Название: Quasi morta
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
Серия: La ragazza alla pari
isbn: 9781094306070
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“Grazie”.
La Sig.ra Rossi prese il documento e ne sfogliò le pagine brevemente prima di restituirlo a Cassie.
“Ora, potresti farmi un breve riassunto delle tue esperienze lavorative”, disse.
Sentendo queste parola, Cassie si sentì male, perché si rese conto di non poter dare alcuna referenza per i lavori che dichiarava di aver svolto da quando era arrivata in Europa. Il suo primo datore di lavoro era coinvolto in un processo per omicidio e non avrebbe avuto nulla di buono da dire nei suoi riguardi – a dire il vero, Cassie era certa che avrebbe immediatamente cercato di darle la colpa, e insistere di essere stato accusato ingiustamente.
Il suo secondo datore di lavoro era morto, ucciso mentre Cassie era una sua dipendente. Nessuno in quella famiglia poteva farle da referente. Non era solo un disastro, era una catastrofe.
CAPITOLO SEI
Cassie rimase seduta in silenzio, con la mente che correva a mille all’ora. Sapeva che la Sig.ra Rossi stava attendendo che parlasse, e che la sua esitazione avrebbe fatto sorgere delle domande, ma non aveva idea di cosa dire.
La parola “omicidio” sarebbe stata sufficiente per scoraggiare qualunque datore di lavoro. Indipendentemente dalle circostanze, avrebbero deciso che non ne valeva la pena.
Cassie non poteva biasimarli. Stava cominciando a chiedersi se non fosse lei stessa ad attirare la cattiva sorte – o se le sue decisioni avessero causato quegli incidenti.
La sua unica possibilità era quella di sorvolare sulle sue recenti esperienze, e concentrarsi sul lavoro che aveva svolto negli Stati Uniti.
Si schiarì la voce e iniziò a parlare.
“Ho lasciato casa quando avevo sedici anni, e ho frequentato il college, lavorando perlopiù come cameriera”, disse.
Non spiegò le ragioni per cui se ne era andata, ma sperò che l’essere indipendente e autosufficiente funzionasse a suo favore agli occhi della Sig.ra Rossi. Con suo sollievo, l’imprenditrice annuì in approvazione.
“Durante quel periodo ho dato lezioni, aiutato ragazzini coi compiti, e per un breve periodo ho lavorato in un asilo nido, come sostituzione maternità. Sono stata autorizzata e ho tutti permessi per lavorare, che le posso mostrare sul mio telefono. Ho anche delle referenze dal ristorante dove ho lavorato per due anni, in cui dicono che sono una persona affidabile e una gran lavoratrice, che fa di tutto per rendere i clienti felici”.
Fortunatamente, quei documenti avevano fatto parte della sua prima candidatura come ragazza alla pari, e aveva delle copie salvate in rete. Anche se il lavoro al ristorante non era rilevante, era la sua unica vera referenza.
“Eccellente”, disse la Sig.ra Rossi.
“Da quando sono in Europa ho viaggiato un po’. Ho cominciato come ragazza alla pari per una famiglia a Parigi. I bambini si sono trasferiti nel sud della Francia, perciò io ho trascorso del tempo nel Regno Unito a dicembre”.
Cassie si sentì il volto in fiamme. La sua storia era piena di buchi. Se la Sig.ra Rossi le avesse fatto delle domande, avrebbe scoperto velocemente che Cassie non aveva detto tutta la verità. Ma, con sua sorpresa, l’imprenditrice parve soddisfatta, e fu il suo turno di parlare.
“Ti darò alcune informazioni sulla mia situazione. Ho divorziato qualche mese fa, e sebbene io sia stata in grado di lavorare da casa per un po’, il lavoro è diventato molto più impegnativo ora. Ci stiamo espandendo in nuovi mercati, e stiamo acquisendo nuovi marchi. Era una crescita già in programma, ovviamente, ma sta succedendo più velocemente del previsto. Mia madre si trasferirà qui per occuparsi dei bambini, ma le serve tempo per prepararsi e fare le valigie. Perciò avrò bisogno di te per tre mesi. Vivrai qui, ovviamente. Le bambine sono molto educate, e abbiamo un cuoco e un autista, quindi non dovrebbe essere una responsabilità troppo gravosa”.
Cassie deglutì.
“Come sono le bambine? Può dirmi qualcosa in più di loro, per favore?”
“Due bambine, di otto e nove anni. Nina è la più grande, e Venetia la piccola. Sono molto educate”.
Dato che la Sig.ra Rossi non sembrava avere molto da dire sulle figlie, Cassie raccolse il coraggio per chiedere.
“Potrei conoscerle, magari? Vedere se andiamo d’accordo, prima di decidere?”
Non aveva idea se la Sig.ra Rossi potesse trovare questa richiesta scortese, visto che aveva garantito per il loro comportamento.
La donna annuì.
“Certamente. Saranno tornate da scuola ormai. Seguimi”.
Si alzò ed uscì dalla stanza, con Cassie che la seguiva di corsa.
Cassie fu colpita dall’aria autorevole di questa donna. Se ciò era quel che serviva per dirigere una multinazionale di successo, non riusciva neanche a immaginare se stessa fare lo stesso. Neanche in un milione di anni. Non era una persona di quel calibro e non aveva la stessa presenza autoritaria.
Per fortuna sentì di piacere alla Sig.ra Rossi. In ogni caso, la donna non sembrava provare un implicito disprezzo nei suoi confronti, cosa che invece Cassie aveva provato con i suoi datori di lavoro francesi.
Si diressero verso le scale di marmo e al piano di sopra. La casa era costruita a forma di ferro di cavallo, con due ali principali. Le camere dei bambini erano al piano di sopra, sul lato destro.
Il ticchettio dei tacchi di Ottavia Rossi sul pavimento piastrellato era talmente alto da informare le bambine del suo arrivo, e Cassie fu impressionata nel vedere le due bimbe dai capelli scuri uscire dalle loro stanze e posizionarsi fianco a fianco, in attesa, mentre loro si avvicinavano.
Indossavano due abiti eleganti a maniche lunghe, che parevano essere identici, ad eccezione del colore – uno era giallo, l’altro blu. I loro mocassini dai colori accesi portarono Cassie a domandarsi se Rossi Shoes avesse anche una linea per bambini, e in caso, se questi ne facessero parte.
“Bambine, vorrei presentarvi Cassie”, disse la Sig.ra Rossi. “È qui per un colloquio, e potrebbe prendersi cura di voi nelle prossime settimane. Vi va di salutarla e rispondere a qualche domanda?”
“Buon pomeriggio, piacere di conoscerti”, dissero le bimbe in coro, e Cassie fu sorpresa nel sentire che il loro accento inglese era perfetto.
La ragazzina più alta fece un passo in avanti.
“Sono Nina”.
Tese una mano e Cassie la strinse, sorpresa dalla formalità del saluto.
“Io sono Venetia”, disse la più piccola.
Cassie strinse la sua piccola mano calda. Anche se la situazione pareva abbastanza imbarazzante, e stare in piedi in modo formale in corridoio non era il modo ideale per chiacchierare e rilassarsi, Cassie sapeva di dover dimostrare di essere una persona amichevole e piacevole.
Sorrise alle bambine.
“Avete dei bellissimi nomi”.
“Grazie”, disse Nina.
“Siete andate a scuola oggi?”
Venetia СКАЧАТЬ