Oscurita’ Perversa . Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Oscurita’ Perversa - Блейк Пирс страница 16

СКАЧАТЬ lo sguardo, osservando il lago. Grandi scogliere si alzavano ovunque fuori dall’acqua. Comprese che il Lago Nimbo era stato un profondo canyon, prima che la diga lo riempisse con l’acqua. Erano pochi i posti in cui era possibile camminare lungo la riva. I fianchi della scogliera scendevano dritti negli abissi.

      Alla sua destra e alla sua sinistra, Riley vide una riva simile a quella su cui si trovavano, scoscesa ed alta quasi altrettanto. L’acqua, al di sotto di quelle scogliere, era scura, e non mostrava alcun segno del tipo di fondale che si trovava sotto proprio lì.

      Un’intuizione la colpì improvvisamente.

      “Lo ha già fatto prima d’ora” disse a Bill e Holbrook. “C’è un altro corpo in questo lago.”

      *

      Durante il viaggio di ritorno in elicottero, al quartier generale della Divisione FBI di Phoenix, Holbrook chiese: “Allora, dopotutto, pensate che si tratti di un killer seriale?”

      “Sì” fu la secca risposta di Riley.

      Holbrook disse: “Non ne ero sicuro. La cosa che desideravo di più era sapere che sul caso avrebbe indagato qualcuno in gamba. Ma che cosa avete visto che vi ha fatto decidere?”

      “Ci sono altri fondali che assomigliano a quello su cui ha gettato questo corpo” la donna spiegò. “Ha sfruttato un altro punto prima, e quel corpo è affondato proprio come avrebbe dovuto. Ma forse non è riuscito a trovare lo stesso punto, stavolta. O forse, ha pensato che questo fosse lo stesso punto. Ad ogni modo, si aspettava lo stesso risultato. Ma si sbagliava.”

      Bill esclamò: “Le ho detto che lei avrebbe trovato qualcosa lì.”

      “I sommozzatori dovranno setacciare questo lago” aggiunse Riley.

      “Occorrerà un bello sforzo” intervenne Holbrook.

      “Dev’essere fatto, in ogni caso. C’è un altro corpo laggiù da qualche parte. Può contarci. Non so da quanto tempo si trovi lì, ma c’è.”

      Fece una pausa e iniziò a ragionare. Che cosa si poteva intuire sulla personalità del killer? Era un uomo competente e capace. Non si trattava di un patetico sfigato, come Eugene Fisk. Assomigliava più a Peterson, il killer che aveva catturato e tormentato lei ed April. Era accorto e posato, e gli piaceva davvero molto uccidere, un sociopatico piuttosto che uno psicopatico. Ma, soprattutto, era sicuro di sé.

      Forse, fin troppo sicuro di sé, pensò Riley.

      Questo poteva essere la sua rovina.

      Riprese: “L’uomo che stiamo cercando non è un criminale conosciuto. Immagino che sia un cittadino ordinario, ragionevolmente ben educato, forse con una moglie e una famiglia. Nessuno dei suoi conoscenti lo reputerebbe un assassino.”

      Riley guardò il viso di Holbrook mentre parlavano. Sebbene ora la donna sapesse qualcosa in più di prima sul cosa, Holbrook ancora le appariva impenetrabile.

      L’elicottero volteggiò intorno all’edificio dell’FBI. Era sceso il crepuscolo, e l’area sottostante era ben illuminata.

      “Guarda lì” disse Bill, indicando fuori dal finestrino.

      Riley volse lo sguardo in basso, nella direzione indicata dal partner. Con sua sorpresa si accorse che il giardino roccioso assomigliava ad una gigantesca impronta digitale. Si estendeva sotto di loro, come un segnale di benvenuto. Un giardiniere paesaggista non convenzionale aveva deciso che questa immagine, disegnata con la pietra, andasse bene per il nuovo edificio dell’FBI, in luogo di un tradizionale giardino piantumato. Centinaia di grosse pietre erano state accuratamente disposte in file curve per creare l’illusione.

      “Wow” Riley esclamò rivolgendosi a Bill. “A chi credi appartengano le impronte che hanno usato? Immagino, a qualcuno di leggendario. Dillinger, forse?”

      “O forse John Wayne Gacy. O Jeffrey Dahmer.”

      Riley pensò che fosse uno strano spettacolo. Da terra, nessuno avrebbe mai immagino che quella disposizione di pietre fosse qualcosa di più di un insignificante labirinto.

      Le parve un segno ed un avvertimento. Questo caso avrebbe richiesto che lei vedesse le cose da una prospettiva nuova ed inquietante. Avrebbe dovuto esplorare regioni di oscurità, che non aveva mai nemmeno immaginato.

      Capitolo Nove

      All’uomo piaceva osservare le prostitute di strada. Amava vedere come si raggruppavano ai crocicchi e passeggiavano lungo i marciapiedi, spesso in coppie. Trovava che fossero più esuberanti delle semplici squillo e delle escort, tendenti a perdere la calma facilmente.

      Per esempio, in quel momento, ne vide una ingiuriare dei ragazzi, in un veicolo che si muoveva lentamente per fare una foto. L’uomo non la biasimava affatto. Dopotutto, lei era lì per lavoro, non per fare da modella.

      Dov’è il loro rispetto? pensò con un sorrisetto. I giovani d’oggi.

      Ora i ragazzi stavano ridendo di lei, e urlavano delle oscenità. Ma non potevano competere con le sue risposte colorite, alcune delle quali in spagnolo. A lui piaceva il suo stile.

      Quella notte era sceso nei bassifondi, fermo con l’auto in una strada su cui affacciava una fila di motel economici, luogo di lavoro delle prostitute. Le altre ragazze erano meno vivaci di quella che aveva urlato di tutto a quei ragazzi. I loro tentativi di apparire sexy sembravano assurdi al confronto, e le loro avance erano oscene. Mentre lui osservava, una si tirò su la gonna, mostrando le mutande succinte all’autista di un’auto che stava passando lenta. L’uomo però non si fermò.

      Il killer continuò ad osservare la ragazza che, per prima, aveva catturato la sua attenzione. La donna stava camminando con passo pesante, sdegnata, lamentandosi con le altre ragazze.

      L’uomo sapeva che avrebbe potuto averla se avesse voluto. Poteva essere la sua prossima vittima. Tutto ciò che doveva fare per ottenere la sua attenzione era guidare lungo il cordolo, verso di lei.

      Ma no, non l’avrebbe fatto. Non lo aveva mai fatto. Non avrebbe mai approcciato una prostituta per la strada. Spettava a lei farlo. Era lo stesso persino con quelle che incontrava attraverso un servizio o in un bordello. Faceva sì che lo incontrassero da sole, separatamente, senza che lui dovesse chiederglielo direttamente. Sarebbe sembrato che fosse una loro idea.

      Con un po’ di fortuna, la ragazza esuberante avrebbe notato la sua auto costosa e si sarebbe avvicinata. Quel veicolo era una splendida esca. Così come il fatto che lui fosse ben vestito.

      Ma, quale che fosse il prosieguo della notte, doveva prestare più attenzione dell’ultima volta. Era stato superficiale, lasciando cadere il corpo della donna nel lago, aspettandosi che affondasse.

      E aveva creato un tale caos! La sorella di un agente dell’FBI! E avevano richiesto i rinforzi da Quantico. Non gli piaceva. Non era alla ricerca di pubblicità o fama. Tutto quello che voleva fare era soddisfare le sue voglie.

      E non ne aveva ogni diritto? Quale adulto sano non aveva delle voglie?

      Ora, avrebbero mandato dei sommozzatori a cercare i corpi. Sapeva che cosa avrebbero trovato lì, anche dopo quasi tre anni. La cosa non gli piaceva affatto.

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