Название: Posseduta Dagli Alfa
Автор: Jayce Carter
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Зарубежные любовные романы
isbn: 9781802500387
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Il primo colpo della sua lingua le fece sollevare i fianchi dal divano. L’alfa infilò le mani sotto le sue cosce e le afferrò per tenerla ferma, prima di far scorrere la lingua lungo le sue pieghe, immergendovela dentro.
Doveva sentire il sapore dello sperma di Bryce e Joshua, ma a giudicare dal suo grugnito soddisfatto, non gli interessava. Usò la lingua per esplorare le sue pieghe, assaporando e stuzzicando ogni luogo che riusciva a trovare, fino a che raggiunse il suo clitoride. Vi fece correre la lingua intorno, poi usò una mano per scoprirlo. Non la gustò con scarso entusiasmo, non come aveva sentito dire, non come una spiacevole incombenza. No, la leccò con fervore, come se non ci fosse altro luogo in cui avrebbe preferito essere che a banchettare fra le sue gambe. Le sue labbra, la sua lingua, il delicato stuzzicare dei suoi denti, si mescolarono tutti insieme.
Claire chiuse gli occhi. Si focalizzò sulle carezze della sua lingua, i tiri delicati quando chiudeva le labbra intorno al suo clitoride e succhiava. I suoi fianchi si mossero, cercando di più e l’alfa, cogliendo la sua allusione, le diede ciò di cui aveva bisogno. Succhiò più forte, portandola sempre più in alto.
Claire aprì gli occhi e incontrò il suo sguardo, vide quegli occhi blu che la osservavano da in mezzo alle sue gambe e la vista le fece perdere il controllo. Venne, la stessa sensazione di vuoto dovuta al non averlo dentro, ma non era lo stesso gioco a cui stava giocando Joshua. Non si trattava solo di una tattica, di un modo per ottenere ciò che voleva, di un mezzo per raggiungere un fine.
La faceva sentire più al sicuro.
Kaidan premette di nuovo la lingua contro la sua apertura, scavando dentro di lei, mentre il suo corpo si contraeva, colpito da un’altra scossa. L’alfa si mosse verso l’alto, coprendola con il proprio corpo, poi si impossessò delle sue labbra in un bacio.
Fece passare la lingua fra le sue labbra e Claire sentì il proprio sapore. Non solo il suo, ma anche quello di Bryce e Joshua. L’omega che c’era in lei si godette golosamente lo sperma di non uno, ma due, alfa.
Gemette intorno alla sua lingua, succhiando per acchiappare ogni goccia che le stava offrendo. Tra l’orgasmo e il sapore di sperma, il suo corpo si riprese e cominciò a esigere di essere soddisfatto di nuovo.
Kaidan appoggiò il proprio peso su un ginocchio, si mise in posizione e affondò il suo cazzo duro dentro di lei con un movimento fluido. Scivolò dentro di lei con un colpo deciso e costante, riempiendola senza esitazione. Proprio come aveva promesso, non le fece alcun male. Non era indolenzita, non piagnucolava, non voleva tirarsi indietro.
L’alfa non interruppe il bacio mozzafiato neanche mentre le afferrava la coscia e se la metteva intorno al fianco. La scopò con colpi lenti e rilassati. Il che la aiutò ad alleviare la tensione nel suo stomaco, la aiutò a riprendersi dal calore, dal bisogno.
Non era più disperata come prima, non più così fuori di sé. Gli circondò le spalle con le braccia e gli massaggiò il collo, vicino all’attaccatura dei capelli. Il peso del suo corpo premeva contro di lei, una cosa che le era mancata, che l’aveva tenuta sveglia così tante notti nell’ultimo decennio.
Claire sollevò i fianchi per incontrare i suoi affondi, in quella che era forse la sua prima vera esperienza di sesso alla pari. Era un dare e un ricevere. Era dolce e, per un attimo, la fece sentire libera. Non in trappola, non preoccupata, semplicemente felice.
Il tempo continuò a scorrere, anche se non avrebbe saputo dire quanto, persa com’era nei movimenti del suo corpo, nel modo in cui la avvolgeva. Quando il rigonfiarsi rivelatore del suo cazzo premette contro di lei, dicendole che l’alfa non poteva più trattenersi, Claire stava per essere consumata dalla disperazione. Bramava il modo in cui il suo lungo membro si sarebbe mosso a scatti dentro di lei, il modo in cui il suo corpo massiccio l’avrebbe bloccata, mentre la saziava con il suo sperma.
Non era indolenzita, ma era stanca. Ridotta all’osso dal sesso, dal calore che troppo a lungo aveva negato, da tutto. Pur sapendo con certezza che ci sarebbero volute ancora delle ore, non riusciva a pensarci. Kaidan interruppe il bacio e affondò la faccia nel suo collo, il naso contro il suo battito. La bloccò con il suo nodo, più spesso di quello degli altri, una presenza immensa che la fece gridare in segno di resa. L’alfa infilò le dita fra i suoi capelli, una presa stretta ma rassicurante. «Chiudi gli occhi, amore. Risposati per un po’.»
Claire non ebbe la forza di lottare contro la stanchezza che la travolse. Chiuse gli occhi, cullata nel sonno dall’odore travolgente dei tre uomini che l’avevano montata, i tre di cui non sapeva nulla, i tre uomini dai quali sarebbe dovuta fuggire una volta sveglia.
Capitolo tre
Bryce accarezzò il fianco dell’omega con le dita mentre la guardava dormire. Era circondato dal suo profumo allettante, che aveva impregnato ogni fessura dell’ufficio.
Non sarebbe mai riuscito a lavorare di nuovo lì dentro senza diventare duro, senza pensare al suo corpo, il suo sapore, il morso delle sue unghie mentre esigeva di più. Ogni sguardo alla scrivania, al divano, al muro – ogni cosa gli avrebbe riportato alla mente quella notte. L’avrebbe rivista davanti a sé, piegata sulla scrivania, i seni premuti contro la superficie. Avrebbe ricordato il suo aspetto, le cosce formose spalancate mentre Joshua immergeva il suo cazzo dentro di lei, la schiena contro il muro, le gambe avvinghiate intorno ai suoi fianchi. Erano immagini di cui non sarebbe riuscito a liberarsi.
Joshua era svenuto sul divano, il suo russare esausto una testimonianza di quanto duramente ognuno di loro si fosse impegnato per soddisfare la povera omega.
Nonostante fossero in tre a occuparsi di lei, il calore di un’omega non era una cosa adatta ai deboli. Il corpo della donna le aveva urlato contro e lei aveva usato denti e unghie per soddisfarlo. Avevano fatto a turno, lasciandole il tempo di riprendersi prima che il suo corpo si scaldasse di nuovo, che le sue cosce si bagnassero e iniziassero a sfregare l’una contro l’altra, segnalando l’insorgere di una nuova ondata di desiderio. Ogni volta, uno di loro si era fatto avanti, pronto a offrirle ciò di cui aveva bisogno. Entro mattina, sarebbero stati tutti doloranti.
Sebbene avessero già avuto delle omega in passato, non lo avevano mai fatto con una in calore. I rischi erano troppo alti.
Chi era?
Perché si era introdotta nel loro ufficio?
Perché diavolo avevano reagito a quel modo?
Certo, l’istinto aveva fatto la sua parte. Qualsiasi alfa avrebbe fatto fatica a respingere un’omega in calore. Provavano dolore quando non trovavano soddisfazione, quando nessun alfa usava il suo nodo su di loro e alcune potevano persino farsi del male o morire se rimandavano troppo a lungo. Anche se fosse stato in grado di resistere a quell’esigente istinto, Bryce non riusciva a immaginare di lasciare un’omega a soffrire.
A giudicare dal rossore sul suo viso e dalle ore che c’erano volute perché il calore iniziasse a scemare, l’omega aveva atteso fottutamente troppo.
Il solo pensiero gli fece serrare la mano sul suo fianco. Perché avvelenarsi con gli inibitori per così tanto tempo? Perché negare un bisogno primario fino a rischiare di mettere a repentaglio la salute e la sicurezza?
A volte le omega avevano bisogno degli inibitori, come quando erano ricoverate in ospedale, dove il calore poteva rivelarsi più pericoloso delle medicine, soprattutto se circondate da alfa. La presenza dei feromoni degli alfa poteva innescare il calore e, più a lungo l’omega lo aveva negato, maggiori erano le probabilità che accadesse. Era una questione СКАЧАТЬ