'ell'er'ita, andai su avante,

       cercando tutti i balzi ed ogni valle

       e scogli e schegge intorno tutte quante.

       p. 16

       E giá Atalante dietro le sue spalle

       posto avea Febo e facea il giorno nero;

       30 ed io pur oltre per lo duro calle,

      senza riposo; e solo avea il pensiero

       a ritrovarla per la selva oscura,

       piena di spine senz'alcun sentiero.

      Se sol di notte non avea paura,

       35 Amor è quel che da fortezza altrui

       nelle fatiche e l'animo assicura.

      Tra l'aspre selve e tra li boschi bui

       tutta la notte andai cercando intorno

       insin che in un vallon venuto fui.

      40 E quasi su nel cominciar del giorno

       trovai un mostro, maladetta fera,

       coll'arco in mano, e avea al petto un corno.

      Il petto e 'l volto suo tutto d'uomo era,

       il dosso avea caprin fino alla coda,

       45 con quattro piedi e colla pelle nera.

      Un satiro era questo pien di froda:

       e satir detti son malvagi e falsi,

       che fanno inganni con lusinghe e loda.

      E fauni ancora stan tra quelli balsi

       50 ed hanno umani i petti ed anco i volti;

       l'altro è bovino, e vanno nudi e scalsi.

      E semicervi ancora vi son molti,

       ingannatori ed animal perversi,

       pur ch'altri con lor usi e che gli ascolti.

      55 Dal satir, che scontrai, con dolci versi

       sí lusingato fui e sí sottratto,

       che tutto il mio amor gli discopersi.

      Ché quando vidi un mostro cosí fatto,

       in man per mia difesa presi il dardo,

       60 che la bella Filena a me avíe tratto.

      Ed egli il riconobbe al primo sguardo

       ch'io l'avea dalla ninfa di Diana;

       onde parlò come falso e bugiardo:

       p. 17

       —Onde vien' tu in questa selva strana?

       65 Di', che ti move e, dimmi, qual è il fine,

       pel qual tu vai per questa via lontana?—

      Ed io a lui:—Tra cespi e dure spine

       smarrito vo, ed or son qui venuto

       come chi va, né sa dove cammine.

      70 Ma tu, che se' mezz'uomo e mezzo bruto,

       mi fai maravegliar quando io ti guato,

       ché sí fatto uom non fu giammai veduto.

      —Io fui pur uom—rispose—innamorato

       di dea Diana, e vagheggiaila ognora,

       75 e da lei 'n questa forma fui mutato;

      ch'ella pregò lo dio, ch'altru' innamora,

       che a ciò rimediasse, e me percosse

       del dardo ch'è di piombo e disamora.

      Questo ogni amor mi tolse e via rimosse;

       80 e però quella dea a me permette

       ch'i' possa gire a lei unque ella fosse.

      Insieme vo con le sue giovinette

       fra questi monti, insieme con lor coglio

       li fior, che stanno in su le verdi erbette.

      85 A chiunque è innamorato anche ho cordoglio,

       che ricordo le pene, ch'io provai

       del falso Amor, del quale ancor mi doglio.

      E se tu mi dirai dove tu vai,

       forse t'aiuterò, se mi richiedi

       90 e se sei saggio e secreto il terrai.—

      O vano amor, oh quanto ratto credi

       quel che vorresti! Alle parole udite

       ed al modo del dir fede gli diedi.

      Ed io a lui:—Per queste vie smarrite

       95 cercando vo le ninfe, ov'elle stanno:

       prego, se 'l sai, me diche ove son ite.—

      Rispose ancor con falsitá ed inganno:

       —Elle sonno ite in un lontan paese,

       al qual non potrest'ir per grave aflanno.

       p. 18

       100 Ma, se tu ami, perché nol palese

       a me, che sai che ho provato l'arme

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