La Ragazza-Elefante Di Annibale Libro Uno. Charley Brindley
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СКАЧАТЬ di otto pagnotte.”

      Lo guardai per un momento mentre sistemava il pane sul panno. Quindi presi due monete e i gioielli che Yzebel aveva spedito con me e glieli porsi.

      “Quanto costa uno schiavo?”Chiesi.

      Bostar prese la minuscola catena d’oro per esaminarla. “Uno schiavo costerebbe una manciata di queste.” Teneva la catenina da una sua estremità.

      “Oh.” Rimisi il resto dei gioielli nella borsa.

      “Aspetta qui un momento.” Andò nella sua tenda.

      Strinsi le corde della mia borsa e raccolsi gli angoli del panno per legarli insieme, però Bostartornò con altre pagnotte.

      “Questa catena d’oro è troppo per otto pani. Eccone altri tre, così siamo pari.”

      “Mm,”dissi. “Yzebel aveva ragione.”

      “Riguardo cosa?”Aggiunsele pagnottealle altre sul panno.

      Yzebel mi aveva detto che Bostar era un uomo buono, un commerciante leale. Come faceva a saperne degli uomini? Come fa una ragazza a imparare la differenza tra le persone, distinguendo il bene dal male?

      “Vedi dov’è il sole, Bostar?”

      Lanciò uno sguardo al cielo. “Quasi alle cime degli alberi.”

      “Yzebel mi ha detto di tornare ai suoi tavoli prima che raggiungesse le cime degli alberi.”

      “Allora dovresti sbrigarti, Piccola.” Mi legò la cintura dietro; si era allentata quando avevo tolto il panno per il pane. “Ti vedrò domani?” chiese.

      “Potresti vedermi ogni giorno per molto tempo.”Lo guardai.

      “Ottimo. Questo significa che gli dei non sono scontenti di me.” Si fermò, mi guardò, poi aggiunse, “Non ancora.”

      Lo fissai, chiedendomi a quali dei pregasse e perché. Quell’uomo di Via degli Elefanti aveva detto che gli dei degli inferi dovevano avermi creato per provare a far ribellare gli elefanti contro gli ammaestratori. Forse quegli stessi dei stavano operando quando quell’uomo ha ferito Tin Tin Ban Sunia.

      “Non pensarci su così tanto, Piccola. Questo è solo un po’ di umorismo da fornaio.”

      “Bostar?”

      “Sì?”

      “C’è un uomo sullaCollina Rocciosa, che vive in una baracca tra gli alberi. È grande come te, ma è coperto di peli. Lo conosci?”

      Bostar tirò su i quattro angoli del panno per legarli insieme.“Quello che commercia i fili?”

      Annuii.

      “Ne ho sentito parlare.”

      “Ha una schiava che tratta molto male.”

      “Sì, dicono che si occupi di schiavi.”

      “Penso sia un po’più giovane di me e molto dolce, anche se non parla la nostra lingua.”

      “Molti degli schiavi portati a Cartagine provengono da luoghi lontani dove si parlano lingue strane.”

      “Sono stato lassù con lei oggi, e lui le ha tirato un pugno.”

      Le mani di Bostar si fermarono dov’erano, in cima al fascio.

      “Tutto ciò che ha fatto di sbagliato è stato fare solo tre gomitoli per lui. Non pensava che fossero abbastanza, quindi l’ha colpita in faccia.”

      Bostar scosse la testa. “Così crudele,”disse. “Non c’è mai alcun motivo per colpire un bambino.”

      Non gli ho parlato del fatto che dell’uomo che mi abbia dato un calcio nel fianco.

      Quando presi il fagotto, Bostar mi mise una mano sulla spalla. “I mercanti del male alla fine incontreranno la salvezza.”

      Non capii cosa significasse.

      Bostar deve aver visto l’espressione confusa sul mio viso, perché sorrise e disse: “Non preoccuparti, bambina. E ricorda, le cose vanno sempre per il meglio.”

      “Me lo ricorderò, Bostar. Arrivederci.”

      “Arrivederci,” disse mentreme ne andavo. “Fai attenzione.”

* * * * *

      Non volevo passare per dove avevo incontrato Tin Tin Ban Sunia prima. Mi chiesi se ci fosse un altro sentiero che mi avrebbe portato a Yzebel, ma mi sentii forzataa passare vicino alla tenda della ragazza schiava. Vidi un altro cestino di capsule di cotone poggiato sul tappetino e accanto al suo strumento per la filatura. Lei non c’era e il posto sembrava deserto.

      Poco oltre la tenda, qualcuno mi parlò da dietro. Mi girai, quasi perdendo l’equilibrio e anche il carico di pane.

      “Mi hai spaventata.”

      “Mi dispiace.” Queste erano le parole morbide di Tendao.

      Il mio fianco midoleva più di prima, ma non volevo dire a nessuno cosa era successo. Felice per un po’ di riposo, appoggiai il mio fardello sull’erba accanto al sentiero e pensai a quanto Tendao sembrava essere come Annibale, tranne per il fatto che Tendao non possedeva la forza dell’autorità che vedevo in Annibale. Obolus, anche se un elefante, era anche lui un maschio, più forte di tutti loro, ma si spaventava per le piccole cose, come facevo io.

      “Andraida Lotaz per me?” Chiese Tendao.

      Esitai, non volendo vederla di nuovo. Ma sapevo che Tendao aveva problemi a parlare con le persone e mi aveva aiutato, per cui non avrei neanche dovuto fermarmi per pensarci.

      “Certo.”

      Mi diede un oggetto. “Questo deve arrivare da lei prima del tramonto.”

      Quando lo presi da lui, era molto più pesante di quanto mi aspettassi. “Che cos’è?”

      “È la nostra dea, Tanit. Lotaz la vuole per il suo altare.”

      La figura in cima all’oggetto era adorabile e aggraziata, alta due mani e scolpita in onice nera, con pietre blu lucide per occhi. Le due perle che Lotaz mi aveva regalato la sera prima erano ora modellate in orecchini pendenti. La dea Tanit sedeva su un trono che si trovava su una base quadrata, il tutto scolpito da un unico blocco di pietra.

      “L’hai fatto tu?”Lo guardai.

      “La pietra è stata scolpita un paio di giorni fa. Avevo solo bisogno delle perle per completare la statua.”

      “È così bella.”Notai alcune parole scolpite sulla base. “Sai fare le parole?”

      “Sì, un po’.”

      “Dimmi le parole.”

      “Io sono Tanit tua dea tua Tanit sono io,” lesse Tendao.

      “Mi insegnerai?”

      Tendao mi guardò per un momento, poi distolse lo sguardo e si volse verso il sentiero. Alla fine, si girò di nuovo verso di me.

      “Perché СКАЧАТЬ