Il peccato di Loreta. Boccardi Alberto
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Название: Il peccato di Loreta

Автор: Boccardi Alberto

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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isbn: http://www.gutenberg.org/ebooks/27158

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СКАЧАТЬ francesi, dieci mesi sono. La notizia della sua morte deve aver portato un ultimo colpo sulla salute malferma della sua sfortunata figliuola.

      –Poveretta, poveretta! – sclamò la signora Chiara con accento commosso.

      E un improvviso silenzio si fece fra i tre interlocutori di quella scena.

      Prè Letterio aveva compreso la penosa impressione destata dal proprio racconto nell'animo del professore e di sua madre. Eglino sentivano entrambi risvegliarsi in quel momento tanti ricordi, che il tempo aveva addormentali in fondo ai loro cuori.

      Dall'epoca in cui il dottor Giovanni Sant'Angelo, compromesso in complotti politici, era stato costretto a riparare in Isvizzera, pochi rapporti aveva egli più avuto colla famiglia della sorella. Col cognato, Prospero Lambertenghi, non erano mai andati d'accordo; diversità d'indole e di sentimenti gli aveva tenuti discosti. Quando, dopo sedici mesi da che il Sant'Angelo trovavasi a Ginevra, giunse la notizia che Camilla era morta, rapita in breve tempo da un fiero morbo, ci fu un momentaneo ravvicinamento de' due cognati. Allora nelle lettere, scritte da ambo le parti sotto la impressione di quella sventura, molte cose dolcissime furono dette a proposito della povera bimba, Loreta, che restava a cinque anni senza il conforto amoroso della mamma. Indi tutto cambiò. Da un lato le fortunose vicende di que' tempi, dall'altro alcune brutte voci corse sulla condotta del Lambertenghi, valser, a rimettere un nuovo gelo tra le due famiglie. Come in simili casi avviene? nè dall'una parte nè dall'altra fu più nè desiderato nè tentato un riavvicinamento, I Sant'Angelo avevano udito per mera combinazione di grandi viaggi impresi dal Lambertenghi; avevano vagamente saputo che la giovane sua figlia, uscita da un educandato, s'era data a fare l'istitutrice. Più in là, nulla. Le ultime novelle le avevano ricevute quel giorno per bocca del prete Letterio.

      Dopo un lungo silenzio, la signora Sant'Angelo tornò a mormorare, come a conclusione di tutto ciò che le era ripassato nella mente:

      –Povera creatura, povera creatura!

      –Eh! – fe' il prete con un profondo sospiro, – sarebbe un'opera ben meritoria il porgere una mano a questa sventurata!..

      Il professore, serio, colle dita sprofondate nel suo barbone, guardava fissamente la madre come per leggerle sul viso ciò ch'ella pensava.

      Poi ad un tratto:

      –Potendolo fare! – disse a mezza voce. – Potendolo… sicuro!

      –Potendolo, professor mio! Ma è tanto facile. Che cosa chiede quella poveretta? Ve lo dissi prima. S'accontenterebbe persino di un posto di cameriera…

      –E tu, mamma, che dici?

      –Che vuoi ch'io dica? Penso che, dopo tutto, quella lì è sangue nostro. È la nipote di tuo padre. Che se anche infine il Lambertenghi, che Dio lo riposi, è stato un cattivo soggetto, non è poi giusto che la figlia di lui, che non ne ha colpa nè peccato, debba soffrire a questo modo…

      La vecchietta, la quale aveva messo in quella risposta tutta la focosa convinzione di cui si sentiva dominata, s'interruppe un momento guardando il figliuolo:

      –Tu approvi quello ch'io penso?

      –E chi mai non approverebbe i buoni pensieri che tu hai sempre, mamma… coll'angelico tuo cuore… La signora sorrise un poco.

      –Ah! per questo sì, mi ci sottoscrivo anch'io! – intervenne prè Letterio. – E che voi, signora Chiara, e che il professore Mattia avreste pensato così, io non ho dubitato un istante. Anzi, volete che ve la dica tutta?

      –Ma sì, ma sì.

      –Ebbene: viaggio facendo, nel mio cervello ho architettato perfino un mio bravo progetto. Ma, badate, un progettino in tutta regola, che se mai potesse avverarsi sarebbe una cosa tanto bella… Ve lo dico?

      –Fuori, prè Letterio, fuori!

      –Ecco qua. Già tante volte il professore Mattia mi aveva fatto un certo discorso: "La mamma è una donna forte, una donna che per la casa è un tesoro, ma infine cogli anni che passano avrà pure bisogno di condurre una vita un po' più tranquilla…" E poi, non una ma cento volte, un'altra cosa mi disse: "lui deve badare agli studi, deve restarsene tante e tante ore chiuso con i suoi scartafacci e le sue medaglie… e la mamma intanto a star sola si deve pur annoiare; così, in campagna, d'inverno, avere almeno una persona amica da barattar dieci parole lavorando insieme, da farsi leggere un libro per ammazzare il tempo!.." A tutto questo io ho pensato. Se vi prendeste la povera Loreta… Un posto qui alla vostra tavola si farebbe tanto presto. Poi, in fine di tutti i conti, meglio che un'estranea, una persona del vostro sangue… Eh?

      Il vecchio prete sostò, aprendo le braccia nell'atto di chi, avendo esposto una cosa molto logica, aspetti con tutta sicurezza la pronta adesione de' suoi interlocutori.

      E la risposta non tardò.

      –Certo che quanto don Letterio dice è molto giusto! – fe' il professore. – La combinazione sarebbe buonissima…

      E così a furia di reticenze continuò ancora un poco, senza dare tuttavia un'esplicita dichiarazione.

      Ma al prete Letterio brillavano gli occhi, perchè, conoscendo perfettamente il suo amico, comprendeva che quegli, persuaso, persuasissimo, desideroso di annuire, restava in forse unicamente per lasciare che la madre decidesse lei, come le pareva:

      –Dunque, signora Chiara, che cosa vi consiglia il cuore?

      –Ma! il cuore mi consiglia di offrire a quella povera creatura il soccorso che ci domanda. Se Dio vuole che così sia per il bene di lei, ch'essa venga dunque! Purchè mio figlio sia contento…

      –Qua dentro la padrona sei tu, mamma. E poi, te l'ho detto già prima, tu non puoi volere una cosa che non sia bella.

      Don Letterio battè insieme le palme:

      –Bravi, bravissimi! È un'azione benedetta la vostra, e ne avrete il compenso. Figuratevi la gioia di quella creatura!

      –Le scriverete voi?

      –Immediatamente.

      –E siete contento?

      –Mi avete fatto il più caro dei regali per il mio ritorno… Ed ora, una gocciola ancora del vostro buon vino. E poi in viaggio.

      La signora Chiara riempì il bicchiere del prete e quello di suo figlio, ed anche nel proprio versò qualche stilla.

      Ridendo tutti e tre toccarono i bicchieri.

      Poi, prè Letterio risalì nel carrozzino che l'aspettava nel cortile, e, salutati gli ospiti, riprese la strada di Udine.

      III

      L'arrivo di Loreta fu stabilito per l'ultima settimana di ottobre. Prè Letterio l'aveva preannunciato con una lettera affettuosissima, in cui si dichiarava addolorato di non potere, a cagione di certi gravi suoi affari, recarsi al paese per assistere alla venuta della sua protetta.

      In casa Sant'Angelo già da qualche settimana era quello il discorso di tutte le ore.

      A mano a mano che il giorno dell'arrivo si approssimava, cresceva la impazienza della signora Chiara. E lo stesso professore, che di solito serbava in ogni cosa la piena serenità dell'animo, non sapeva sottrarsi dal dividere la irrequietezza di sua madre, la quale per parlargli di quell'argomento aveva perfino smesso il suo abituale scrupoloso riguardo di entrare nello СКАЧАТЬ