Invecchiato per un Omicidio. Фиона Грейс
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Читать онлайн книгу Invecchiato per un Omicidio - Фиона Грейс страница 13

СКАЧАТЬ Era uno di quei dettagli marginali che le era rimasto impresso dai tempi della scuola. In tempi più moderni, sarebbe stato più corretto parlare di agricoltura mista, che suonava decisamente meno stimolante, e la pratica non era nemmeno più così comune.

      Oltre gli alberi, si vedeva in lontananza una fattoria arroccata su una collina coperta da una fitta foresta verde intenso. Osservandola, Olivia provò un moto di invidia nei confronti del proprietario. Aveva idea di quanto fosse fortunato a vivere in quel luogo incantevole?

      Sospettò che non sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe provato invidia nel corso della vacanza. Era gelosa di chiunque vivesse nell'area. Nessuno escluso!

      Charlotte versò il vino e iniziarono i brindisi.

      "All'amicizia," fece Olivia.

      Apprezzò il bouquet floreale del Sauvignon Blanc ghiacciato, sorridendo mentre ne beveva un sorso.

      "Alle vacanze impulsive," disse Charlotte, seguì un altro sorso.

      "Ai nuovi inizi," aggiunse Olivia, ormai al terzo brindisi.

      "Al perdere peso," concluse Charlotte.

      Olivia alzò un sopracciglio, fissando il tagliere colmo di cibo.

      "Ho perso novanta chili nelle ultime due settimane," spiegò Charlotte. "Più o meno il peso di Patrick."

      "Cos'è successo?" chiese Olivia "Non eravate sul punto di sposarvi?"

      "Ho annullato il matrimonio," rispose Charlotte. Poi prese una fetta di ciabatta e la cosparse di salsa con pomodorini essiccati.

      "Come mai?" chiese Olivia, mentre assemblava un sandwich con prosciutto, formaggio e un velo di tapenade. Era curiosa di sapere cosa fosse andato storto tra Charlotte e il fidanzato. Non l'aveva mai incontrato di persona ma, da quello che aveva potuto dedurre dal profilo Instagram di Charlotte, le era parso piuttosto carismatico e di bell'aspetto.

      Charlotte aveva una faccia…

      "È un po' complicato."

      Fece per iniziare a spiegarsi, poi si fermò, sospirò e bevve un altro sorso di vino.

      "Troppo complicato, per adesso," concluse, gesticolando animatamente con una fetta di prosciutto di Parma. "Non voglio rovinare il nostro adorabile pranzetto parlando di un argomento così sgradevole."

      Olivia annuì in modo comprensivo.

      "Qualsiasi cosa sia successo, ti ha portata qui." Disse lei, consolando l'amica.

      "Esatto," convenne Charlotte. "E ha portato qui anche te. Sei sempre così occupata, non mi sarebbe mai passato per la testa di invitarti quaggiù. Ti sei portata dietro del lavoro da fare?"

      "No," disse Olivia. I suoi dubbi e timori cominciarono a riaffiorare mentre aggiungeva, "Mi sono licenziata."

      A Charlotte andò di traverso il vino.

      "Come licenziata? Cioè, te ne sei andata di punto in bianco?"

      "Odiavo il mio lavoro." Sentendo una fitta di senso di colpa, Olivia cercò di giustificare le sue azioni. "Stavo facendo pubblicità a un vino orribile, una brodaglia scadente che andava contro tutto quello in cui credo."

      "Non potevi farti assegnare a un altro cliente?" chiese Charlotte cercando di nascondere il suo stupore, facendo sentire ancora peggio Olivia. "Tua madre non diceva sempre che, se avessi abbandonato la tua carriera pubblicitaria, avresti potuto fare solo la commessa?"

      "Ho bisogno di una nuova direzione professionale, non di andare a riempire degli scaffali." rispose con decisione Olivia. "Questa vacanza nelle terre del vino mi darà tempo per pensarci su. Uno dei miei sogni è sempre stato quello di produrre vini artigianali."

      "Io invece amo i gatti, per cui sogno di fare il domatore di leoni." Charlotte rise allegramente, poi vide l'espressione di Olivia e il suo sorriso si spense. "Pensavo stessi scherzando con la storia del vino artigianale. Dicevi sul serio?"

      "Sì. È il mio sogno," insistette Olivia. Ora che era arrivata in Italia, le sembrava ancora più realizzabile di quanto le sembrasse a Chicago.

      "Wow. OK, per ora. Vuoi dare un'occhiata in giro? Abbiamo un giardino stupendo."

      Desiderosa di esplorare il resto della villa, Olivia si alzò e si incamminarono entrambe verso il giardino.

      Aveva letto sul sito della villa che i cinque ettari di terreno adiacente all'abitazione erano stati usati in passato per un allevamento di polli ruspanti. A testimonianza di ciò, si ergeva nel giardino un antico pollaio in legno, costruito a regola d'arte.

      Attraversando un frutteto, si diressero su per una ripida salita verso un prato disseminato di arbusti e circondato da alberi. Olivia si domandò se quello fosse stato il pascolo dei polli ruspanti.

      Il sentiero costeggiava il bordo del prato incolto, Olivia riconobbe gli alberi dalla corteccia spessa e fissurata. Erano querce da sughero. Una vista più che appropriata, nella terra del vino.

      Le ammirò per qualche minuto, facendo scorrere le dita sulla loro corteccia, prima di tornare al cortile, tra i profumi delle erbe aromatiche.

      Olivia rientrò nella piacevole frescura della cucina provando sentimenti contrastanti. Da un lato, era ancora senza fiato per lo stupore di essere atterrata in un tale paradiso. Dall'altro stava tremando di terrore al pensiero che le sue azioni avventate avrebbero potuto aver rovinato per sempre il suo futuro.

      Un'amichevole pacca sulla spalla la distrasse dai suoi pensieri.

      "Non starai mica andando in panico pensando al tuo lavoro, vero?"

      "Solo un pochino" ammise Oliva.

      Charlotte incrociò le braccia con fare serioso.

      "No. Mi dispiace, ma in vacanza non è permesso. Perché non ci facciamo un giro in macchina in paese? C'è un bar locale che sarei curiosa di provare. Ho visto che è frequentato da un sacco di uomini attraenti. Che ne dici?"

      Olivia si ricordò del sogno fatto sull'aereo poco prima dell'atterraggio. OK, magari era finito con un'esperienza imbarazzante, ma questo era solo un motivo in più per tentare la fortuna. Da qualche parte, l'amore la stava aspettando, e non avrebbe aspettato per sempre.

      "Fammi rinfrescare il lucidalabbra e ci sono!" rispose.

      CAPITOLO OTTO

      Mentre entravano nella piccola città di Collina, Olivia era grata che al volante ci fosse Charlotte. Lei era così presa dal paesaggio che probabilmente avrebbe finito per schiantare la macchina contro il muretto in pietra che costeggiava la strada stretta.

      C'era un castello diroccato alle porte della piccola città—un vero castello, con mura pericolanti e torre merlata. Sembrava così imponente e cupo, col sole del tardo pomeriggio alle spalle. Forse, in un passato lontano, era servito a proteggere gli abitanti del paese dagli invasori.

      Pensa che roba, vivere di fianco ad un autentico castello in rovina. Sentì il secondo moto d'invidia della giornata, mentre scrutava le casette a due piani circostanti, con le loro facciate di un color crema sbiadito, gli scuri di legno e i vasi di fiori colorati alle finestre.

      Mentre le osservava, da una delle abitazioni uscì di fretta una giovane donna con in mano un cestino СКАЧАТЬ