La Fine Del Cammino. Tricia Ross
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Название: La Fine Del Cammino

Автор: Tricia Ross

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современные любовные романы

Серия:

isbn: 9788835413059

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СКАЧАТЬ dalla terribile droga del sesso. Ma mi fa piacere, e quindi mi volto verso di lui per elargirgli la ricompensa che si è guadagnato.

      "Sei stato fantastico! - dico, senza mentire – Se ti va, puoi restare a dormire qui. "

      In realtà, li lascio sempre dormire, mi sembra giusto visto che poi non li chiamo mai più.

      "Va bene. - risponde, baciandomi sulle labbra - Allora resto."

      "Ottimo!"

      Sfodero il mio sorriso più adorabile e faccio scorrere un dito dal suo sterno verso tutti i muscoli dell'addome, e fino alla linea di peli che delimitano il suo inguine.

      "Forse potremmo rifarlo, prima di andare a dormire. " sussurro.

      Lui fa una risatina e mi tocca un seno con la sua mano calda.

      "D’accordo." risponde.

      ***

      La luce del mattino che filtra attraverso le tende della finestra della mia camera da letto mi arriva direttamente sugli occhi e mi sveglia. Sbatto le palpebre, cercando di scrollarmi di dosso un sogno che, sebbene non ricordo bene, mi ha lasciato una sensazione spiacevole.

      Mi siedo sul letto e sbadiglio rumorosamente mentre mi stiro. Non c'è nessuno al mio fianco e questo rende piacevole il mio risveglio. Sul comodino qualcuno ha lasciato un biglietto scritto con una grafia infelice. «Una serata meravigliosa, spero di ripeterla presto. Ti lascio il mio numero» c’è scritto. Sotto quelle righe c'è un numero di telefono e la firma di Toni.

      Prendo il biglietto, lo appallottolo e provo a lanciarlo nel cestino sotto la scrivania. Ci riesco.

      Mi alzo e infilo i piedi nudi in morbide pantofole, mentre mi guardo allo specchio appeso alla parete accanto all'armadio a due ante. I miei capelli sono arruffati e i miei occhi sono scuri per il trucco che non ho lavato via, ieri sera. Sono nuda e ho freddo, quindi prendo le mutandine e la vestaglia dall'armadio e me le infilo.

      Esco di nuovo dalla mia stanza sbadigliando e mi dirigo in bagno, dove elimino ciò che resta del trucco sotto gli occhi, le tracce di rossetto e di fard. Poi mi raccolgo i capelli e vado in cucina a prepararmi un bel caffè. Più tardi mi farò una doccia.

      Proprio mentre mi siedo su uno degli sgabelli del bancone che divide l’angolo cucina dalla zona soggiorno-pranzo del mio appartamento, la porta d'ingresso si apre e Lucas fa la sua comparsa. Sembra che non abbia dormito tutta la notte.

      "Ciao bella! - mi saluta – Fai colazione da sola, oggi?"

      "Se n'è andato prima, - rispondo mentre sorseggio un confortante caffè caldo – era un bravo ragazzo."

      "Ti sei divertita"?

      "Non posso lamentarmi. – rispondo - E tu?"

      "Tutto ok!"

      Io e Lucas non abbiamo bisogno di parlare molto, per capirci. Ci scambiamo un sorriso malizioso e ci facciamo una risatina, poi lui mi dice che se ne andrà a dormire e io resto sola, seduta all'American bar, a bere il mio delizioso caffè.

      Lucas ed io siamo amici intimi sin dal liceo. Eravamo così inseparabili che ci siamo perfino laureati nella stessa materia, dopo aver finito il liceo, Comunicazione Audiovisiva. Sia la mia famiglia che la sua credevano che saremmo diventati una coppia, ma Lucas ha sempre saputo che era gay e non io ho mai provato alcun tipo di interesse per lui come uomo, nonostante fosse bello come nessun altro. Quando il mio cuore si è spezzato per la prima volta, lui era lì; anche alla seconda e alla terza, e perfino all’ultima, lui c’era. È stato lui che mi ha appoggiato quando ho deciso di lasciare la casa dei miei genitori, e che è venuto a vivere con me quando il mio ex ragazzo se n'è andato, lasciandomi nei guai ...

      Lucas è l'unico uomo della mia vita che voglio tenere al mio fianco, l'unico rapporto profondo che voglio avere con qualcuno del sesso opposto.

      Con questi pensieri nella testa finisco il mio caffè e mi dirigo alla doccia. Ma, mentre mi avvio, noto una lucina lampeggiante sul telefono, che è sul tavolo accanto al divano. Mi avvicino e premo il pulsante per ascoltare i messaggi in segreteria.

      "Ciao Violeta, tesoro! – mi dice una voce maschile che non riconosco - Sono Pedro. Come stai? Mi chiedevo se ti va un drink sabato pomeriggio, o anche domenica. Mi sono divertito molto l'altra sera e vorrei rivederti. Comunque ... chiamami."

      Senza esitare, cancello il messaggio dalla segreteria telefonica. Ricordo Pedro, ci siamo visti la settimana scorsa. Anche Pedro era attraente, come Toni, ma troppo egoista a letto. Avevo già deciso di non rivederlo, e non ho cambiato idea.

      Con calma vado in bagno, apro l’acqua della doccia e aspetto che diventi calda mentre mi spoglio. Ho ancora un paio d'ore per fare una lunga doccia tonificante prima di andare, come faccio quasi ogni domenica, a mangiare a casa dei miei genitori. Ormai è diventata quasi un’abitudine.

      Il rapporto con la mia famiglia d’origine è difficile da descrivere. Quando ero adolescente andavo d'accordo con mia sorella maggiore, Victoria, che a quel tempo mi sembrava noiosa e arrogante. Adesso però posso dire che ci comprendiamo abbastanza, anche se il nostro modo di essere resta incompatibile, come l’olio e l’acqua. Al contrario, con l'altra mia sorella, Vera, che è più giovane di me, sono sempre andata molto d'accordo. Da bambine eravamo entrambe sognatrici, timide e romantiche. Io sono cambiata, mentre lei è rimasta sempre la stessa; comunque, continuiamo a capirci.

      Quanto ai miei genitori… La mia opinione è che hanno sempre preteso troppo da me. Mia madre adora Victoria perché è proprio come lei, forte e indipendente; mio padre, dal canto suo, ha scelto Vera come pupilla per via del suo carattere dolce e riservato. So che mi vogliono bene entrambi, ma quando ci sono tre figlie per due genitori inevitabilmente una rimane fuori, e in questo caso quella sono io.

      Quando sono andata via di casa per convivere con il mio ragazzo ero ancora troppo giovane, e così ho litigato molto con loro e con Victoria. Capisco che mi consideravano impulsiva, folle e poco assennata, ma io ho sempre voluto decidere da sola per la mia vita, e fare i miei errori, ed è questo che loro non hanno mai compreso.

      Per fortuna, quando il mio ex se n'è andato lasciandomi col cuore spezzato, i litigi sono finiti e i miei, a modo loro, mi sono stati vicini. Non sono tornata a vivere in famiglia grazie a Lucas e ne sono felice. Altrimenti la situazione poteva non essere come lo è adesso, sopportabile.

      Con questi ricordi agrodolci nella testa, esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio. Mi piacerebbe ascoltare della musica, mentre mi vesto e mi preparo, ma Lucas dormirà già, quindi cerco di muovermi in silenzio. Poco dopo esco dalla porta. C’è una mezz’ora di autobus, da casa mia a quella dei miei genitori, quindi mi accendo l’ iPod, pronta a godermi il viaggio e la musica.

      VICTORIA

      Un minuto. Ecco quanto devo aspettare per scoprire se questo mese sono finalmente riuscita a rimanere incinta. Appoggio il lungo aggeggio bianco sul lavandino di marmo e mi siedo sul water, mentre aspetto.

      Carlos è andato con il suo migliore amico, Javier, a un barbecue di campagna. Ultimamente progetta delle uscite con lui e con gli altri suoi amici, soprattutto la domenica. Credo che si senta un po’ in ansia, come me. E anche frustrato.

      Sono mesi che cerchiamo di diventare genitori e, non so perché, non ci siamo ancora riusciti. Il dottore dice che sembra che vada tutto bene ma non posso fare a meno di pensare СКАЧАТЬ