Название: Vincitore, Vinto, Figlio
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Di Corone e di Gloria
isbn: 9781640293069
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“Dobbiamo farlo,” disse uno degli uomini lì vicino.
Tano scosse la testa. “Non ancora. Stanno arrivando altri uomini.”
“Ma se quelli di Cadipolvere passano…”
“Non ancora,” ripeté Tano.
I guerrieri continuavano ad arrivare e Tano lasciò passare quanta più gente poteva. Quando gli arrivò vicino il primo uomo di Cadipolvere, parò il colpo con l’impugnatura della sua mazza, poi contrattaccò e sentì le costole dell’avversario che cedevano sotto al colpo. Ne arrivò un altro e questa volta Haven si fece trovare pronto e lo uccise.
“Questo non è posto per te, mio principe,” gli disse.
“Mi pareva che aveste detto che non sono il vostro principe,” sottolineò Tano.
Sentì l’uomo sospirare. “Non lo sei, ma hai ragione. Sono venuto su quest’isola pe fare il macellaio. È ora di fare qualcosa di più.”
Annuì, e Tano sentì delle forti mani che si chiudevano sulle sue braccia. Un paio di soldati dell’Impero lo tirarono indietro, mentre Haven prendeva la mazza che teneva in mano.
“Haven, non lo faccia,” disse Tano.
Ma era troppo tardi. Il vecchio generale stava già facendo roteare il martello insieme ai pochi uomini scelti di Haylon. Lo fece calare con tutta la forza di un uomo molto più giovane, andando a segno contro il cuneo che aveva davanti. Le rocce scricchiolarono.
Quando cedettero, fu come un tuono e tutto il mondo parve scomparire sotto a una pioggia di sassi. Il generale Haven sparì sotto la valanga, lasciando nient’altro che un solido muro di massi.
Tano guardò sconcertato quella pila di rocce.
Sapeva che aveva comunque fatto guadagnare loro ben poco tempo.
Haylon era perduta.
Sperava solo che le cose fossero più facili per Ceres.
CAPITOLO DUE
Ceres sollevò lo sguardo dalla fosse guardando il cerchio di stregoni per metà morti che la circondavano e cercò di nascondere la paura. Riuscì ad acquisire un atteggiamento di sfida mentre li vedeva avvicinarsi, stringendo le else delle sue due spade e aspettandoli. Non avrebbe permesso loro di vederla spaventata là sotto.
“Avresti potuto liberarci,” disse il loro capo con voce che pareva carta vecchia.
“Liberarvi per distruggere,” rispose Ceres. “Mai.”
“Allora prenderemo il tuo sangue e saremo almeno per un po’ quello che siamo stati in passato.”
Ceres rimase lì ferma ad aspettarli. Quale di loro avrebbe attaccato per primo? Avrebbero semplicemente scagliato la loro magia nel fondo della fossa distruggendola? No, non potevano, giusto? Non se avevano bisogno del suo sangue. Allora le venne un’idea. Un modo per poter effettivamente uscire da quella fossa. Sarebbe stato pericoloso però. Molto pericoloso.
“Pensate che abbia paura di voi?” chiese. “Ho già combattuto nelle fosse. Venite, tutti.”
Avrebbe funzionato solo se le fossero venuti tutti addosso. Lo stesso era terrificante vederli scendere in silenzio, atterrano sulla pietra dura della fossa e correndo in avanti per attaccarla.
Ceres colpiva e si spostava. C’era così poco spazio nella fossa per combattere e c’era il pericolo che la travolgessero. Tagliò una mano che l’aveva afferrata, si abbassò sotto a un colpo d’artigli diretto alla sua gola. Sentì il graffio di una mano sul fianco e sferrò un calcio facendo cadere sulla schiena uno degli stregoni.
Non erano forti come erano stati un tempo. Ceres immaginò che avessero usato più potere di quanto avrebbero voluto scagliandole addosso della magia. Continuò a colpire, a schivare all’interno della fossa mentre aspettava il momento in cui qualcuno di loro si sarebbe messo nel modo che voleva.
Lo vide e non esitò. Poteva anche non avere la forza e velocità superiori che le derivavano dal suo sangue, ma era pur sempre rapida e forte per una cosa del genere. Ne colpì uno davanti a sé facendolo cadere in ginocchio, gettò le spade fuori dalla fossa e poi usò la schiena dello stregone come pedana di salto mentre ancora si stava riprendendo. Saltò sulle spalle del nemico più vicino e poi balzò con tutte e sue forze verso il ciglio della fossa. Se avesse sbagliato, avrebbe voluto dire che aveva appena gettato via le uniche armi in suo possesso per proteggersi.
Andò a sbattere contro la parete della fossa, le mani che si aggrappavano al ciglio mentre lei lottava per tirarsi su. Sentì qualcosa che le si avvinghiava attorno alla gamba e d’istinto diede un calcio, sentendo uno scricchiolio d’ossa quando colpì il cranio di uno degli stregoni. Quella spinta era tutto ciò di cui aveva bisogno per lanciarsi nell’arrampicata, e rapidamente Ceres si tirò fuori dalla fossa in cui era caduta.
Afferrò le sue spade e si tirò in piedi mentre gli stregoni le gridavano addosso in piena rabbia.
“Ti seguiremo!” le promisero.
Uno allora ringhiò pieno d’ira e le lanciò addosso della magia. Ceres si piegò di lato, ma fu come un segnale per gli altri per colpire a loro volta. Fiamme e lampi la seguivano mentre lei scappava dalla stanza in cui si trovava la fossa, sentendo attorno a sé le pareti che tremavano. Iniziarono a cadere delle piccole pietre, poi sempre più grandi.
Ceres correva disperatamente mentre le rocce le crollavano attorno, rimbalzando quando colpivano il pavimento e rotolando nel caso dei pezzi più grossi. Ceres si lanciò in avanti e quando si rialzò in piedi scoprì che la galleria alle sue spalle era rimasta bloccata.
Avrebbe fermato gli ex stregoni? Probabilmente non per sempre. Se non potevano morire, allora alla fine avrebbero trovato un modo per passare oltre, ma non era la stessa cosa che essere capaci di inseguirla adesso. Almeno per ora Ceres era al sicuro.
Continuò attraverso le gallerie, non sapendo da che parte andare ma fidandosi del suo istinto al tenue bagliore che illuminava la grotta. Più avanti la poteva vedere aprirsi in una caverna più ampia con le stalattiti che pendevano dal soffitto. C’era anche un rumore d’acqua che proveniva da lì, e Ceres fu sorpresa di vedere un ampio torrente che scorreva nel mezzo.
Inoltre c’era un piccolo punto d’approdo con una barca dal pianale piatto lì attraccata. Ceres ipotizzò che la barca fosse lì da diversi anni, ma in qualche modo sembrava ancora integra e forte. Verso valle poté vedere una luce che non era presente nel resto delle grotte, e in qualche modo ebbe la certezza che fosse da quella parte che doveva andare.
Salì sulla barca, slegò gli ormeggi e lasciò che la corrente la trasportasse. L’acqua sciabordava contro il fianco della piccola imbarcazione e Ceres poté provare il senso di attesa che le cresceva dentro mentre avanzava. In altre occasioni avrebbe potuta provare preoccupazione davanti a una corrente come quella, pensando che potesse portare a una diga, o ancor peggio a una cascata. Ora invece sembrava che la corrente fosse qualcosa di prestabilito, fatto apposta per portarla alla sua meta.
La barca passò attraverso una galleria tanto stretta che Ceres avrebbe potuto toccare le pareti da entrambe le parti. C’era luce avanti, più luminosa della penombra delle grotte. La galleria lasciò spazio a un’apertura СКАЧАТЬ