Ahi, Giacometta, la tua ghirlandella!. Beltramelli Antonio
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СКАЧАТЬ il mio silenzio, il signor Antonio si rivolse a Giacometta e le chiese:

      – Ma dove hai trovato questo signore?

      – L'ho trovato in giardino – rispose Giacometta.

      – E da qual parte è passato se Girolamo non ci ha annunciato neppure una visita?

      La giovinetta fece una smorfia e rispose con palese indifferenza e tranquillità:

      – Credo sia passato da una finestra.

      – Da una finestra?.. – domandarono i due zii ad una voce e tanto l'uno quanto l'altro mi spalancarono addosso due smisurati occhi.

      – Volete spiegarci questo enigma? – domandò il signor Antonio.

      – Su, Franzi, parlate – fece Giacometta con adorabile semplicità.

      Ma io non trovavo modo di spiccicar parola; tormentato fra mille dubbi; preso da un inverosimile timore ero nell'assoluta impossibilità di formulare alcunchè di concreto. E mi sosteneva inoltre l'ultima disperata speranza che Giacometta intervenisse.

      Allora il signor Tomaso, continuando il silenzio, divenne aggressivo.

      – Spero non ci vorrete far perdere maggior tempo – disse. – Su, che diavolo facevate con Giacometta?

      – Che diavolo facevate? – soggiunse il signor Antonio.

      – Ma, Franzi, siete davvero tanto timido?.. Quando io sono contenta potete parlare liberamente. Gli zii sono buoni e fanno quello che desidero!

      Allora impallidii certamente anche nelle mie parti più celate. Di fronte a quale enigma mi poneva la mia sfinge improvvisa?

      Dopo le parole di Giacometta i due anziani si guardaron negli occhi, poi lo zio Pertica domandò alla nipote:

      – Dunque tu conosci questo signore?

      – Eh, se lo conosco!

      – E perchè non dircelo prima? – fece lo zio Antonio.

      – Perchè è per lo meno strano che io debba parlare prima di lui.

      – Ma allora, se lo conosci, saprai anche perchè è venuto – riprese lo zio Pertica.

      – Certo che lo so! Anzi lo so benissimo! E parlerò. Siete contento Franzi?

      Le avrei gettato le braccia al collo.

      – Sì, Giacometta, ve ne prego!.. Parlate… Parlate subito!..

      Che cosa avrebbe detto?.. Che cosa avrebbe detto mai?..

      – Ebbene… il signor Franzi è venuto a chiedere la mia mano!..

      Il primo impulso, il più forte, fu quello di gridare ai vecchi musi:

      – No, non è vero!.. Non è vero!..

      Ma tacqui, allibito, aspettando che l'inevitabile burrasca mi investisse.

      Invece seguì un silenzio in cui i due cacciatori mi osservarono ancora; poi lo zio Pertica chiese tranquillamente a Giacometta:

      – E tu che ne pensi?

      – Io sono contenta!

      – Ma sai chi è questo signore?

      – È un giovine povero; ma è un grande poeta! – rispose imperturbata la mia Sibilla.

      Allora i due anziani si guardarono nel fondo degli occhi e l'uno fece all'altro, ad un dipresso, il ragionamento che segue:

      – Già!.. Che ne pensate, Antonio?.. Dopo tutto noi non ci entriamo e non dobbiamo entrarci. Ma, – dice – il mondo non fa così… È vero, è vero, è vero!.. Lo sappiamo… lo sappiamo!.. Ma noi facciamo così, noi Tomaso Maldi e Antonio Maldi!.. Dice: – Un poeta!.. A chi la danno quella povera figliuola, a chi la danno!.. – Adagio, rispondiamo noi. In primo luogo noi non diamo Giacometta a nessuno, non vi pare, Antonio?.. È lei che si dà! Poi un poeta è un uomo rispettabile come un altro. Che ne pensate, Antonio?.. Siamo stati poeti anche noi, ai nostri bei tempi! Se Giacometta ama questo signore e se questo signore ama Giacometta, la nostra coscienza è tranquilla. Noi non dobbiamo guardare un millimetro più in là. Noi non dobbiamo investirci della parte di una giovinetta. Così quando Giacometta ci presenta il suo uomo, a noi non resta che mettere la firma sotto la sua decisione. Che ne dite, Antonio?.. E noi mettiamo la firma!

      – Sicuro!.. E noi mettiamo la firma – soggiunse il piccolo zio. – Dopo tutto si tratta di logica.

      – È quello che ho sempre detto io – fece lo zio Pertica. Poi, senza più occuparsi di noi, alzò fino agli occhi la gabbia che teneva sospesa al dito anulare della mano destra, guardò amorosamente il suo merlo o tordo che fosse, e disse al fratello:

      – Antonio, questo sarà un richiamo monumentale. Ha la voce di Caruso.

      E si avviarono, rifacendo il verso agli uccelli, verso le ombre e le tese insidie del loro uccellatoio.

      V

      Anche se sei sulla soglia non ti credere entrato!

      Non appena soli mi ricordo che giunsi le mani ed esclamai, rivolto alla mia fidanzata improvvisa:

      – Che cosa avete fatto, Giacometta?

      – Mi pare che ora possiate trattarmi con maggior confidenza – rispose dolcemente il mio vivo enigma.

      – Ma come si aggiusteranno le cose?

      – Perchè?

      – Come perchè? Io, Francesco Balduino, fidanzato di Giacometta Maldi?..

      – In primo luogo – rispose Giacometta – non vedo la necessità che voi andiate a raccontar fuori ciò che oggi vi è accaduto; ed anzi vi prego, e vivamente vi prego, di non farne parola. Ciò che passa fra voi e me non riguarda che noi due, mi sembra, ed io comincerei ad odiarvi il giorno in cui vi sapessi vanitoso e pettegolo. Poi, caro Franzi, non correte troppo! Fidanzato non vuol dir niente e voi avete troppo ingegno per non capir questo. Io, se così vi piace, mi sono fidanzata a voi, oggi, solo per aver più agio a conoscervi; ma non vi illudete, Franzi! Può darsi benissimo, fra le altre cose, che posdomani non mi garbiate più ed io stessa vi preghi di allontanarvi!

      – Ciò che mi dite è molto chiaro, ma non è confortante!

      – Come più vi piace, caro Franzi; ma non si può fare diversamente. Ora sta a voi a conquistarvi tutto il cuore di Giacometta!

      Eravamo presso l'atrio della casa bianca dalle grandi invetriate e moriva l'ultimo crepuscolo. Il cielo si approfondiva nell'ambra; si allontanava per aprir le sconfinate strade degli astri. E già c'era una stella sopra le vecchie roveri del roccolo, la stella nata dal cuore del sole, la tuttachiara, quella che ha il sorriso della giovane malinconia. Nè il marzo era freddo quell'anno, anzi si ammorbidiva in un tepore di precoce primavera. Ogni aroma, nella delicata grazia della sera che moriva, poi che l'aria si faceva immota come la pupilla che si affissa e attende, si diffondeva più intenso e insistente, tanto da associarsi alle sensazioni più vive e da compenetrarle con la sua dolcezza. E i СКАЧАТЬ