Gli Uomini Rossi. Beltramelli Antonio
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Название: Gli Uomini Rossi

Автор: Beltramelli Antonio

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066068462

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СКАЧАТЬ Voi siete Armando Ginni detto Gargiuvîn?

      — Sicuro! — rispose l'anarchico levando il capo.

      — Allora seguitemi.

      — Per quale ragione?

      — La saprete.

      — Amo meglio saperla subito! — esclamò l'anarchico volgendo gli occhi a smorfia; ma l'anziano che se ne avvide, disse, rivolto a' suoi:

      — Prendetelo e ammanettatelo!

      Già stavan per compir l'opera, i bravi, allorchè, tendendo le braccia, chiese Gargiuvîn, col suo miglior sorriso:

      — Voglio farvi una preghiera: Posso?

      — Dite, presto! — rispose rudemente l'anziano.

      — Prima di seguirvi — riprese l'anarchico — permettete provveda alla vita di Plè, mio affettuoso fratello.

      Fattosi su le scale poi, chiamò a più riprese:

      — Schignòtt? Schignòtt?

      Una voce cavernosa rispose e, poco dopo, il pezzente si presentò su la porta.

      — Ascolta Schignòtt! — riprese Gargiuvîn: — Io sono invitato da questi signori; forse rimarrò assente qualche giorno. In questo tempo ti affido il mio caro Plè. Abbine cura come fosse una tua pupilla, il tuo cibo prediletto. (Non dico la tua amante perchè sei troppo brutto). Il suo pasto lo sai: quattro ossa al giorno: niente più perchè soffre di gastricismo. Non viziarmelo. Serbalo puro ed amalo!

      Rivoltosi poi alle guardie, disse loro:

      — Eccomi!

      Queste lo presero in mezzo e, cianchettando ed ondulando, l'anarchico si avviò giù per le scale. Su la sua faccia pallida era un indefinibile sorriso di scherno.

      Fra un formicolìo di fanciulli, di donne e di sfaccendati, l'improvvisato corteo giunse al corpo di guardia. Su la porta erano schierati, in due ali, alcuni poliziotti che tenevano a freno i curiosi.

      — Largo! largo! — gridò l'anziano avanzando.

      Fra un sussurio crescente, Gargiuvîn sbucò dalla folla; ma quando fu per entrare ne l'andito, si piantò su le gambe sbilenche, alzò il capo in comico atteggiamento, guardò in viso le guardie e gridò loro:

      — Amici!... Son di ritorno!

      Poi, fra un impeto improvviso di fischi, di urla e di risate, scomparve dietro l'ombra della fiera legione.

       Indice

      Allorquando Gargiuvîn si fu allontanato fra la folla che tumultuava e l'ultima eco delle grida si perse nel consueto silenzio delle piccole vie lontane, Schignòtt aprì l'impannata della breve finestra che dava luce al suo momentaneo rifugio, sogguardò intorno e, assicuratosi che nessuno era in agguato, prese con sè Plè e uscì camminando in fretta rasente ai muri. Dopo aver percorso un laberinto di vicoletti, giunse sotto le mura, alla piccola tana di Don Vitupèri. Raccolse un sasso e battè su l'uscio (nel quale era aperto, verso la base, un piccolo passaggio quadrato per il gatto e le galline) prima tre colpi rapidi, poi tre più a rilento e tre ancora.

      Una voce cavernosa rispose da l'interno:

      — Novità?

      — Apri — disse Schignòtt.

      Poco dopo l'uscio si dischiuse e il pezzente entrò accompagnato da Plè.

      Don Vitupèri era un prete lungo ed ossuto, dal viso magro e rugoso e dagli occhi celesti. Indossava una veste rossigna, un tricorno verdastro e aveva un vestigio di scarpe.

      Egli era anarchico di convinzione e i compagni suoi l'avevano in alto concetto, riconoscendo la sua sapienza.

      Schignòtt andava ora a prendere consiglio.

      Quando l'uscio fu chiuso, Don Vitupèri, riaccovacciandosi sul suo giaciglio, innanzi ad un vecchio libro, chiese in tono distratto:

      — Novità?

      Schignòtt protese il collo e rispose:

      — Hanno imprigionato Gargiuvîn!

      — Ah! — fece Don Vitupèri senza scomporsi; e non alzò gli occhi dal libro.

      — Come? la notizia non ti fa impressione? — riprese Schignòtt.

      — Niente affatto! — rispose il prete senza scomporsi.

      — Ma siamo in pericolo tutti!

      — E perchè?

      — Perchè ci accusano di aver rapito una figlia di Gian Battifiore.

      — Davvero? E per quali ragioni?

      — Per vendicarci.

      — E di che cosa?

      — Delle continue persecuzioni.

      — Eh! — fece Don Vitupèri alzando una mano come a significare una inconcepibile invenzione; poi riabbassò gli occhi sul libro.

      — Che cosa conti fare? — chiese Schignòtt.

      — Nulla.

      — E se ti legano?

      — Buonanotte!

      — Ma lo scandalo per te?

      — Lo scandalo? — fece il prete alzando le sopraciglia a semiluna: — E ti pare che ciò possa commuovermi? Lo scandalo per noi è una parola come tante altre; il fatto non esiste. Noi siamo liberi da tali legami e in ciò è il pregio della povertà. Ci hanno confinato quaggiù, siamo straccioni, il nostro stato è quello delle bestie, avremo diritto ad una nostra morale, mi pare!

      Schignòtt tacque con gli occhi fissi e assunse l'aria compunta di colui che non intende ed è per maravigliarsi.

      — Poi — riprese il prete — siamo innocenti.

      — Questo è vero! — disse Schignòtt: — Però oggi o domani ci porteranno al buio.

      — E che vorresti fare?

      — Ti chiedevo consiglio. Apulinêr non è in casa?

      — No; ma tornerà fra poco.

      — Dio mi castighi, se non ho una paura maledetta.

      — Dei poliziotti?

      — No, della prigione.

      — E perchè?

      — Perchè?... perchè senza sole, il respiro СКАЧАТЬ