Il Quadriregio. Frezzi Federico
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 4

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

isbn:

СКАЧАТЬ come tra' vapor, su la mattina,

       ne mostra i suoi capelli il chiaro Apollo,

       120 e nella sera quando al mar dechina;

      cosí Diana avea capelli al collo,

       cosí splendea ed era bella tanto,

       che a vagheggiarla mai l'occhio è satollo.

      E poi ch'ell'ebbon fatta festa alquanto,

       125 tennon silenzio tutte, se non due,

       che alla sua loda comincionno un canto.

      Delle due cantatrici l'una fue

       Filena bella, che m'avea promessa

       il dolce Amor con le parole sue.

      130 E quando egli mi disse:—Quella è essa,—

       pensa s'io m'infiammai, che la speranza

       tanto piú accende quanto piú s'appressa.

       p. 7

       Ond'io all'Amor:—Se quella a me per 'manza

       hai conceduta, percuoti col dardo

       135 costei, che in beltá ogn'altra avanza.

      Ahi quanto piace a me quando la sguardo!

       E cosa desiata, se si aspetta,

       tanto piú affligge quanto piú vien tardo.—

      Allor Cupido scelse una saetta

       140 ed infocolla e posela nell'arco

       per saettare a quella giovinetta.

      E come cacciator si pone al varco

       tacito e lieto, aspettando la fera,

       e sta in aguato col balestro carco;

      145 tal fe' Cupido e la saetta fiera

       poscia scoccò, e, inver' Filena mossa,

       il manto sol toccò lenta e leggera.

      Quando le ninfe sentir la percossa

       e nostra insidia a lor fu manifesta,

       150 tutte fuggir con tutta la lor possa.

      Sí come i cervi fan nella foresta,

       quando sono assaliti, o' capriuoli,

       se cani o altra fera li molesta,

      che vanno a schiera, e alcun dispersi e soli,

       155 e per paura corron tanto forte,

       che pare a chi li vede ch'ognun voli;

      cosí le ninfe timidette e smorte

       fuggiro insieme, ed alcuna smarrita,

       quando si furon di Cupido accorte.

      160 Filena bella non sería fuggita,

       se non che la sua dea la man gli porse:

       tanto pel colpo ell'era sbegottita.

      L'Amore, ed io con lui, al fonte corse,

       dove le sacre ninfe eran sedute,

       165 quando la polsa insino a lor trascorse.

      Io non trovai se non ch'eran cadute

       alle due cantatrici le grillande

       de' belli fior, che in testa avieno avute.

       p. 8

       Però a Cupido dissi:—Ov'è la grande

       170 virtú dell'arco tuo, che tanto puote?

       E 'l fuoco ov'è, che tanto incendio spande?

      Se l'arco tuo giammai invan percuote,

       perché ingannato m'hai colle promesse,

       che m'han condutto in le selve remote?—

      175 Non potei far che questo io non dicesse

       col volto irato, e piú mi mosse ad ira

       che del mio scorno parve ch'ei ridesse.

      Poscia rispose:—Ov'io posi la mira,

       quivi percossi, e quivi il colpo giunse

       180 dell'arco mio, che mai invan si tira.—

      E quel che segue, col parlar, soggiunse.

      p. 9

       Indice

      Nel quale l'Amore prova per molti esempli che nessuno può far resistenza a lui ed alle sue saette.

      —Né ciel, né mar, né aer mai, né terra

       potêro al foco mio far resistenza,

       né all'arco dur, che mai ferendo egli erra.

      Dall'alta sede della sua eccellenza

       5 fatt'ho discender piú fiate Iove

       colle saette della mia potenza.

      E lui mutai in cigno ed anco in bove,

       ed in altre figur bugiarde e false,

       senza mostrar le mie ultime prove.

      10 Nettunno freddo in mar tra l'acque salse

       accese tanto il mio fuoco sacrato,

       che l'Oceáno estinguer non gli valse.

      Ma come fortemente innamorato

       della fiera Medusa, che a lui piacque,

       15 e di cui 'l viso tanto gli fu grato,

      gridava:—Io ardo tra le gelid'acque;—

       perché ammortar non potea in sé l'ardore

       mercé chiamando, a me soggetto giacque.

      Pluton d'inferno, ove non fu ma' amore,

       20 infiammai tanto col mio caldo foco,

       che 'l feci innamorar col mio valore.

      Proserpina, che stava in balli e gioco,

       СКАЧАТЬ