Natale per Sempre . Sophie Love
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СКАЧАТЬ ma anche con confettini color arcobaleno e panna montata.

      “Eccellente,” disse Daniel versando a tutti una tazza di cioccolata calda, per poi terminarla con la panna, i marshmallow e i confetti.

      Emily non aveva mai visto Patricia consumare nulla del genere nella sua vita! La torta smores era stata una vista sufficiente, ma questa era decisamente un’altra cosa. Era come se Patricia fosse stata trasformata dallo spirito del Natale, alla fine, dopo una sessantina d’anni di resistenza!

      Tornarono nell’atrio, dove il gigantesco albero di Natale aspettava di essere addobbato, e si misero al lavoro. Ovviamente Chantelle prese il comando.

      “Qui ci servono delle luci, papà,” disse a Daniel indicando un punto nudo. “Nonna Patty, quella renna deve stare su questo ramo.”

      Emily si sporse verso la madre e le disse, “Chantelle ha una visione molto precisa.”

      Patricia rise. “Sì, lo vedo. Ha occhio per i dettagli. Un giorno sarà una grandiosa design di interni.”

      Emily se la immaginava bene. Oppure la vedeva come organizzatrice di eventi vari. Si toccò il pancione, chiedendosi che personalità avrebbe avuto Charlotte, se sarebbe stata simile alla sorella – una leader, un’artista, organizzata e socievole – o se sarebbe stata diversa. Forse avrebbe preso da Emily, e sarebbe stata meno incline a stare sotto ai riflettori, più contenta di leggere un libro e portare fuori i cani per tranquille passeggiate in campagna. O forse sarebbe stata come suo padre, pratica e lavoratrice, incline a momenti riflessivi. Oppure, come tendeva a pensare Emily, avrebbe preso dalla zia di cui portava il nome: dolce, fantasiosa, curiosa, calma. Non vedeva l’ora di scoprirlo.

      “Nonna Patty,” disse allora Chantelle demolendo il sogno a occhi aperti di Emily. “Com’era la mamma quando aveva la mia età?”

      Patricia era occupata a tendere una larga decorazione brillante tra i rami, intrecciandola tra di essi perché non cadesse.

      “A otto anni? Be’, fammi pensare. All’epoca aveva i capelli molto ricci, molto più di quanto lo siano adesso. Indossava quei bellissimi vestitini a motivo scozzese. Ti ricordi, tesoro?”

      Emily tornò con la mente al passato. L’abito scozzese e i fastidiosi collant coordinati con cui sua madre la vestiva sempre erano stati fonte di numerose litigate. Emily odiava il fatto di non poter correre o arrampicarsi sugli alberi perché Patricia non voleva che si sporcasse gli abiti.

      “Mi ricordo,” rispose.

      Patricia proseguì. “Suo padre allora le insegnava anche a suonare il piano. Era piuttosto brava, ma ha perso interesse.”

      Emily adesso avrebbe voluto non averlo fatto. Avrebbe voluto aver continuato a sedersi accanto al padre su quel malconcio sgabello, a imparare canzoni di musical e vecchi classici. Erano stati momenti preziosi, e non ne aveva tratto il massimo. Non lo sapeva all’epoca che ne avrebbe avuto bisogno.

      “Nonno Roy?” chiese Chantelle.

      “Sì,” disse Patricia. Sorrise. “Era molto dotato per il pianoforte. E lo adorava. È per quello che in questa casa doveva averne uno, anche se venivamo qui solo qualche settimana l’anno. Ma lui accendeva il fuoco e suonava per noi, ed Emily si avvolgeva in una coperta e si addormentava.” Lasciò andare un sospiro malinconico. “C’erano sempre momenti meravigliosi nel mezzo, vero, tesoro?”

      Emily sapeva che cosa intendeva dire. Tra il dolore della perdita di Charlotte. Che dopo la sua morte, mentre tra i suoi genitori il silenzio cresceva come un’invisibile parete di vetro, c’erano alcuni momenti di normalità, di gioia persino, quando la quiete veniva riempita dalla bellezza e veniva data alle loro menti una tregua dalla sofferenza.

      “Voglio bene a nonno Roy,” disse Chantelle a Patricia. “Era un bravo marito?”

      Patricia si voltò verso Chantelle. E, con shock e sorpresa di Emily, allungò una mano e le accarezzò la testa.

      “Sì. Non sempre. Ma nessuno è perfetto.”

      “Lo amavi?”

      “Con tutto il cuore.”

      “E adesso?” chiese Chantelle.

      “Basta,” la interruppe Emily. “Questa è una domanda personale.”

      “Non fa niente,” disse Patricia. Poi guardò Chantelle con onestà, e parlò con voce imperterrita. “Abbiamo vissuto molti anni come marito e moglie, molti anni buoni. Ma non eravamo felici, e nella vita la cosa più importante è essere felici. È stato davvero difficile dirgli addio, ma alla fine è stato per il meglio. E sì, lo amo ancora. Quando ami qualcuno non puoi smettere più.”

      Emily allora distolse lo sguardo per asciugarsi la lacrima che le era affiorata all’angolo dell’occhio. Per tutta la sua vita, Patricia aveva solo parlato male di suo padre. Nemmeno una volta l’aveva udita ammettere di amare ancora Roy.

      Cadde il silenzio, e la famiglia mise in tranquillità le ultime decorazioni sull’albero. L’aria malinconica che incombeva su di loro si dissolse solo quando Daniel prese dallo scatolone la statua dell’angelo.

      “È ora,” disse porgendola a Chantelle.

      Con un sorriso elettrizzato in volto, Chantelle salì sulla scala a pioli, allungò il braccio fin dove poteva, e mise l’angelo sulla cima dell’albero.

      “Ta-dan!” esclamò.

      Daniel la aiutò a scendere la scala e tutti fecero un passo indietro per ammirare l’opera. Emily si sentì vinta dall’emozione quando si accorse che era il primo albero che addobbava insieme a sua madre da quasi vent’anni. Patricia si era ritirata dal rituale poco dopo la morte di Charlotte. Però adesso, con attorno una nuova famiglia, e una nuova bambina che cresceva dentro a Emily, era tornata. Il tempismo era toccante per Emily, come se lo spirito di Charlotte ci avesse messo lo zampino.

      “Penso che sia l’albero più bello che abbia mai visto,” disse guardando con gratitudine ciascuno dei membri della sua famiglia.

      *

      Completato l’albero e bevuta la cioccolata calda, era ora che Patricia li salutasse.

      “Vorrei che non te ne dovessi andare,” disse Chantelle stringendo le mani attorno alla vita di Patricia.

      Emily osservò la madre restituire l’abbraccio alla bambina, significativamente meno a disagio di come di solito era davanti ad aperte manifestazioni di affetto.

      “Possiamo sentirci al telefono, se vuoi,” disse Patricia alla bambina.

      “Puoi chiamarci con Face Time?” esclamò Chantelle aprendosi in un largo sorriso.

      “Che cosa devo fare adesso?” chiese Patricia con aria sconvolta.

      “Videochiamate, mamma,” spiegò Emily. “Chantelle le adora.”

      “Ci videochiamiamo sempre con nonno Roy,” le disse Chantelle. “Possiamo? Possiamo? Possiamo?”

      Patricia annuì. “Certo. Se è questo che vuoi.”

      Sembrava sinceramente toccata, pensò Emily, СКАЧАТЬ