Название: Le Veglie Di Giovanni
Автор: Johann Widmer
Издательство: Bookwire
Жанр: Языкознание
isbn: 9783752940992
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Mah, io cosa dovevo aggiungere? Si sa che le persone hanno delle idee proprie su cosa si dovrebbe porre attenzione nell’aquisto di bestiame.
Promettevo di passare prossimamente per vedere questo magnifico esemplare e, in più, sarei anche disposto a prendere l’eccesso di latte al prezzo del produttore. Anzi, ne sarei contento, mi servirebbe per fare del formaggio.
La sera stavo aspettando la prima consegna di latte.
Ma non arrivava. Pensavo che loro stessi avessero iniziato a produrre formaggio.
Il giorno dopo andavo a vedere questa meraviglia della creazione. Se ne stava lì, come persa, in mezzo all’aia, con il suo piccolo- si trattava di un maschio- strappando qualche filo d’erba.
A dire il vero la mucca non corrispondeva del tutto alla mia immagine ideale, nonostante il manto setoso e le corna artistiche, ma non mi andava di distruggere brutalmente la gioia e la felicità degli allevatori novelli.
Davanti ad un bicchiere di vino, e in modo prudente, mi informavo sulla produzione di latte della Berta, così si chiamava la carinissima, incontrando un silenzio imbarazzante.
Dopo qualche titubanza confessavano che la cara, piccola mucca dallo sguardo giunonico non produceva quello che si aspettavano, ma potrebbe forse soffrire di uno shock da trasloco.
Sarebbero riusciti, dopo averla legata per bene, questa indocile Dea della fecondità, a mungere solo mezzo litro di latte, e per di più, avrebbe fatto cadere a terra il tenero vitellino Elena.
Ho dato loro il consiglio urgente di separare immediatamente il vitellino – che peraltro era un maschio – dalla sua mamma, perchè sarebbe sempre lui a bere tutto il latte.
Ma non sarebbe una cosa contro natura? Fu la loro obiezione.
Con il cuore pesante seguirono il mio consiglio, rinchiudendo il dolcissimo vitellino Elena, alias Archimedes, in un box costruito in tutta velocità.
Notte. Berta ruminava tranquillamente e un silenzio profondo calava sul paesaggio.
Magari..., sarebbe stato bello!
Il vitello strillava come se già dovesse andare al macello e la cara e mansueta Berta muggiva forte come sono capaci soltanto i cuori di mamme in difficoltà.
Niente e nessuno riusciva a placare i due, nè il fieno, nè l’acqua, nè le buone parole.
Soltanto quando i tormentati neo-contadini si resero conto dell’atto barbarico, egoistico e contradittorio, e dopo aver dato di nuovo retto alla natura, tornava la calma.
Con la tranquilla felicità di una mamma, Berta si godeva il poppante bevitore al suo petto.
Ma come si sarebbe desiderato un sorsetto di latte ogni tanto, venivano programmati tempi di separazione in graduale, lenta crescita.
Berta si lasciava condurre pacificamente al pascolo, mentre Archimedes se ne stava disteso, dormendo nel suo box.
Un’ora più tardi, il vitello strillava, Berta lo sentiva e correva in fretta e furia verso la stalla.
La recinzione era calpestata, un palo del pergolato caduto, la porta della stalla schiacciata e Berta ferita alla zampa anteriore, ma dentro la stalla regnava una pace paradisiaca.
Mamma e figlio, felicemente uniti.
Che bisogna c’era di agire contro natura, non portava a niente. Meglio lasciar andare le cose in modo naturale, rinunciando ai propri interessi materiali.
Ma Archimedes non cresceva bene.
La produzione del latte consisteva ormai soltanto di qualche goccia, troppo poco per il suo bimbo assetato.
Grande perplessità.
Mi veniva chiesto consiglio, in cambio raccoglievo sguardi inorriditi. Archimedes dal macellaio? Mai e poi mai.
Ma che idee hanno queste persone!
Da quel momento in poi Archimedes fu nutrito con latte intero, pastorizzato, della Coop.
In tal modo, uno commincia a farsi una idea di quanto veramente beve un vitello!
Per il resto si lasciava fare la natura, questi due inseparabili formavano un ideale quadretto di beatitudine. Venivano persino fotografati e filmati.
Dopo alcuni giorni, si presentava un problema nuovo.
La mansueta Berta mostrava spesso un comportamento strano, in particolare quando non era condotta con una corda. Sembrava indecisa, insicura, quasi ansiosa e il suo “stare ferma come una statua”, finora interpretato come “Berta filosofando”, iniziava a preoccupare sul serio i suoi padroni.
Attraversava il pascolo tastando, urtava spesso, ogni tanto batteva contro un albero o contro la porta chiusa della stalla, come se fosse miope.
Promettevo di procurare degli occhiali alla povera Berta nel caso fosse miope, ma potevo risparmiarmi questo scherzo, perchè non era nè miope, nè assente, nè filosofa, ma semplicemente e completamente cieca.
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