Se lei vedesse. Блейк Пирс
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Название: Se lei vedesse

Автор: Блейк Пирс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9781640296794

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СКАЧАТЬ del pensionamento della madre.

      Ancora sorridendo, Kate portò il telefono in camera e scattò una rapida foto a Michelle. La inviò a Melissa e poi, dopo averci pensato, la inviò anche ad Allen, solo che a questa aggiunse il messaggio: Fatto festa!

      Si ritrovò a desiderare che fosse lì con lei. Si ritrovava a provare quel sentimento piuttosto spesso di recente. Non era tanto ingenua da pensare di amarlo, ma riusciva a vedere se stessa innamorarsi di lui se le cose avessero continuato ad andare a quella maniera. Le mancava quando non c’era e ogni volta che la baciava si sentiva di una ventina di anni più giovane.

      Si ritrovò a sorridere ancora quando Allen rispose con una foto sua. Era un selfie di lui con due uomini più giovani che gli somigliavano tantissimo – i suoi figli, presumibilmente.

      Mentre studiava la fotografia, il telefono le suonò tra le mani. Il nome che apparve sullo schermo le inviò una scarica di agitazione che fu incapace di fermare.

      La stava chiamando il vicedirettore Vince Duran. La cosa avrebbe causato agitazione a prescindere, ma il fatto che fossero le otto di un venerdì sera innescò i campanelli d’allarme nella sua testa – campanelli d’allarme di cui le piaceva il suono.

      Si prese un momento, ancora fissando Michelle, e poi rispose. «Kate Wise» disse tenendo l’entusiasmo sotto controllo.

      «Wise, sono Duran. È un brutto momento?»

      «Non è il migliore in assoluto, ma non fa niente» rispose. «Va tutto bene?»

      «Dipende. Chiamo per vedere se saresti interessata ad accettare un caso.»

      «Stiamo parlando di un vecchio caso irrisolto come abbiamo discusso?»

      «No. Questo… be’, sembra proprio come uno che hai risolto piuttosto velocemente nel Novantasei. Per come stanno le cose, abbiamo quattro corpi in due diversi siti di Whip Springs, Virginia. Pare che gli omicidi siano avvenuti a non più di due giorni di distanza. In questo momento la polizia di stato della Virginia sta esaminando la scena, ma ho parlato con loro. Se vuoi il caso, è tuo. Però dovresti muoverti adesso.»

      «Credo di non poterlo fare» disse. «Ho un impegno da mantenere.» Guardando Michelle fu facile dirlo. Ma quasi ogni nervo del suo corpo combatteva contro l’appena acquisito istinto di nonna.

      «Be’, senti comunque le specifiche, vuoi? Le vittime sono coppie sposate, una sui cinquanta, l’altra sua sessanta. La più recente era sui cinquanta e rotti. La figlia ha scoperto i corpi oggi quando è tornata a casa dal college. Gli omicidi sono avvenuti entro trenta miglia di distanza l’uno dall’altro, uno a Whip Springs e l’altro appena fuori Roanoke.»

      «Coppie? Qualche collegamento tra di loro oltre al fatto che erano coniugi?»

      «Non ancora. Ma tutti e quattro i corpi sono stati feriti con armi da taglio piuttosto malamente. Il killer sta usando un coltello. È lento e metodico. Per quanto mi riguarda, tutto fa pensare che verrà colpita un’altra coppia nel giro di un paio di giorni.»

      «Già, pare un serial killer all’opera» disse Kate.

      Ripensò al caso del 1996 di cui aveva parlato Duran. Alla fine una pazza che aveva lavorato come tata aveva tolto la vita a tre coppie nel giro di due soli giorni. Era venuto fuori che aveva lavorato per tutte e tre le coppie in un lasso di tempo di dieci anni. Kate aveva catturato la donna quando stava per ucciderne una quarta e poi, stando alla sua testimonianza, se stessa.

      Avrebbe davvero detto di no? Dopo l’intenso flashback che aveva avuto quel giorno, riusciva a rinunciare sul serio a un’altra occasione di fermare un assassino?

      «Quanto tempo ho per pensarci?» chiese.

      «Ti darò un’ora. Non di più. Mi serve qualcuno sulla cosa subito. E ho pensato che tu e DeMarco potreste lavorarci bene. Un’ora, Wise… il prima possibile.»

      Prima che potesse dire Okay o grazie, Duran aveva messo fine alla telefonata. Generalmente era caldo e amichevole, ma quando le cose non andavano come voleva lui poteva essere molto irritabile.

      Più silenziosamente che poteva, andò al letto e sedette sul bordo. Osservò Michelle dormire, il delicato sollevarsi e abbassarsi del suo petto così lento e metodico. Riusciva chiaramente a ricordare quando Melissa era così piccola, e non aveva idea di dove fosse finito il tempo. E fu lì che saltò fuori il problema: sentiva di essersi persa così tanto della sua vita di madre e moglie per via del suo lavoro, ma sentiva comunque un forte dovere nei suoi confronti. Soprattutto quando sapeva che in quel momento avrebbe potuto essere là fuori, a fare la sua parte per portare un assassino alla giustizia.

      Che razza di persona sarebbe stata se avesse rifiutato l’offerta, permettendo a Duran di scegliere un altro agente che magari non aveva le stesse competenze sue?

      Ma che razza di nonna e madre era se avesse chiamato Melissa per dirle di venire a prendere sua figlia prima e porre così fine alla sua serata perché l’FBI aveva richiamato?

      Kate fissò Michelle per circa cinque minuti; si stese persino accanto a lei e mise la mano sul petto della bambina per sentirla respirare. E vedere quel piccolo raggio di vita, di una vita che non aveva ancora conosciuto il male che esisteva al mondo, rese la decisione più facile per Kate.

      Accigliandosi per la prima volta in quella giornata, Kate prese il telefono e chiamò Melissa.

      ***

      Una volta, quando Melissa aveva sedici anni, aveva fatto entrare di nascosto un ragazzo in camera sua a tarda notte quando Kate e Michael dormivano già. Kate si era svegliata per dei rumori (probabilmente, aveva scoperto dopo, si era trattato di un ginocchio che sbatteva contro il muro della camera di Melissa) e si era alzata per investigare. Quando aveva aperto la porta della figlia e l’aveva trovata senza maglietta con un ragazzo nel letto, lo aveva buttato giù dal letto e gli aveva urlato di andarsene.

      La furia negli occhi di Melissa quella notte fu sovrastata da quella che Kate vide nello sguardo di sua figlia mentre allacciava Michelle al seggiolino della macchina alle 9:30 – solo poco più di un’ora dopo che Duran l’aveva chiamata per il caso di Roanoke.

      «È un casino, mamma» disse.

      «Lissa, scusami. Ma cosa diavolo dovevo fare?»

      «Be’, a quel che ho capito la gente in realtà resta davvero in pensione una volta andata in pensione. Magari provaci!»

      «Non è così semplice» ribatté Kate.

      «Oh, lo so, mamma» disse Melissa. «Non lo è mai stato con te.»

      «Così non è giusto…»

      «E non credo di essere arrabbiata solo perché hai abbreviato la mia unica notte di relax. Di quello non m’importa. Non sono così egoista. A differenza di certe persone. Sono arrabbiata perché il tuo lavoro – con il quale avresti dovuto finire più di un anno fa, ricorda – continua a vincere sulla famiglia. Persino dopo tutto… dopo papà…»

      «Lissa, non facciamo così.»

      Melissa raccolse il seggiolino con una dolcezza che non era presente nella sua voce né nella postura del suo corpo.

      «Sono d’accordo» ribatté Melissa. «Non facciamo così.»

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