Название: Incantesimo D'Amore
Автор: Kristen Strassel
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная зарубежная литература
isbn: 9788835418726
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Il mio drago non si era mai sbagliato, ma c’era una prima volta per tutto.
«Ti chiami Tyson, giusto?» chiese scuotendo la testa. «Mi sento come se ci fossimo appena professati amore eterno, e non sono nemmeno sicura di quale sia il tuo nome.»
«Sì, è Tyson» le confermai ridacchiando. Lei rese la parte successiva meno imbarazzante. «E il tuo qual è? Non voglio chiamarti la nipote di Nora ogni volta che ti vedo.»
«Oh, sei carino. Mi chiamo Sophie.»
Tese la mano, come se avessimo bisogno di una presentazione formale. La portai alla bocca e la baciai. Presto avrebbe scoperto che ero tutt’altro che carino, e che non era più tempo di giocare.
Era solo una questione di affari.
Ma non significava che non potessi divertirmi mentre facevo i miei interessi.
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Capitolo 3
Sophie
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«Immagino che tu ne abbia trovato uno buono» disse la nonna dopo cena. Avevamo mangiato cibo da asporto dopo che il timer del forno non aveva funzionato e avevamo bruciato le lasagne. Negli ultimi giorni erano successe altre cose strane, ma quella sera sarei stata felice anche di mangiare segatura, per cena. Ero ancora su di giri dopo aver preso un caffè con quell’uomo sexy.
Non avevo ancora una vita sociale a Summerland, quindi il programma di quella sera consisteva nel guardare i giochi a premi in TV con la nonna.
La faccia stava iniziando a farmi male tanto stavo sorridendo, ma era un bene tenere la nonna sulle spine. «Di cosa stai parlando?» le chiesi.
Non le avevo ancora detto niente di quello che era successo al bar. In quanto incantatrice, la nonna sapeva leggere l’energia, e sapeva che la mia non era un granché.
«Uno di quei giocattoli. Per il tuo blog.» Indicò la mia camera da letto. «Io sorrido in quel modo solo se...»
«Nonna!» Quella donna sarebbe stata la mia rovina. Non che non si meritasse un po’ di divertimento, ma non avevo bisogno di sentirglielo raccontare. Non appena il blog avesse iniziato a decollare, mi sarei trovata un posto tutto mio dove stare.
Magari con un coinquilino sexy. O almeno un amico muscoloso che mi aiutasse a traslocare.
«Okay, non è uno dei tuoi giocattoli. Mi dirai cosa ti ha resa così felice o devo portarti al pronto soccorso e dire al dottore che hai sbattuto la testa?» La nonna strinse le labbra e mi esaminò in cerca di altri segni di ferite.
«No.» Le diedi una spintarella con il piede e feci quasi cadere la gigantesca ciotola di popcorn tra di noi. Era una delle mie tradizioni preferite, risalente a quando andavo a trovare la nonna da piccola, e ora lei ne preparava una ciotola enorme ogni sera. I miei pantaloni non li apprezzavano tanto quanto me, ma cercavo sempre una scusa per comprarne di nuovi. «Oggi ho incontrato una persona al bar.»
Il viso le si illuminò, e le dita smaltate di rosa volarono verso la sua bocca. «Dimmi tutto. Lo conosco? Devo. Summerland è una piccola città. È un problema se non lo conosco, potrebbe essere un serial killer.»
«Gliel’ho già chiesto. Sostiene di non esserlo.» Ridacchiai al ricordo di quella conversazione.
«Non è Jerry, quello del mercatino, vero? È venuto al negozio a chiedere di te, e gli ho detto di stare alla larga» disse scuotendo la testa. «Giuro che quella scatola che mi ha venduto è maledetta. Da quando l’ho comprata, ogni giorno è andato storto qualcosa. Gliel’avrei restituita, ma non gli darò la soddisfazione di avere ragione, visto che aveva detto che non la volevo.»
«No, non è Jerry.» Ora veniva la parte difficile. «Lo conosci. È Tyson. Il tipo della svendita che hai chiamato rettile.»
La testa della nonna ricadde sul cuscino e lei gemette. «Sophie Rae, ti ho detto di stare alla larga da quell’uomo. È uno che porta guai.»
«È dolce.» Oh, e così sexy... Chiusi gli occhi per un lungo momento, immaginandolo in piedi davanti al mio tavolo. Capelli scuri e ribelli che gli cadevano su quelle spalle incredibilmente larghe. Jeans consumati che lasciavano un po’ troppo spazio alla mia immaginazione molto vivida, che al momento stava fantasticando su come sarebbe stato senza averli addosso. Quell’uomo irradiava potere. Venni riportata alla realtà quando la nonna mi diede uno scappellotto. «Dice anche che voi due non avete avuto una relazione. Ma ovviamente avete dei trascorsi, altrimenti non sembreresti una che ha appena succhiato un limone.»
La nonna era insolitamente silenziosa. C’era qualcosa che non andava con Tyson, e la cosa mi innervosiva, perché lei andava d’accordo quasi con tutti.
«Dillo.» Aspettai qualcosa di più del cipiglio a labbra serrate, ma non arrivò. «Sono pronta a scommettere che non è abbastanza per farmi annullare il nostro appuntamento di sabato.»
Emise un sospiro drammatico. «Bene. Ti chiedo solo di ascoltare, anche se non capirai subito. Imparare a essere una strega significa che a volte si deve riporre fiducia in cose che, a prima vista, non hanno senso.»
«Sembra che tu stia tergiversando.» O facendomi perdere il mio tempo con cose inutili.
La nonna inarcò le sopracciglia, riservandomi il miglior sguardo materno che riuscisse a fare. Non era mai stata una patita della disciplina.
«Va bene.» La nonna strinse le labbra. «Molto tempo fa, Tyson, assieme ad altri, venne da me per chiedere aiuto con un incantesimo. Non ne avevo mai lanciato uno su quelli della loro razza, prima...»
«Quelli della loro razza?» Mi arrabbiai, non mi piaceva come suonava, ma avrei dato alla nonna la possibilità di riscattarsi.
«Non sono come noi. Ecco perché ero riluttante a farlo, ma avevano qualcosa che io desideravo e, come vedrai con i tuoi occhi, sanno essere molto persuasivi. Ho detto loro che non potevo garantire il risultato di nessun incantesimo, nemmeno su un umano. Sono solo suggestioni, e il modo in cui si manifestano dipende in toto dall’energia della persona – o della creatura – che riceve l’incantesimo. Non... non è andata come previsto.»
Si era fermata, ma sicuramente quella non era la fine della storia. Ero più confusa che mai. Creatura?
«Ovviamente ho delle domande.» Persino i discorsi sulla magia facevano formicolare il mio corpo, come se una bestia addormentata dentro di me aprisse un occhio. Era una СКАЧАТЬ