Название: Posseduta Dagli Alfa
Автор: Jayce Carter
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Зарубежные любовные романы
isbn: 9781802500387
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Lo schiarimento di una gola alle sue spalle la fece sobbalzare. L’avevano beccata? Poteva trarsi d’impaccio? Quando si voltò, si ritrovò faccia a faccia con il suo peggior incubo. Tre uomini enormi stavano in piedi fra lei e l’unica uscita.
No, non semplici uomini. Non appena gli odori la colpirono, il suo stomaco si contrasse e la sua testa prese a girare, si rese conto di tre cose.
Uno, i tre uomini erano alfa.
Due, erano gli alfa che passavano sempre il tempo in quella stanza.
E tre – la parte peggiore – Claire era certamente in calore.
Si piegò in due, i crampi allo stomaco. Afferrò il lato della scrivania per restare in piedi, il respiro le entrava e usciva a fatica dal petto, mentre il suo corpo impazziva.
Era in calore. Il suo corpo si stava ribellando contro gli anni di inibitori, usati per mantenere i suoi cicli naturali sottochiave, il dolore tanto forte da metterla quasi in ginocchio. Gli importava solo degli alfa nella stanza, gli alfa che avrebbero potuto saziare il bisogno che le strisciava dentro.
«Chi sei tu?» La domanda proveniva da uno degli uomini, ma era tanto lontana. O almeno, così le parve, come se avesse parlato attraverso l’acqua a chilometri di distanza.
Quando una mano si posò sul suo braccio, Claire si rese conto che doveva aver parlato da più vicino.
Non riusciva a ricordare nessuna delle scuse che si era inventata. Tutto al di là del bisogno graffiante dentro di lei svanì, finché non poté far altro che voltarsi e premere la faccia contro il collo caldo di uno degli alfa, per riempirsi i polmoni del suo profumo.
«Cazzo. È in calore.»
Delle mani le afferrarono le braccia, allontanandola dal tepore e dal profumo. Lottò, un ringhio sulle labbra, finché non si rese conto che anche i due che l’avevano spostata erano alfa. Ognuno di loro avrebbe potuto soddisfarla, avrebbe potuto scacciar via il dolore che si era diffuso in tutto il suo corpo, che le aveva contagiato la mente, riducendola a puro istinto.
L’alfa contro cui aveva premuto il proprio corpo le afferrò le guance, costringendola a guardarlo negli occhi. Poi, emise un forte ringhio che attirò la sua attenzione, sorpresa da una punta di paura ed eccitazione. «Hai delle medicine per fermare tutto questo?»
Claire scosse la testa. Come la maggior parte delle omega, aveva lasciato le medicine a casa, dove non gliele avrebbero potute trovare addosso. Non aveva mai pensato di poter essere colta dal calore fuori casa. Prendeva le pillole per tempo, senza errori, senza mai dimenticare una dose. Il prezzo per la dimenticanza era troppo alto.
Perché sta accadendo?
L’alfa strinse le labbra e la sua mano si fermò sul basso ventre di Claire. Quel semplice tocco le fece contrarre la fica intorno al nulla e sollevare i fianchi.
Un ringhio simile provenne dagli altri uomini, interrotto altrettanto velocemente.
L’alfa si voltò per parlare con uno degli altri due, ma le parole non interessavano a Claire. Non avevano importanza.
«È troppo tardi.»
«Non puoi semplicemente usare il nodo con un’omega che fa irruzione qui.»
«Che altro dovremmo fare? Questo tipo di reazione? Il modo in cui odora di lavanda? Lo sta rimandando da troppo tempo.»
«Potremmo chiamare la polizia. Hanno degli alfa nello staff per occuparsi di queste cose.»
«Così noi non sapremo mai perché si trova qui e lei finirà nel sistema? Andiamo, Bryce, sai cosa succede a quelle omega.»
Stavano discutendo, ma l’alfa di fronte a lei le consentì di strisciare il naso contro la sua gola, di annegare nel suo profumo, quindi Claire smise di lottare. Il suo odore, la stretta delle mani dell’altro e la mano sul suo basso ventre erano sufficienti per il momento.
Troppo presto, l’alfa si allontanò per guardarla negli occhi. «Cosa vuoi, omega? Posso chiamare la polizia e con loro ci sarà un alfa che ti potrà aiutare.»
Polizia. Arrestata. Registrata. Quelle parole penetrarono nel suo stordimento e le fecero scuotere la testa. Non poteva permettere che accadesse, non poteva lasciarglielo fare.
«Piano, omega» disse l’alfa alla sua sinistra, facendo delle leggere fusa dopo le sue parole.
In qualsiasi altro momento, Claire sarebbe stata pronta a ringhiare all’idea di un alfa che la calmava con le sue fusa, ma in quell’istante, la aiutò. Alleviò la paura e la tensione.
L’alfa che aveva di fronte scambiò uno sguardo con gli altri due, prima di annuire. «Okay. Non chiameremo, non ancora, ma la situazione resta la stessa. Sei in calore e, a giudicare dalle tue reazioni, lo stai rimandando da tempo. Noi possiamo aiutarti, omega.»
Noi?
Claire non aveva mai voluto neanche un singolo alfa, figurarsi tre. Se l’era cavata per un decennio senza il tocco di uno di loro, senza cedere a quella parte di lei che odiava. Come avrebbe potuto gettare tutto al vento? Come avrebbe potuto arrendersi a quello che aveva lottato tanto duramente per rifuggire?
«Che cosa vuoi?» sbottò l’uomo davanti a lei.
Claire trasalì e quello alla sua destra rispose aspramente: «Non sai proprio come rivolgerti alle donne, eh? Guarda, tesoro, proverai dolore, potrebbe anche essere pericoloso. Hai atteso troppo a lungo. Non sarà divertente, non senza un po’ d’aiuto.» La sua voce suonò dolce, affascinante.
Un’altra ondata la scosse con violenza e un esile gemito lasciò la sua gola.
L’ultimo uomo parlò, quello silenzioso che aveva fatto le fusa per lei. Fece scorrere un dito lungo il suo mento, un tocco leggero verso il quale Claire si inclinò. «Non ti faremo del male. Sarai al sicuro, te lo prometto.»
Claire fece un passo indietro, scuotendo la testa per schiarirsi le idee e gli uomini la lasciarono andare. Si ritrovò così di fronte a tutti e tre, ognuno più grande, più forte e più potente di lei.
Che cosa voleva?
Si inumidì le labbra con la lingua prima di annuire. «Voglio voi.»
La schiena di Claire colpì il muro, così velocemente da farla sussultare. L’uomo che aveva parlato per primo la coprì con il proprio corpo, prendendosi il suo primo bacio.
Le mani forti dell’alfa le scivolarono addosso, le prime carezze rapide, come se stesse memorizzando la sua forma. Con uno strattone le sfilò la maglietta dai jeans. Claire si lasciò sfuggire un grido quando sentì il calore della pelle dell’uomo contro la propria, ma lui inghiottì il suono.
L’alfa interruppe il bacio per strapparle via la maglietta, approfittando della pausa per parlare. «Il mio nome è Bryce. Dillo.»
Claire si rifiutò. Non voleva nessun legame fra di loro, non voleva dargli niente di più di ciò che la biologia esigeva da lei.
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