La Clessidra del Killer . Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу La Clessidra del Killer - Блейк Пирс страница 12

СКАЧАТЬ qui!” gridò all’uomo che stava facendo footing.

      Non importava molto ciò che gridava, al di sopra del rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia; la sua prossima vittima non sarebbe stata in grado di cogliere le sue vere parole, ma soltanto un grido soffocato.

      L’uomo si fermò a quel suono e guardò nella sua direzione.

      Poi, si diresse verso il killer.

      Era sorridente mentre si avvicinava, e il killer stava ricambiando il suo sorriso.

      Presto, furono vicini da potersi ascoltare reciprocamente.

      “Che cosa c’è?” l’uomo gridò al di sopra del suono delle onde.

      “Venga qui che glielo mostro” il killer gridò in risposta.

      L’uomo si diresse incautamente verso il killer.

      “Guardi laggiù” il killer disse. “Guardi molto attentamente.”

      Allora l’uomo eseguì, si abbassò e, con un movimento rapido e abile, il killer raccolse la pala e lo colpì dietro alla nuca, facendolo cadere dritto nella fossa …

      L’esercizio di Riley fu bruscamente interrotto dal suono della voce del Capo Belt.

      “Agente Paige?”

      Riley aprì gli occhi e vide che Belt la stava guardando con un’espressione curiosa. Si era ormai distratto dalle domande di Jenn.

      L’uomo esclamò: “È sembrato che fosse assente per qualche istante.”

      Riley sentì Jenn sogghignare nelle vicinanze.

      “Talvolta lei lo fa” Jenn si rivolse al capo. “Non si preoccupi, sta lavorando sodo.”

      Riley tornò a riflettere rapidamente sulle impressioni che aveva appena avuto: tutte molto ipotetiche certamente, e probabilmente non una ricostruzione puntuale di ciò che era in realtà accaduto.

      Ma era certa di un dettaglio: l’uomo che stava facendo footing si era avvicinato su invito del killer, e lo aveva fatto senza alcun timore.

      Questo le suggerì un indizio piccolo ma cruciale.

      Riley disse al capo della polizia: “Il killer è affascinante, piacevole. La gente si fida di lui.”

      A quella affermazione, il capo sgranò gli occhi.

      “Come fa a saperlo?” le chiese.

      Riley sentì una risata proveniente da qualcuno che si stava avvicinando dietro di lei.

      “Si fidi di me, lei sa che cosa fa.”

      Si voltò al suono di quella voce ed il suo umore migliorò immediatamente.

      CAPITOLO SEI

      Il Capo Belt raggiunse l’uomo che si stava avvicinando, intimando: “Signore, quest’area è chiusa. Non ha visto la barriera?”

      “Tranquillo” intervenne Riley. “Questo è l’Agente Speciale Bill Jeffreys. Sta con noi.”

      Riley si precipitò verso Bill, e lo condusse abbastanza distante, così che gli altri non li sentissero.

      “Che cos’è successo?” lei chiese. “Perché non hai risposto ai miei messaggi?”

      Bill sorrise impacciatamente.

      “Sono stato soltanto un idiota. Io …” Poi restò in silenzio e distolse lo sguardo.

      Riley attese una sua risposta.

      Poi, lui finalmente riprese: “Quando ho ricevuto i tuoi messaggi, non sapevo se ero o meno pronto. Allora, ho chiamato Meredith per avere dettagli, ma ancora non sapevo se fossi pronto. Accidenti, non sapevo se ero pronto quando mi sono messo alla guida per arrivare fin qui. E non sapevo se fossi pronto, fino ad ora, quando ho visto …”

      Indicò il corpo.

      Aggiunse: “Adesso lo so. Sono pronto a tornare a lavoro. Conta su di me.”

      La sua voce era ferma e la sua espressione lasciava trasparire la sincerità.

      Riley emise un grosso sospiro di sollievo ed accompagnò Bill dagli ufficiali radunati intorno al corpo nella fossa. Poi, lo presentò al capo e al coroner.

      Jenn già conosceva Bill e parve contenta di vederlo, cosa che fu apprezzata da Riley. L’ultima cosa di cui lei aveva bisogno era che Jenn si sentisse emarginata o offesa.

      Riley e gli altri misero al corrente Bill di tutti i dettagli raccolti finora sul caso. L’uomo ascoltò con uno sguardo di profondo interesse.

      Infine, Bill si rivolse al coroner: “Credo che possiate portare via il corpo adesso. Sempre che vada BENE all’Agente Paige.”

      “Per me va bene” Riley acconsentì. Era felice che Bill sembrasse essere tornato quello di una volta, pronto ad esercitare una sorta di autorità.

      Quando il coroner cominciò ad estrarre il cadavere dalla fossa, Bill scrutò l’area per un istante.

      Chiese a Riley: “Hai controllato il sito dell’omicidio precedente?”

      “Non ancora” rispose.

      “Allora dovremmo farlo” commentò.

      Riley disse al Capo Belt: “Andiamo a dare un’occhiata all’altra scena del crimine.”

      Il capo acconsentì. “Si trova a circa tre chilometri all’interno della riserva naturale” spiegò.

      Tutti riuscirono a farsi largo tra i giornalisti, ancora una volta senza commentare.

      Riley, Bill e Jenn entrarono nel SUV dell’FBI, e il Capo Belt e il coroner presero un’altra auto. Il capo li guidò lontano dalla spiaggia, lungo una strada sabbiosa all’interno di un’area boschiva. Quando la strada terminò, parcheggiarono i loro veicoli. Riley e i colleghi seguirono i due ufficiali a piedi, lungo un sentiero che conduceva tra gli alberi.

      Il capo fece stare il gruppo su un lato del sentiero, indicando alcune nitide impronte sul suolo duro.

      “Scarpe da tennis ordinarie” Bill commentò.

      Riley annuì. Vide che quelle impronte conducevano in entrambe le direzioni. Ma era certa che non avrebbero fornito molte informazioni, tranne che la misura di scarpe del killer.

      Ad ogni modo, delle tracce interessanti erano mescolate alle impronte. Due linee traballanti erano scavate nel suolo.

      “Che cosa ne pensi di queste linee?” Riley chiese a Bill.

      “Tracce di una carriola, che è andata e tornata” il partner rispose. Poi, guardò oltre la propria spalla, in direzione della strada, per poi aggiungere: “Immagino che il СКАЧАТЬ