Invecchiato per un Omicidio. Фиона Грейс
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Читать онлайн книгу Invecchiato per un Omicidio - Фиона Грейс страница 14

СКАЧАТЬ allegro "Buon giorno". I suoi lunghi capelli neri erano legati in una coda ed era vestita con quel naturale senso dello stile che ogni italiano sembrava possedere. Mai e poi mai Olivia avrebbe potuto sfoggiare un top di un bordeaux così intenso, dei jeans al polpaccio azzurro cielo, quei sandali di un bianco scintillante, e sembrare come se fosse appena uscita dalle pagine di Vogue.

      Su di lei, quei vestiti sarebbero sembrati spaiati, come se si fosse vestita al buio. La gente avrebbe fissato le sue scarpe, per poi fissare lei come a dire, Sul serio? Ma ti sei vista?

      Lungo le vie della città, una ringhiera di ferro battuto separava lo stretto marciapiede da una strada quasi altrettanto stretta. Sporgendosi dal finestrino della macchina, Olivia inspirò profondamente l'aroma di caffè che si levava dal baretto all'angolo della strada. Nonostante fosse ormai tardo pomeriggio, alcuni locali stavano seduti al bancone, sorseggiando espresso e leggendo qualcosa sui loro cellulari.

      Tutti, ad eccezione di lei e Charlotte, sembravano appartenere a quei luoghi. Era un privilegio poter osservare la gente del posto che conduceva indisturbata la propria vita di tutti i giorni in questo paesino sperduto.

      Scrutando la vetrina di una piccola boutique di abbigliamento, Olivia si chiese se non fosse il caso di entrare a dare un'occhiata, magari con l'aiuto della commessa avrebbe acquistato un po' del famoso senso dello stile italiano. Fu contenta di vedere un'enoteca affollata, poco più avanti, che sicuramente faceva affari d'oro. Più in là, c'erano un negozio di scarpe, un fruttivendolo con una brillante insegna colorata e con un bancone da esposizione pieno di pomodori e mandarini, un parrucchiere, un piccolo ferramenta e un negozio di alimentari.

      Due fornai ai lati opposti della strada stavano chiudendo bottega al termine di una giornata di lavoro.

      "Secondo te si fanno concorrenza?" domandò Charlotte, fermandosi per permettere a un canuto signore di attraversare la strada.

      "Sicuramente," rispose Olivia, spostando lo sguardo da un'insegna all'altra. "Scommetto che sono rivali, e probabilmente la faida va avanti da secoli."

      "E, un bel giorno, l'erede di Mazzetti si innamorerà della figlia del proprietario del Forno Collina, fuggiranno a Pisa per consumare il loro amore e verranno per sempre rinnegati dalle loro famiglie." aggiunse Charlotte.

      In quel momento, un uomo vestito di bianco, con addosso un grembiule, uscì dal forno Mazzetti. Fissò con astio il negozio di fronte, poi attraversò la strada. Dopo aver tirato fuori dalla tasca il cellulare, cominciò a fotografare le "Offerte Speciali" esposte nella vetrina del suo competitore.

      Olivia e Charlotte scoppiarono a ridere.

      "Sono davvero rivali!" Olivia non riusciva a trattenere le risate. "Domattina abbasserà i prezzi, o magari gli copierà le offerte speciali. Si è accorto di noi—andiamocene prima di essere coinvolte nelle ostilità."

      In fondo a quella che sembrava la strada principale della città, si ergeva una piccola chiesa con un campanile appuntito e finemente decorato. All'esterno c'era un parroco brizzolato, che spazzava i gradini di pietra. Le salutò con un cenno amichevole, e Olivia gli sorrise, incantata. Neanche un giorno da quando era arrivata in Italia e già era stata accettata dai locali.

      Dirigendosi verso il limitare del piccolo centro abitato, Charlotte guidò fino a un piccolo bar affollato, in cima ad una ripida stradina a fondo chiuso. C'erano macchine parcheggiate in ogni angolo e non c'era l'ombra di un posto libero. Olivia cominciava a capire come mai tutti in Italia guidassero auto di dimensioni ridotte. Gli spazi per parcheggiare erano pochi e preziosi. Quando era salita per la prima volta sulla Fiat, le era sembrata piccola in confronto alle comode berline e ai SUV a cui era abituata. Ora, invece, si era resa conto che non solo era una macchina di dimensioni appropriate per il luogo, era addirittura piuttosto spaziosa.

      Tuttavia, mentre Charlotte imprecava nel tentativo di fare inversione nello spazio angusto, Olivia avrebbe desiderato che la Fiat fosse ancora più piccola.

      Dopo una trentina di manovre, Charlotte riuscì a girare la macchina senza danneggiare paraurti e cerchioni.

      Ripercorsero la strada in discesa e parcheggiarono in una via tranquilla poco più in là, poi tornarono a piedi al bar.

      Il ritmo martellante della musica le guidò di nuovo in cima alla salita. Olivia si meravigliò di quanto suonasse melodioso il rock italiano, grazie alla musicalità della lingua. Pensò che sarebbe stato il caso di imparare qualche frase in italiano. Forse avrebbero potuto fare pratica quella stessa sera, al bar.

      Olivia respirò l'aroma derivante da una combinazione di birra, vino, fumo di sigaretta e—ne era certa—testosterone. Sullo schermo nell'angolo del bar stavano trasmettendo una partita di calcio. Si accorse con piacere che non si sentiva neanche una parola in inglese nel trambusto della conversazione. Era sicuramente un bar per locali.

      Ci fu una pausa nel momento in cui i clienti abituali si accorsero delle due nuove arrivate. Olivia notò alcune occhiate di apprezzamento in direzione sua e dell'amica.

      Non erano neanche arrivate al bancone, quando vennero salutate da due uomini del posto, appollaiati su degli sgabelli attorno ad un piccolo tavolo rotondo.

      "Ciao!" fece quello più vicino.

      Il cuore di Olivia saltò un battito. L'uomo dallo sguardo provocante aveva più o meno trent'anni. Aveva i capelli scuri, le sopracciglia folte e un sorriso ammiccante. Il suo amico, che sembrava avere qualche anno in più, aveva la testa rasata ed era molto abbronzato.

      "Ehm—ciao," rispose lei. Lanciò uno sguardo a Charlotte, che ricambiò con un sorriso malizioso.

      L'uomo cominciò a parlare rapidamente in italiano.

      Olivia allargò le braccia. "Non comprehendo?" provò a spiegare.

      "Ah, Americano."

      Seguirono altre frasi in italiano e, dopo un'animata conversazione coi tavoli di fianco, vennero recuperati due sgabelli per le nuove arrivate.

      "Giuseppe," fece l'uomo, indicando sé stesso. "Alfredo," continuò, presentando il suo amico.

      "Olivia, mi dispiace ma non parlo italiano. Sono qui da poco," si scusò Olivia, in equilibrio sul sedile imbottito dello sgabello. Nel mentre, si presentò anche Charlotte.

      "Benvenuta, Olivia." Giuseppe sorrise. "E ehm—Carlotta?”

      Olivia si accorse che i locali avevano qualche difficoltà a pronunciare correttamente il nome di Charlotte, cosa che non avveniva per il suo.

      "Vino? Rosso o Bianco?"

      "Rosso, grazie."

      Nel locale affollato, era pressata contro il braccio muscoloso di Giuseppe. Charlotte e Alfredo sembravano decisamente in sintonia. Quanto a sé, con Matt fuori dalla sua vita, si sentiva più che pronta per flirtare un po'. Chissà come si sarebbe evoluta la serata?

      "Sei molto bella," le disse Giuseppe, Olivia arrossì. Diceva sul serio o era tanto per dire? E se fosse stato l'inizio di una travolgente storia d'amore?

      "Dove stai a dormire?" chiese lui.

      "Sto in una villa qui vicino. Sono in vacanza per due settimane," rispose Olivia.

      Il vino era delizioso, con note marcate di frutta matura e un leggero retrogusto speziato. Bevendolo si ricordò delle decorazioni sui muri della cucina della villa, che raffiguravano un'abbondanza di succosi grappoli di un intenso color porpora.

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