Quasi morta. Блейк Пирс
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Название: Quasi morta

Автор: Блейк Пирс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия: La ragazza alla pari

isbn: 9781094306070

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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      “Dove?”

      La voce sembrava provenire da molto lontano.

      “Sei arrivata troppo tardi”, bisbigliò Jacqui, con la voce rauca e colma di tristezza. “Papà è arrivato prima”.

      Inorridita, Cassie si sporse e guardò verso il basso.

      Ecco Jacqui, distesa sul fondo della fredda acqua scura.

      I capelli le giravano intorno e gli arti erano bianchi e senza vita, appoggiati come alghe sulle rocce affilate, mentre gli occhi vacui fissavano il vuoto sopra di lei.

      “No!” urlò Cassie.

      Si rese conto che non si trattava per niente di Jacqui, e che non era in Italia. Era di nuovo in Francia, e da oltre il parapetto di pietra fissava il corpo disteso molto più in basso. Non si trattava di un sogno, ma di un ricordo. Si sentì oppressa dalle vertigini, e afferrò la pietra, terrorizzata all’idea di cadere, perché si sentiva talmente debole e impotente.

      “Ecco a cosa servono i papà. Questo è ciò che fanno”.

      La voce canzonatoria proveniva da dietro di lei, e Cassie si girò, vacillando.

      Eccolo lì, l’uomo che le aveva mentito e l’aveva ingannata, e aveva distrutto la sua autostima. Ma non stava guardando suo padre. Era Ryan Ellis, il suo datore di lavoro in Inghilterra, con la faccia distorta dalla felicità.

      “È ciò che fanno i papà”, bisbigliò. “Feriscono. Distruggono. Non sei stata brava abbastanza, e ora è il tuo turno. È ciò che fanno”.

      La sua mano tesa le afferrò la maglietta e spinse con tutta la sua forza.

      Cassie urlò in preda al terrore quando sentì che le stava scivolando la presa, con la pietra che le sfuggiva dalle mani.

      Stava cadendo, cadendo.

      E poi atterrò, sedendosi, prendendo fiato, col sudore freddo che le faceva venire i brividi, nonostante l’enorme stanza fosse calda.

      La configurazione della camera non le era familiare; annaspò per un po’ di tempo prima di riuscire a trovare il comodino e poi, finalmente, l’interruttore della luce.

      Lo accese e si sedette, volendo una conferma disperata del fatto che l’incubo fosse finito.

      Era nel grosso letto matrimoniale, con la testiera decorata in metallo. Dall’altro lato della stanza c’era l’enorme finestra con le tende dorate chiuse.

      Alla sua destra vi era la porta della camera, e sulla sinistra quella del bagno. La scrivania, la sedia, il frigo bar, l’armadio, era tutto come lo ricordava.

      Cassie esalò un profondo respiro, rassicurata dal fatto di non essere più intrappolata dentro al suo sogno.

      Anche se era ancora buio, erano già le sette e un quarto del mattino. Con un sussulto, si ricordò di non aver ricevuto alcuna istruzione in merito a cosa dovessero fare le bambine. Oppure le aveva avute, ma se ne era scordata? La sig.ra Rossi aveva detto qualcosa riguardo la scuola?

      Cassie scosse la testa. Non riusciva a ricordare nulla e non pensava che le avesse detto niente in merito agli orari.

      Scese dal letto e si vestì in fretta. Nel bagno, domò le sue onde rosse, dandogli un aspetto ordinato, che sperò fosse accettabile in questa casa incentrata sulla moda.

      Mentre si guardava allo specchio, sentì un rumore provenire dall’esterno.

      Cassie rimase immobile ad ascoltare.

      Riuscì a udire il suono di passi leggeri, che grattavano la ghiaia. Il vetro ghiacciato della finestra del bagno si affacciava all’esterno, verso il cancello.

      Era un addetto del personale della cucina?

      Cassie aprì la finestra e sbirciò fuori.

      Nell’oscuro grigiore della mattina presto, vide una figura ricoperta di nero che si muoveva con cautela intorno alla casa. Mentre fissava, stupefatta, identificò la figura di un uomo con un cappuccio nero che trasportava un piccolo zainetto scuro. Lo vide solo per un secondo, ma notò che si stava dirigendo versa la porta sul retro.

      Il suo cuore accelerò appena pensò agli intrusi, al cancello automatico, e alle camere di sicurezza.

      Si ricordò le parole della sig.ra Rossi, e il chiaro avvertimento che le aveva dato. Si trattava di una famiglia ricca. Senza dubbio erano l’obiettivo di un furto o persino un rapimento.

      Doveva andare ad investigare. Se avesse pensato che potesse essere pericoloso, avrebbe potuto lanciare l’allarme, urlare, e svegliare la famiglia.

      Mentre si affrettava al piano di sotto, decise il suo piano di azione.

      L’uomo si era diretto verso il retro della casa, perciò lei sarebbe uscita dal portone. C’era abbastanza luce ora per riuscire a vedere, e la notte fredda aveva lasciato brina sull’erba. Sarebbe stata in grado di seguire le sue tracce.

      Cassie uscì, chiudendosi la porta principale alle spalle. La mattinata era calma e gelida, ma lei era così nervosa da accorgersi a malapena della temperatura.

      Ecco le impronte, deboli ma visibili nella brina. Giravano intorno alla casa, sopra il prato perfettamente tosato, e sulle piastrelle del cortile.

      Seguendole, Cassie vide che portavano alla porta sul retro, che era spalancata.

      Salì i gradini silenziosamente, notando le impronte caratteristiche su ogni gradino di pietra.

      Fece una pausa all’ingresso, in attesa, cercando di sentire qualunque rumore sospetto sopra il battito del suo cuore.

      Non riusciva a sentire nulla provenire dall’interno, anche se le luci erano accese. Percepì un lieve odore di caffè. Forse quell’uomo era un fattorino che stava consegnando qualcosa, e il cuoco l’aveva fatto entrare. Ma dov’era allora, e perché non riusciva a sentire alcuna voce?

      Cassie entrò in cucina in punta di piedi, ma non trovò nessuno.

      Decise di andare a controllare le bambine e assicurarsi che stessero bene. Poi, quando era certa che fossero al sicuro, avrebbe svegliato la sig.ra Rossi e spiegato ciò che aveva visto. Poteva essere un falso allarme, ma meglio prevenire che curare, specialmente perchè l’uomo sembrava svanito nel nulla.

      Era stata una visione talmente fugace che se non avesse visto le impronte, Cassie avrebbe pensato di essersi immaginata il personaggio furtivo.

      Corse su per le scale e girò verso le camere delle bambine.

      Prima di raggiungerle, si fermò nuovamente, portandosi la mano davanti alla bocca per sopprimere un urlo.

      L’uomo era proprio lì – una figura magra vestita di scuro.

      Era fuori dalla stanza della sig.ra Rossi, e stava raggiungendo la maniglia con la mano sinistra.

      Cassie non riusciva a vedere la sua mano destra, perché era di fronte a lui, ma da quell’angolazione, era ovvio che avesse qualcosa in mano.

      CAPITOLO OTTO

      Avendo bisogno di un’arma, Cassie СКАЧАТЬ