Delitto (e baklava). Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ una possibilità distante, mai una priorità programmata.

      “Dovremmo cogliere il momento” continuò. “Questo è un periodo perfetto per aprire dei conti al college e impostare dei pagamenti rateali. Possiamo anche decidere quali scuole dovranno frequentare i nostri figli, a iniziare dall’asilo fino al college.”

      Si grattò pensierosamente il mento.

      “Godiamo entrambi di una salute eccellente, sono sicuro che potremo goderci una bella vita quando avremo novant’anni.”

      London rabbrividì, provando ad immaginare tutti quei decenni di felicità meticolosamente soppesata e misurata. Sperava che lui non avesse già preso un lotto al cimitero e una tomba. Per fortuna, il suo monologo scemò, prima che iniziasse a parlare di ciò che avrebbero potuto dire sui loro letti di morte. L’uomo stava sudando più di prima, e sembrava che avesse appena corso per circa due chilometri.

      Si espresse ora con voce roca.

      “London … quello che sto cercando di dire è … sarei profondamente onorato se tu accettassi questa …”

      “Fusione?” London chiese.

      Lui sorrise, fece spallucce e annuì, apparentemente ammutolito.

      “Um, Ian … che cos’è appena successo? Hai appena …. sputato fuori la proposta?”

      Ian strizzò gli occhi pensierosamente.

      “Beh, sì. ‘Sputato fuori la proposta’ potrebbe essere il modo esatto di metterla.”

      Si infilò la mano in tasca, ne estrasse una scatolina nera e la aprì.

      Naturalmente, conteneva un anello con diamante.

      “London Rose, vorresti … fondere la tua vita con la mia?”

      Mentre London sentiva il mondo scivolarle intorno, il cameriere tornò al loro tavolo con due bicchierini di cristallo di cognac. Ian iniziò a sollevare il suo per brindare. Ma. incapace di impedirselo, London bevve sgraziatamente un grosso sorso. Immaginava che avrebbe avuto bisogno di berne un altro bicchiere, prima della fine della serata.

      Intanto …

      Che cosa devo dire?

      CAPITOLO DUE

      Le esplosioni sovrastavano quasi la voce di Tia.

      “Gli hai detto che cosa?” domandò la sorella di London, quasi urlando per farsi sentire al di sopra del fracasso che i suoi figli stavano facendo.

      “Gli ho detto che ci avrei pensato.” London alzò la voce, rispondendole.

      “Che cosa c’è da pensare? Ian è perfetto per te!”

      Discutere con la sorella maggiore le faceva sembrare di stare litigando con uno specchio, vedendo un riflesso non di se stessa, ma di come sarebbe potuta diventare un giorno. Tia le somigliava, avendo in più il broncio, una figura più piena, e i capelli più scuri e lisci.

      London non si preoccupò di nascondere un chiaro sospiro di disperazione. Non sarebbe mai stato udibile nella confusione rumorosa che regnava nel vicino soggiorno. Le due figlie di Tia, la decenne Stella e la dodicenne Margie, stavano facendo esplodere delle cose nel gioco di guerra che usavano sulla tv.

      Almeno non cadono negli stereotipi di genere, London pensò.

      Ciò nonostante, dovette ammettere che i costumi da principessa, le Barbie e i tea party avrebbero contribuito a mantenere la situazione molto più tranquilla in casa.

      Era il mattino successivo a quella strana cena con Ian. Come faceva spesso, London stava con sua sorella durante la pausa tra i viaggi oceanici. Stavolta, si stava preoccupando di dove avrebbe vissuto se non ci fosse stato un nuovo lavoro imminente. Avrebbe dovuto rinunciare agli alberghi e alla camera degli ospiti della sorella e trovarsi un posto tutto suo?

      O dovrei … ?

      Dopotutto,  l’opzione di Ian era ancora disponibile.

      Nel bel mezzo del caos domestico, Tia era riuscita a preparare un’enorme montagna di pancake non proprio di bell’aspetto. Le ragazze avevano consumato una caotica colazione ed erano poi scappate in soggiorno.

      Era la prima vera occasione, per le due sorelle, di parlare quella mattina; Tia non aveva preso bene la notizia dell’indecisione di London.

      Mentre London radunava residui di cibo, impregnati di sciroppo, nel suo piatto, Tia si alzò dalla sedia e iniziò a rimettere tutto a posto.

      “Ci penso io” si offrì London. “Dammi solo un minuto.” Come per una sorta di magia nera domestica, il lavandino e il piano della cucina sembravano essere occupati da più piatti sporchi di quanti la lavastoviglie potesse contenere.

      “Oh, sono abituata ad occuparmene” Tia cinguettò. “Finisci la colazione. Questo diventa tutto automatico dopo qualche anno.”

      Stavano entrambe provando ad evitare di notare il figlio biondo di sette anni di Tia, Bret, che era in piedi accanto al tavolo, intento a fissare silenziosamente London.

      “Che cos’altro gli hai detto?” Tia chiese mentre le passava davanti, raccogliendo dei piatti sporchi che, in qualche modo, erano finiti su una sedia della cucina.

      Che cosa gli ho detto? London si chiese. Si guardò intorno nella stanza, continuando a ignorare il bambino silenzioso.

      Era difficile ricordare le parole esatte. La memoria della sera precedente sembrava alquanto confusa. London si chiese se fosse entrata in uno stato di shock, dopo la proposta di Ian.

      “Penso … di avergli detto … che ero molto …”

      Tia sgranò gli occhi, mentre la sorella cercava il termine esatto che aveva utilizzato.

      “Oh, no, London. Non dirmi che eri ‘lusingata.’ Sarebbe sbagliato sotto vari punti di vista. ‘Lusingata’ indicherebbe che hai dubitato della sincerità di Ian. E, oltre alle sue molte altre virtù, Ian è la sincerità fatta persona.”

      London pensava che la sincerità sembrasse un termine strano per descriverlo, ma …

      Lui era sincero, a modo suo.

      Ad ogni modo, London concordava con Tia in merito alla parola “lusingata.” A prescindere da quanto sbalordita fosse stata al momento, sicuramente non avrebbe detto di essere  “lusingata.”

      “Penso … di aver detto … che ero toccata.”

      “‘Toccata’?” Tia ripeté, raccogliendo delle forchette che sembravano essere magicamente apparse sul pavimento. “Hai detto che eri ‘toccata’? Ma che cosa dovrebbe significare? ‘Toccata nella testa,’ forse?”

      London alzò le spalle.

      “Non lo so” disse. “Solo ‘toccata,’ ecco tutto.”

      “Che ne dici di emozionata? Felice? Onorata?”

      Dal modo in cui London lo ricordava, “emozionata” e “felice” non erano gli aggettivi adeguati a descrivere come si era sentita in realtà. Per quanto riguardava “onorata”, non era completamente СКАЧАТЬ