Jessica Ek. Giovanni Haas
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Название: Jessica Ek

Автор: Giovanni Haas

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Триллеры

Серия:

isbn: 9788835406846

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СКАЧАТЬ cresciuto dopo il primo crimine: per l'omicidio di Monica la preparazione era stata più accurata, non c'erano segni d'improvvisazione come l'utilizzo dell'elastico per capelli. Rapire e tenere nascosta per una settimana una ragazza comporta un grande dispiego di risorse: un veicolo per il trasporto della vittima, un luogo al riparo da occhi e orecchie indiscrete, organizzare la sussistenza, procurarsi il sonnifero e, naturalmente, avere molto tempo da dedicarle, forse anche con l'aiuto di complici.

      Nico sorseggia il suo caffè.

      Nell’anno seguente l’attenzione sul caso non calò, e quando la polizia sentiva un po' meno il fiato sul collo da parte dei media, ci pensava la giornalista a rianimare l'interesse dei colleghi.

      Fu lei che arrivò a scoprire e pubblicare il messaggio lasciato dall'assassino tra le mani della povera Monica. Un aggancio al caso di Martina che aveva eliminato qualsiasi dubbio sul fatto che si trattasse del medesimo assassino.

      In una prima occasione la Blum rilevò semplicemente che era stato trovato una sorta di messaggio sotto forma di diploma contraffatto, ma la cosa venne smentita dalla polizia. Qualche settimana più tardi, completò l'opera andando nei dettagli: indicò dov'era stato trovato, di chi erano le firme in calce e il testo impresso.

      Per questo fu convocata dal procuratore Zappa che conduceva l'inchiesta; le chiese chi era la sua fonte, minacciandola di denunciarla per aver intralciato le indagini se non glielo avesse rivelato. La Blum, però, si era appellata all'obbligo di tutela e segretezza delle fonti ed era riuscita a mantenere il segreto.

      Se la talpa fosse stata un poliziotto o un qualsiasi altro collaboratore della polizia o del pubblico ministero – cosa, tra l'altro, molto probabile vista la quantità e qualità dei dettagli a conoscenza della giornalista – oltre a perdere il posto di lavoro, si sarebbe guadagnata una denuncia penale per violazione del segreto d'ufficio.

      Il messaggio del killer stimolò la fantasia di giornalisti e psicologi, che facevano a gara per dargli un significato. C'erano due particolari che davano più argomenti di discussione: il testo era vergato in terza persona e non in seconda, quindi non pareva indirizzato a Monica, ma era dedicato a chiunque avesse intrapreso la stessa strada; inoltre, era al femminile.

      Qualsiasi cosa avesse voluto dire, il riferimento a Eva e alla mela colta da Adamo era fin troppo facile. Tutti, più o meno, davano il medesimo significato: “a qualunque donna avesse peccato per rimediare alle sue colpe, emettendo da sé la sua condanna a morte". Un giornalista arrivò persino a intitolare un suo articolo “Chi sarà la prossima Eva?”, facendo, con l'aiuto di un famoso criminologo, il profilo della possibile futura vittima.

      Il settembre del 2011 fu un mese di paura per le laureande e le loro famiglie, soprattutto per quelle della facoltà di Legge.

      L'ateneo aveva ingaggiato servizi di sicurezza privata con lo scopo di dissuadere ogni malintenzionato e di dimostrare di aver fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza nei luoghi di loro spettanza.

      Dal canto suo la polizia, senza fare pubblicità, aveva messo in atto una serie di provvedimenti, inserendo personale in abiti civili in tutte le cerimonie di consegna dei diplomi, con lo scopo d'individuare ogni possibile elemento sospetto prima che potesse agire.

      Nelle strade dove erano organizzate le feste per i laureandi c'erano pattuglie che facevano il giro senza sosta e appostamenti discreti nei punti più a rischio. Cercando di non fare troppo allarmismo, con l'aiuto di radio e televisione, erano state date delle linee di comportamento non solo per le giovani donne, ma per tutti coloro che avessero notato qualcosa d’insolito.

      In particolare, la polizia voleva essere subito informata nel caso una laureanda non fosse stata rintracciabile o ci fossero stati movimenti sospetti, così da attivare nel minor tempo possibile un piano di posti di blocco che avrebbero permesso d’intercettare chiunque avesse voluto lasciare la città. L'idea era quella di essere il più discreti possibile; in realtà, le segnalazioni di ragazze scomparse furono così tante che i posti di blocco restarono attivi ventiquattro ore su ventiquattro nei tre fine settimana che avevano seguito i venerdì della consegna dei diplomi.

      Alla fine, fortunatamente, si trattò solo di falsi allarmi: ragazze in locali con la musica così alta da non sentire il cellulare, oppure troppo sbronze o stanche per rispondere. Alcune di queste si erano dimenticate di chiamare a casa come promesso e automaticamente le famiglie avevano fatto scattare l'allarme.

      A ogni modo, i giornali non smisero di parlare del Killer delle Laureande: dovevano dare una motivazione al mancato atteso omicidio. Avevano sbagliato i criminologi? Forse la polizia con la sua presenza aveva dissuaso l'omicida dai suoi intenti, o lo aveva semplicemente fatto arrabbiare e si sarebbe ripresentato più in là, magari contro più ragazze?

      Ci fu addirittura chi lo collegò all’omicidio in Svezia della giovane Ingrid, studentessa in medicina; forse, non potendo agire in casa sua, l'assassino era emigrato all'estero. Un’ipotesi caduta quasi subito, quando si scoprì che la giovane era stata vittima di un omicidio passionale da parte del suo ex ragazzo, che non aveva accettato la sua nuova avventura sentimentale.

      In novembre la tensione iniziò a scemare: i giornalisti cominciavano a dubitare che il Killer delle Laureande avrebbe colpito ancora e nella raccolta di articoli del signor Motta non vi erano più articoli della Blum.

      Nico a quel punto ha bisogno di una pausa. Appoggia i fogli e si lascia andare contro lo schienale della sedia girevole. Incrocia le dita e mette le mani dietro la testa. Chiude gli occhi.

      Mentalmente ripassa le prime informazioni ricavate da quanto letto finora. I rapporti di polizia non sono molti in effetti, è chiaro che non sono tutti, ma deve accontentarsi di quello che ha.

       Gli allegati sono invece parecchi: rapporti della scientifica, verbali d'interrogatorio di parenti e conoscenti delle vittime, persino i rapporti sulle condizioni meteorologiche al momento dei fatti.

      Nico apre gli occhi e ricomincia a scartabellare; i giornalisti hanno scritto molto, ma le informazioni effettivamente utili sono poche e molto ripetitive. Farebbero comodo degli articoli più recenti della Blum, Nico si prefigge di cercarne altri in internet.

      Si sistema meglio sulla vecchia poltrona quasi sfondata, dall’imbottitura lisa e così schiacciata da sembrare marmo. Era già lì quando, anni prima, aveva affittato quel magazzino. E l'aveva sempre ritenuta una sedia comoda, finché a casa di Matteo aveva provato la sua e aveva capito la differenza tra una semplice sedia girevole e una vera poltrona da scrivania.

      Nico si alza e si gira verso la parete facendo qualche esercizio di stretching. Appesa al muro, c'è una una pubblicità vintage in metallo: il disegno di una ragazza in minigonna e pattini a rotelle che tiene in mano un vassoio con una bottiglietta di Coca-Cola e un hamburger; poco più a destra un orologio di plastica ingiallito è fermo sulle due e venti. Il resto della parete è spoglio, qua e là ci sono dei chiodi dove un tempo probabilmente erano appesi dei quadri e magari un calendario; Nico ne ha usato uno per appenderci la sua autorizzazione a esercitare come investigatore privato e uno per attaccare una sua fattura non pagata da un cliente, ci aveva scritto con un pennarello rosso: Rintracciare Poretti!!!, ma finora nonostante quel memorandum, non ci ha mai provato. Gli altri chiodi li ha semplicemente lasciati al loro posto e ormai non ci fa più caso.

      Per il resto la stanza che funge da ufficio è spoglia e minimale. Una cassettiera di metallo è appoggiata alla parete di fronte la scrivania e una felce finta e coperta di polvere e brandelli d’intonaco che vengono giù dal soffitto campeggia davanti la finestra che affaccia sull’interno della fabbrica.

      La vicina ferrovia è il motivo del prezzo bassissimo dell’affitto: le vibrazioni al passaggio di decine di СКАЧАТЬ