Spasimo. Federico De Roberto
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Spasimo - Federico De Roberto страница 8

Название: Spasimo

Автор: Federico De Roberto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072346

isbn:

СКАЧАТЬ Non può essere vero!… Se fosse morta per me non m'avrebbe ella detto, non m'avrebbe lasciato una parola, la parola del suo dolore, un saluto, un addio?… Pur ieri io le parlai, e nulla, nulla potè farmi sospettare il pensiero di morte: al contrario!… No!—ripetè, affermando la voce secondo che il suo convincimento si veniva afforzando:—No! Non si è uccisa! È stata assassinata!… Voi non credete perchè non sapete, perchè non la conosceste!… Voi avete bisogno di toccare con mano per credere. Io sono certo invece che un infame delitto è stato qui oggi commesso. Io prendo impegno di confondere gli assassini, di vendicare la morta. Il dover vostro è di non credere nulla, per ora; di indagare, di aiutarmi a cercare le prove che mancano. Esistono: le troverò!

      —Tanto meglio!—rispose il Ferpierre.—Voi potete anche essere certo che le cercherò, che le cerco anch'io!…

      E, prima d'esser persuaso dalla forza di quella fede, lo congedò e diede ordine che introducessero la giovane sconosciuta.

      —Il vostro nome?—le domandò.

      —Alessandra Paskovna Natzichev.

      —Nata a?…

      —Cracovia.

      —Quanti anni?

      —Ventidue.

      —Che professione?

      —Studente di medicina.

      —Il domicilio?

      —Zurigo.

      Ella rispondeva con voce breve e secca, quasi insofferente delle domande.

      —Come vi trovate in questa casa?

      —Venni a parlare con Alessio Petrovich.

      —A parlare di che?

      —Di cose che non riguardano la giustizia.

      —O che la riguardano molto?

      La donna non rispose.

      —Siete sua correligionaria?

      —Sì.

      —Venivate a parlargli di affari politici?

      Nuovo silenzio.

      Il giudice, rimasto ad aspettare un poco la risposta, riprese con tono pacato:

      —Vi avverto che le reticenze potrebbero anche nuocervi. Avete udito di che cosa siete accusata?

      Ella alzò le spalle in atto di noncuranza sdegnosa.

      —Chi accusate? Me, o Alessio Petrovich, o entrambi?

      —Mi pare che adesso vogliate invertire le parti! Tocca a voi di rispondere. Siete soltanto correligionaria del principe?

      —Non comprendo.

      —Siete anche sua amante?

      Ella guardò l'inquisitore con espressione quasi irosa, avvampando, senza dir nulla.

      —Non volete rispondere neanche ora? Vi farò un'altra domanda. Dove eravate nel momento che quella donna moriva?

      —Nello scrittoio del principe.

      —Dove era egli?

      —Con me.

      —Conoscevate la morta?

      —Non parlai mai con lei.

      —Oggi la vedeste?

      —No.

      —Sapevate che viveva da anni insieme col vostro amico, che lo amava, che si amavano?

      Il giudice, prolungando quella domanda sulla quale faceva assegnamento per leggere nell'anima di lei, non le toglieva gli occhi dagli occhi; ma ella rispose, impassibile:

      —Sì.

      —Sapevate se erano gelosi l'uno dell'altra?

      —Non so.

      —V'accorgeste che dopo essersi amati furono per lungo tempo discordi?

      —No.

      —Quando udiste il colpo che cosa faceste?

      —Accorsi.

      Il Ferpierre fu un poco insospettito da quella risposta. Se fosse stato vero che ella era col principe, non avrebbe dovuto rispondere: «Accorremmo?»

      —Sola?—continuò a domandare.

      —Con lui.

      —Era già morta?

      —Spirava.

      —Perchè si sarebbe uccisa?

      —Non so.

      —Che disse il principe?

      —Pianse.

      —Quante volte siete venuta in questa casa?

      —Due o tre volte.

      —Le vostre visite non dispiacevano alla defunta?

      —Non so.

      —Conoscete il Vérod?

      —Non so chi sia.

      —È la persona che denuncia l'assassinio.

      —Non lo conosco.

      Il giudice lasciò allora d'interrogare.

      —La vostra ignoranza è un po' troppo grande. Procureremo di aiutarvi a rammentare. Resterete frattanto a disposizione della giustizia.

      Ella andò via a testa alta, impassibile com'era rimasta durante l'interrogatorio; e il Ferpierre, seguendola con gli occhi, pensava che da quella parte non avrebbe nulla saputo. Egli ne aveva conosciuta più d'una, di queste Slave dall'anima misteriosa, di queste giovani che nel fiore dell'età, tra gli studii più severi, proseguivano con ferreo cuore un tragico ideale, e per esso, per assicurarne il trionfo, non solamente sapevano sfidare e vincere resistenze ed ostacoli, ma gettavano perfino la vita. L'oscurità che avvolgeva l'avvenimento, invece di rischiararsi, addensavasi; ma il giudice aspettava ora impaziente d'affrontarsi con quello che doveva pur esserne il principale attore.

      Quando il principe gli fu condotto dinanzi egli ne considerò attentamente la figura. Era senza dubbio uno dei più belli uomini che avesse mai visti: alto, forte, agile, con le guance incorniciate dalla barba d'un biondo di seta, i capelli castani un poco diradati sulla fronte che pareva pertanto più ampia, la carnagione bianca, anzi pallida e quasi macerata come quella dei discendenti di razze elettissime, gli occhi azzurri e profondi sotto i puri archi delle sopracciglia, il naso aquilino dalle narici nervose, СКАЧАТЬ