Omicidi Alieni. Stephen Goldin
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Название: Omicidi Alieni

Автор: Stephen Goldin

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Научная фантастика

Серия:

isbn: 9788885356719

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СКАЧАТЬ di Path–Reynik Levexitor”.

      “Se sono fortunata,” aggiunse, parlando a sé stessa, “non lo troverò.”

      Si ritrovò in un’anticamera nello spazio virtuale, proprio all’esterno dell’ufficio di Levexitor. Di fronte a lei due portoni di legno senza alcuna decorazione. Il fatto che lei si trovasse lì significava che l’impianto di Visita Virtuale di Levexitor era sintonizzato e che il suo arrivo gli era già stato annunciato.

      “Signorina Rabinowitz,” disse la voce eterea di Levexitor. “Non mi aspettavo un’altra sua visita così presto.”

      “La prego di scusarmi se la disturbo, Altissimo. Posso tornare in un altro momento.”

      Ci fu una pausa stranamente lunga prima della risposta. “Non vedo alcun motivo perché non dovremmo parlare ora. Non è che io fossi impegnato con altre cose. Può entrare.”

      Rabinowitz si diresse verso la porta virtuale di fronte a lei, che oscillò verso l’interno per ammetterla alla realtà che Levexitor aveva scelto di mostrare a suoi visitatori.

      Alcune erano creature di fantasia, che creavano degli habitat virtuali elaborati dal design esotico. I Jenitharp non erano fra queste. L’ufficio di Levexitor era esattamente come era stato ogni volta che lei lo aveva visitato negli ultimi quattro mesi. Le pareti erano color granata spruzzate d’oro, mentre il pavimento era liscio e grigio ardesia. C’erano due porte – quella da cui era entrata e una all’altra estremità della stanza – e nessuna finestra.

      Una luce diffusa proveniva da una fonte non identificata. La stanza era piccola, qualcuno di tale importanza sulla terra avrebbe avuto un ufficio spazioso. Era una stanza cupa, triste, quasi come una cantina ammobiliata alla bell’e meglio, ma d’altronde lo stesso Levexitor non era il massimo della personalità.

      Contro la parete di fondo, c’era una postazione bassa, dove stava normalmente l’assistente di Levexitort, Chalnas. Chalnas era il tipo di impiegato che passava tutto il suo tempo a scrivere su di un taccuino. Rabinowitz non ricordava di averlo mai sentito pronunciare cinque parole consecutive, ed anche in quei casi era solamente per chiedere dei chiarimenti.

      Chalnas non c’era in quel momento. Era una di quelle persone che non noti se c’è, ma la cui assenza stona.

      Nel centro della stanza, alla sua scrivania, c’era Path–Reynik Levexitor. I Jenitharp erano bipedi, ma umanoidi solo per una definizione generosa del termine. Erano cilindri irsuti, ricoperti da un piumaggio un po’ simile al marabù. Due lunghissime braccia, collegate al corpo nel punto in cui ci dovrebbe essere la cintura; potevano raggiungere con la stessa facilità la sommità delle loro teste bulbose e le suole dei loro grandi piedi. Gli occhi erano nascosti meglio di quelli di un cane da pastore e le voci sembravano risuonare dal loro intero corpo.

      La proiezione di Levexitor nello spazio virtuale era altissima, una spanna più alta di Rabinowitz. Il suo marabù era screziato di lavanda, molto più elegante del marrone plebeo di Chalna. Era così nobile che non aveva bisogno molto di muoversi.

      Non c’erano sedie nella stanza. Rabinowitz era in piedi, Levexitor era in piedi, Chalnas— quando era presente – stava in piedi. L’attitudine di rendersi deliberatamente più bassi davanti agli altri era chiaramente impossibile su Jenithar. Se Rabinowitz non fosse stata in grado di sedersi comodamente nella sua sedia reclinabile a casa, anche mentre stava in piedi nello spazio virtuale di Levexitor, alcune delle sue lunghe sessioni di trattativa non sarebbero andate così bene.

      “Benvenuta, Signorina Rabinowitz. Non mi sarei aspettato di trovarmi di nuovo di fronte a lei così presto.”

      “Le chiedo veramente scusa per l’intrusione Altissimo. C’erano ancora alcuni piccoli dettagli da sistemare, e pensavo potessimo farlo una volta per tutte, … ma se Chalnas non è qui per registrarli.”

      “È il giorno di riposo di Chalnas, ma posso ricordare bene quello che diremo. Continui, la prego.”

      Rabinowitz passò i successivi 10 minuti a discutere le definizioni precise di diritti teatrali in nero, per tutti e tre i romanzi Tenger e la durata esatta delle opzioni.

      Anche se era un esercizio senza senso, le dava una scusa legittima per essere lì.

      Nelle risposte di Levexitor c’erano delle insolite lunghe pause, e lui sembrava piuttosto a disagio.

      C’era evidentemente qualcosa nel suo spazio reale che preoccupava almeno una parte della sua mente. Quando Rabinowitz commentò che probabilmente lui avrebbe preferito occuparsi delle sue cose personali e rifarsi vivo con lei più tardi, lui respinse l’idea con un gesto della mano e continuò la discussione.

      Quando arrivarono al punto cruciale e lo affrontarono in modo più dettagliato di quanto fosse necessario, Rabinowitz disse, “Altissimo, ho qualche esitazione a sollevare delle questioni così delicate davanti a qualcuno così alto, ma qualcosa mi ha disturbato così tanto che sento di doverle parlare di questo.”

      “La prego di sentirsi libera di parlare apertamente.” Disse Levexitor.

      “Molto bene, Altissimo,” disse Rabinowitz. “Sulla Terra ci sono voci che dei criminali stiano cercando di contrabbandare la nostra letteratura su mercati dei mondi esterni. Non ho sentito nomi, ma solo i più infimi dei nostri si abbasserebbero a svolgere un’attività di questo genere.”

      “È curioso che lei parli di questo argomento proprio adesso, Signorina Rabinowitz. Continui, la prego.”

      “So che lei naturalmente è al di sopra di certe cose. Come amica, tuttavia, ero preoccupata che Lei potesse inconsapevolmente essere raggirato da questi esperti criminali e commettere azioni che potrebbero certamente sminuirla. Pensavo anche che potesse sapere come diffondere queste notizie fra i suoi colleghi più bassi, alcuni dei quali potrebbero cedere alla tentazione. Questi criminali sono privi di scrupoli e sminuirebbero chiunque trattasse con loro.”

      “Infatti,” disse Levexitor. “Posso capire fin troppo bene che qualcuno, persino il più alto fra noi, potrebbe essere momentaneamente tentato da queste offerte, in particolare se provengono da alte fonti.” Ci fu un’altra lunga pausa. “Sì,” continuò infine, “e posso anche capire lo sminuire di cui parlava. Per parlare in tutta franchezza, Signorina Rabinowitz—”

      Levexitor si fermò improvvisamente e si girò. La testa si piegò all’indietro, come se stesse guardando in alto. Poi, emettendo un piccolo grido, si chinò in avanti sulla scrivania e restò fermo, fermissimo.

      “Altissimo? Altissimo?” La stanza era completamente silenziosa. Nessun movimento, nessun rumore. Rabinowitz si guardò intorno. Non c’era nessuno nella stanza virtuale, a parte Levexitor e lei. E Levexitor non si muoveva.

      Rabinowitz avanzò fino a trovarsi proprio di fianco al grande alieno. Si sporse per toccarlo. Era massiccio, come toccare un albero indossando spessi guanti di gomma, ma nessun’altra sensazione oltre a quella. Il corpo proiettato di Levexitor era reale come le pareti – e non più vivo.

      Camminando lentamente, fece il giro della stanza. I suoi passi non facevano rumore. Levexitor non faceva rumore. Le sole cose che udiva erano le sue pulsazioni che le fluivano nelle orecchie e il respiro che stava cercando di tenere controllato.

      Non sarebbe stato un bene gridare o chiedere se ci fosse qualcuno. In questo spazio virtuale c’era solo la sua proiezione e la proiezione di Levexitor. Qualcuno o qualcosa poteva essersi introdotto nello spazio reale di Levexitor e poteva in effetti СКАЧАТЬ