Название: La Ragazza-Elefante Di Annibale Libro Uno
Автор: Charley Brindley
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная русская литература
isbn: 9788835411895
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Le guardai di nuovo ma non riuscii a capire cosa volesse dire. “Mi dispiace, Tendao, non so leggere. Vedo solo che alcune parole sono ripetute.”
“Sei più brillante di quanto pensi, amica mia. Sì, le parole si ripetono.”Lesse di nuovo, questa volta partendo dall’estremità sinistra della riga anziché dalla destra, ma tutto suonava esattamente come prima. “Vedi, si legge lo stesso, siada destra che da sinistra.”
“È fantastico, Tendao. Tutte le parole sono scritte in questo modo?”
“No, non tutte.”
Poi mi ricordai del mio braccialetto. “Puoi leggere questo?”
Spostai la statua nell’incavo del braccio destro e gli tesi il polso sinistro per farglielo vedere. I suoi occhi si spalancarono mentre ruotava il braccialetto sul mio polso per esaminare le belle incisioni.
“Dove l’hai preso?”
“Uno dei soldati l’ha lasciato sul tavolo di Yzebel ieri sera. Me l’ha dato lei.”
“Questo non è stato fatto qui o a Cartagine.” Esaminò l’altro lato. “Nessun artigiano della nostra regione può fare un lavoro di così tanta qualità.”
“Riesci a leggere le parole?”
“Parole?”Chiese. “Dove?”
“Intorno al cerchio in alto, parole molto piccole.”
“Ah, sì. Adesso le vedo. Queste parole sono nostre, ma l’artigiano non proviene da qua.”
“Dì le parole per me.”
“‘Tutti gli elefanti tornano in Valdacia,’”disse Tendao.
“Valdacia?”
“C’è dell’altro. Inclinò la testa per leggere il resto, continuando attorno al cerchio, da destra a sinistra. “Non importa quanto lontano vaghino.”
“Che cos’è Valdacia?”Domandai.
“Non ho mai sentito parlare di quel posto.”
“Tutti gli elefanti tornano in Valdacia,” dissi. “Qual è il resto?”
“Non importa quanto lontano vaghino.”
“Tutti gli elefanti tornano in Valdacia, non importa quanto lontano vaghino.” Ripetei la frase e tolsi il polso dalla sua mano per vedere le parole da sola. Mentre socchiudevo gli occhi nella luce fioca, improvvisamente mi resi conto che il sole sarebbe presto scomparso dal cielo. “Oh, no!”Eslamai.“Devo tornare in fretta ai tavoli di Yzebel.”
“Sì,”disse Tendao. “Si sta facendo tardi.”
“Guarda il pane mentre vado a Lotaz con la statua.”
“Lo farò.”
Corsi lungo il sentiero, tenendo tra le braccia la statuetta di Tanit. Il dolore al fianco era quasi insopportabile, ma dovevo sbrigarmi.
Quando arrivai alla tenda di Lotaz, il suo grande schiavo sedeva sul tappeto, con le caviglie incrociate e gli avambracci appoggiati sulle ginocchia. Si alzò quando rallentai.
“Dunque,” disse. “La Ragazza Elefante ritorna.”
“Ragazza Elefante?”
“Ho sentito di come hai creato frastuono tra tutti gli animali su Via degli Elefanti.”
“Non ho creato alcun trambusto tra di loro.”
“Davvero?” Lui sorrise, e potei vedere che non intendeva nulla di male; mi stava solo prendendo in giro.
“Beh,” dissi, “c’è stato un po’di trambusto.”
“Un po’di tumulto a volte è una buona cosa.”
“Come ti chiami?”
“Sono Ardon. E tu?”
“Liada.” Mi piacevaArdon e pensai che potesse aiutarmi. “Voglio parlarti di una schiava, ma devo tornare ai tavoli di Yzebel. Posso dare questo a Lotaz ora? È di Tendao, il lavoro che ha promesso per la brocca di vino passito.”
“Lotaz non è qui al momento. È andata a incontrare Artivis. Di quale schiava parli?”
“Quella che fa i gomitoli di cotone, alla tenda da quella parte.” Feci un cenno con la testa.
“Quellaalta più o meno così?” Tese la mano, con il palmo verso il basso. “Con gli occhi scuri?”
“Sì,”risposi.
“Perché chiedi di lei?”
“Per favore, devo andare adesso. Lo darai a Lotaz quando tornerà?” Gli tesi la statua. “Parlerò domani della ragazza schiava.”
Prese la statua e io corsi di nuovo da Tendao. Gli riferii che Lotaz non era lì.
“È andata da qualcuno chiamato Artis.”
Tendao parve sorpreso da questa notizia. “Vuoi dire ‘Artivis’?”
“Sì, Artivis. Il suo schiavo ha detto che Lotaz è andata a incontrarlo.”
“Devo andare.”
Si allontanò in fretta, lungo il sentiero.
Quando arrivai ai tavoli di Yzebel con le sue pagnotte, era il tramonto, ma non era ancora buio. Nessuno dei soldati era ancora arrivato.
“Hai un grosso carico da trasportare,”mi disse quando misi il mio fagotto su un tavolo.
“Sì, Bostar ci ha dato undici pagnotte per la catenella.” Le porsi la borsa, poi, senza pensare, premetti la mano sul fianco destro.
“Perché ti tieni il fianco in quel modo?”
“Oh,” dissi, togliendomi la mano per sciogliere il nodo del panno con il pane. “Non è niente.”
Se le avessi detto cosa era successo con il grassone sullaCollina Rocciosa, avrebbe potuto decidere di non mandarmi più a fare commissioni. Oppure avrebbeanche potuto insistere sul fatto che Jabnet mi accompagni. Volevo dimostrarle che avrei potuto lavorare da sola e non finire nei guai.
Yzebel aprì la borsa e si versò nel palmo le monete di rame e gli orecchini rimanenti. Sorrise.
“Hai fatto un buon lavoro con Bostar.” Ripose gli oggetti nella borsa e tirò forte il cordoncino. “Ma ora mettiamoci al lavoro. I soldati saranno qui presto.”
Jabnet aveva il maiale allo spiedo su un secondo fuoco, quindi mi sono data da fare con le lampade. Quando furono tutte illuminate, tagliai i meloni gialli e raccolsi i semi, sentendomi molto sollevata dal fatto che Yzebel non mi avesse chiesto perché ci avevo impiegato così tanto tempo per СКАЧАТЬ