Sala Operativa . Джек Марс
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Читать онлайн книгу Sala Operativa - Джек Марс страница 6

СКАЧАТЬ grigi, e immersioni in un paio di relitti di più di cent’anni.

      Al termine di ogni giretto, si concedeva una giornata di ritorno a Washington, DC, e andava a prendere Gunner per la prossima avventura padre e figlio. Luke doveva ammettere che la pensione non gli dispiaceva. A un anno da lì, quando avrebbe finito i soldi, non sarebbe stato tutto così gradevole, ma per il momento non riusciva a pensare a niente di brutto da dire in proposito.

      “Tu e la mamma vi siete separati per sempre?”

      Luke rivelò un sottile tremolio nella voce di Gunner quando pose la domanda. Aveva capito, aveva capito sul serio. Gunner aveva paura. Luke si sedette sulle rocce con lui.

      “Gunner, voglio tantissimo bene sia a te che alla mamma. La situazione è complicata, e la risolveremo meglio che possiamo.”

      Non era necessariamente vero. Becca era fredda con Luke. Voleva divorziare. Voleva l’affidamento esclusivo di Gunner. Pensava che Luke fosse un pericolo per Gunner e per lei. Aveva praticamente minacciato di farsi dare un ordine restrittivo contro di lui. Si stava comportando in modo irragionevole, e veniva da una famiglia molto facoltosa. Poteva pagare per una lunga e amara battaglia legale per l’affidamento, se necessario.

      “Vuoi stare con lei?”

      “Sì. Certo che sì.” Era la prima bugia che Luke aveva detto a Gunner in quella conversazione. La verità era troppo dura da determinare. All’inizio sì. Però, a mano a mano che il tempo passava, e la posizione di Becca si induriva, ne era diventato meno sicuro.

      “Allora perché non vieni a casa a dirglielo? Perché non le mandi delle rose o qualcosa del genere tutti i giorni?”

      Era una buona domanda. Che non aveva una risposta semplice.

      Nello zaino di Luke cominciò a squillare un telefono. Probabilmente era Becca, che voleva parlare con Gunner. Luke prese il telefonino satellitare che teneva sempre con sé. Era l’unico gesto per rimanere connesso che avesse fatto. Becca poteva sempre raggiungerlo. Ma non c’era solo lei. C’era un’altra persona sulla Terra che aveva accesso a quel numero.

      Guardò chi stava chiamando. Era un numero che non riconobbe, prefisso 202. Washington, DC.

      Gli crollò il cuore.

      Era lei. L’altra persona.

      “È la mamma?” disse Gunner.

      “No.”

      “È la presidente?”

      Luke annuì. “Credo di sì.”

      “Non pensi che sia meglio rispondere?” disse Gunner.

      “Non lavoro più per lei,” disse Luke. “Te lo ricordi?”

      Quella mattina, prima di partire per l’arrampicata, avevano guardato al notiziario il filmato del collasso della diga della Carolina del Nord. Più di cento decessi confermati, centinaia di dispersi. Un intero resort di montagna era stato distrutto da un muro d’acqua. Paesi a valle erano stati evacuati e protetti con sacchi di sabbia il più velocemente possibile, ma era probabile che ci fossero altre vittime.

      La cosa incredibile era che una diga costruita nel 1943 si fosse semplicemente guastata dopo più di settant’anni di operatività quasi perfetta. A Luke puzzava di sabotaggio. Ma non riusciva a immaginare chi avrebbe voluto mirare a una diga in una zona così remota. Chi avrebbe anche solo saputo che c’era? Se di sabotaggio si trattava, probabilmente era una faccenda locale, un gruppo di milizie, o magari di ambientalisti, o magari addirittura un ex dipendente seccato che si era inventato uno scherzetto pericoloso e idiota che era andato malissimo, e con conseguenze tragiche. La polizia di stato del Bureau of Investigation della Carolina del Nord avrebbe probabilmente messo i cattivi sotto custodia entro la fine della giornata.

      Però adesso il telefono suonava. Perciò magari c’era dell’altro.

      “Papà, va tutto bene. Non voglio che lasci il lavoro, nemmeno se lo vuole la mamma.”

      “Davvero? E se lo volessi lasciare io? Io non ho diritto di parola in merito?”

      Gunner scosse la testa. “Non credo. Cioè, sono morte molte persone in quell’inondazione, no? E se io fossi stato tra di loro? E se io e la mamma fossimo morti tutti e due? Non vorresti che qualcuno capisse perché è successo?”

      Il telefono continuava a squillare. Quando partì la segreteria, smise di squillare per pochi secondi, fece una pausa, e poi ricominciò. Volevano parlare con Luke, e non avrebbero lasciato messaggi.

      Luke, pensando alle parole di Gunner, premette il pulsante verde sul telefono. “Stone.”

      “La metto in attesa per la presidente degli Stati Uniti,” disse una voce maschile.

      Ci fu un attimo di silenzio, e poi la voce di lei arrivò sulla linea. Sembrava più dura di prima, una persona più vecchia. Gli avvenimenti degli ultimi mesi avrebbero invecchiato chiunque.

      “Luke?”

      “Salve, Susan.”

      “Luke, ho bisogno che lei venga qui per una riunione.”

      “Si tratta del collasso della diga?”

      “Sì.”

      “Susan, sono in pensione, se lo ricorda?”

      Lei abbassò la voce.

      “Luke, la diga è stata hackerata. Sono morte centinaia di persone, e tutti gli indizi fanno pensare ai cinesi. Siamo sull’orlo della terza guerra mondiale.”

      Luke a questo non sapeva come rispondere.

      “A che ora arriverà?” chiese.

      E lui seppe che non era una domanda.

      CAPITOLO QUATTRO

      18:15

      Osservatorio navale degli Stati Uniti – Washington, DC

      Luke viaggiava sul sedile posteriore del SUV nero che entrava nel vialetto circolare dell’imponente residenza timpanata bianca degli anni Cinquanta in stile Queen Anne che per diversi anni era stata la residenza ufficiale del vicepresidente. Da quando due mesi prima la Casa Bianca era andata distrutta, quel posto fungeva da Nuova Casa Bianca, il che funzionava a meraviglia dato che la presidente ci aveva vissuto per cinque anni prima di assumere il suo nuovo ruolo.

      Nei due mesi in cui Luke era stato via, non aveva quasi mai pensato a quel posto, né alla gente che lo abitava. Continuava a tenere con sé il telefono satellitare su richiesta della presidente, ma per le prime settimane aveva vissuto nel terrore di ricevere una telefonata. Dopodiché si era persino quasi dimenticato di avere un telefono.

      Una giovane donna lo accolse sul vialetto di fronte alla casa. Era una bruna, alta, molto carina. Indossava una pratica gonna nera e una giacca. Aveva i capelli raccolti all’indietro in una stretta crocchia. Aveva un tablet nella mano sinistra. Offrì a Luke l’altra mano. Aveva una stretta ferma, tutta affari.

      “Agente Stone? Sono СКАЧАТЬ