Il Giuramento. Джек Марс
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СКАЧАТЬ baia, poi zoomò. Scorse tre poliziotti col giubbotto antiproiettile fuori sulle murate. Stavano tirando l’ancora. Tra un minuto quella barca sarebbe sfrecciata fin lì.

      Brown passò alla panoramica sul portico del retro. Voltò la telecamera per vedere il fianco della casa. Riusciva giusto a vedere l’inferriata sul davanti del furgoncino della tv via cavo dall’altra parte della strada. Non importava. Aveva un uomo alla finestra del piano superiore che teneva sotto tiro il furgone.

      Brown sospirò. Immaginava che la cosa giusta da fare fosse contattare i poliziotti alla radio e dir loro che sapeva cosa stavano facendo. Avrebbe potuto portare la donna e il bambino di sotto e posizionarli davanti alla porta a vetri, così che tutti riuscissero a vedere che cosa c’era sul tavolo.

      Invece di dare inizio a uno scontro a fuoco e a un bagno di sangue, sarebbe potuto passare subito alle vane negoziazioni. In quel modo magari avrebbe anche risparmiato qualche vita.

      Sorrise tra sé e sé. Ma così tutto il divertimento sarebbe stato rovinato, no?

      Controllò la panoramica sull’atrio. Aveva tre uomini di sotto, i due Barba e uno a cui pensava come all’Australiano. Uno copriva la porta di acciaio e due quelle scorrevoli a vetri nella zona posteriore. La porta a vetri e il portico subito oltre erano i punti più vulnerabili. Ma non c’era ragione di pensare che i poliziotti sarebbero arrivati fin lì.

      Allungò una mano alle sue spalle e prese il walkie-talkie.

      “Signor Smith?” disse all’uomo accucciato vicino alla finestra aperta del piano di sopra.

      “Signor Brown?” gli rispose una voce sarcastica. Smith era abbastanza giovane da trovare gli pseudonimi ancora buffi. Sullo schermo, Smith fece ciao con la mano.

      “Che fa il furgone?”

      “Rock and roll. Sembra che lì dentro ci stiano facendo un’orgia.”

      “Okay. Tieni gli occhi aperti. Non… ripeto… non permettere a nessuno di raggiungere il portico. Non c’è bisogno che mi avvisi. Hai l’autorizzazione ad agire. Ricevuto?”

      “Ricevuto,” disse Smith. “Fuoco a volontà, baby.”

      “Bravo ragazzo,” disse Brown. “Magari ci rivedremo all’inferno.”

      Proprio allora dalla strada giunse il rumore di un pesante veicolo in avvicinamento. Brown si abbassò. Strisciò in cucina e si posizionò sotto alla finestra. Fuori un mezzo corazzato parcheggiò di fronte alla casa. La pesante portiera posteriore si spalancò, e ne uscirono dei grossi tizi con giubbotti antiproiettile.

      Passò un secondo. Due secondi. Tre. Sulla strada si erano raccolti otto uomini.

      Smith aprì il fuoco dall’alto dei cieli.

      Ta-ta-ta-ta-ta-ta.

      Il potere degli spari fece vibrare le assi del pavimento.

      Due poliziotti caddero istantaneamente a terra. Altri si ritirarono all’interno del furgone, o dietro di esso. Dietro al mezzo corazzato, tre uomini saltarono fuori dal furgoncino della tv via cavo. Smith diede loro fuoco. Uno, colto da una pioggia di proiettili, si diede a una folle danza per la strada.

      “Eccellente, signor Smith,” disse Brown nel Motorola.

      Uno dei poliziotti aveva attraversato metà della strada prima di essere colpito. Ora strisciava verso il marciapiede vicino, magari sperando di raggiungere il cespuglio di arbusti che si trovava davanti alla casa. Indossava un giubbotto antiproiettile. Probabilmente era stato colpito proprio tra le fessure, ma poteva ancora essere una minaccia.

      “Ne hai uno a terra che si avvicina ancora! Lo voglio fuori dai giochi.”

      Quasi immediatamente una grandinata di proiettili colpì l’uomo, facendolo contorcere e sussultare. Brown vide l’uccisione al rallentatore. Venne colpito nella fessura sul retro del collo, tra la parte alta del giubbotto e quella finale dell’elmetto. Una spruzzata di sangue riempì l’aria e l’uomo si immobilizzò completamente.

      “Bel colpo, signor Smith. Bellissimo colpo. Adesso teniamoli tutti inchiodati a terra.”

      Brown tornò scivolando nella sala di comando. Il peschereccio stava arrivando. Prima ancora che raggiungesse il molo, una squadra di uomini con casco e giacca nera ne saltò giù.

      “Mascherine di sotto!” disse Brown. “Arrivano da quella porta scorrevole. Preparatevi a rispondere al fuoco.”

      “Affermativo,” disse qualcuno.

      Gli invasori presero posizione sul molo. Portavano pesanti scudi balistici, dietro i quali si abbassavano. Un uomo saltò su e spianò un candelotto lacrimogeno. Brown prese la mascherina e osservò il proiettile volare oltre la casa. Colpì la porta a vetri e atterrò nella stanza principale.

      Un altro uomo saltò su e lanciò un altro barattolo. Poi un terzo ne lanciò un altro. Tutti i candelotti penetrarono in casa dal vetro. La porta a vetri era andata. Sullo schermo di Brown la zona vicino all’atrio cominciò a riempirsi di fumo.

      “Stato di sotto?” disse Brown. Passò qualche secondo.

      “Stato!”

      “Tranquillo, compare,” disse Australiano. “Un po’ di fumo, e quindi? Abbiamo messo le mascherine.”

      “Sparate quando siete pronti,” disse Brown.

      Osservò gli uomini alla porta scorrevole aprire il fuoco verso il molo. Gli invasori vennero bloccati lì. Non riuscivano a esporsi dagli scudi balistici. E gli uomini di Brown avevano tonnellate di munizioni pronte.

      “Bravi, ragazzi,” disse nel walkie-talkie. “Assicuratevi di affondargli la barca, visto che ci siete.”

      Brown sogghignò tra sé e sé. Potevano resistere per giorni.

*

      Era un disastro. C’erano uomini a terra ovunque.

      Luke andò verso la casa, scrutando in giro. Gli spari peggiori venivano da un uomo che si trovava a una finestra del piano di sopra. Stava facendo dei poliziotti formaggio svizzero. Luke era vicino al fianco della casa. Da lì non aveva angolo di tiro, ma l’uomo probabilmente non riusciva a vederlo.

      Mentre osservava, il cattivo finì un poliziotto abbattuto con un colpo dietro al collo.

      “Ed, com’è la tua visuale sul tiratore del piano di sopra?”

      “Posso ficcargliene una dritta in gola. Sono piuttosto sicuro che da lì non mi veda.”

      Luke annuì. “Prima occupiamoci di questo. Qua fuori sta diventando un casino.”

      “Sei sicuro di volerlo?” disse Ed.

      Luke studiò il piano superiore. La stanza senza finestre era nel punto della casa più lontano dal covo del cecchino.

      “Sono ancora incline a pensare che si trovino nella stanza senza finestre,” disse.

      Ti prego.

      “Basta che me lo dici,” disse Ed.

      “Vai.”

      Luke udì il distintivo rimbombo vuoto del lanciagranate.

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