Название: Prima Che Afferri La Preda
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Mackenzie White
isbn: 9781640294660
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Ma che accidenti?
Mackenzie si alzò di scatto dalla scrivania e si precipitò nel corridoio. Appena girato l’angolo, vide Ellington e le due guardie entrare in ascensore. Prima che le porte si chiudessero, Mackenzie scorse ancora una volta la sua espressione tesa.
È stato licenziato, pensò. L'idea era assolutamente ridicola, ma era proprio quello che sembrava.
Corse alla tromba delle scale, aprì rapidamente la porta e iniziò a scendere, facendo i gradini due alla volta nella speranza di arrivare prima di loro. Fece di volata le tre rampe di scale, uscendo lungo il lato dell'edificio adiacente al parcheggio.
Uscì dalla porta nello stesso momento in cui Ellington e le guardie uscirono dall'edificio. Mackenzie si precipitò attraverso il prato per intercettarli. Le guardie parvero irrigidirsi nel vederla, e una addirittura le si parò davanti, quasi Mackenzie costituisse una minaccia.
"Che succede?" chiese rivolta a Ellington.
Lui scosse la testa. “Non adesso" disse. “Per ora... lascia perdere."
"Cosa significa tutto questo?" insisté. “Le guardie... lo scatolone... sei stato licenziato? Che accidenti è successo?"
Lui scosse di nuovo la testa. Non stava cercando di liquidarla, così immaginò che non potesse fare altro in quella situazione. Forse era successo qualcosa di cui non poteva parlare. E conoscendo Ellington, leale all’inverosimile, non avrebbe parlato se gli era stato chiesto di stare zitto.
Avrebbe voluto insistere, ma non gli fece pressioni. Se voleva risposte dirette, c'era solo una persona da cui ottenerle. Così tornò di corsa nell'edificio. Stavolta prese l'ascensore, riportandolo al terzo piano e dirigendosi senza indugi verso l'ufficio di McGrath.
Senza preoccuparsi di farsi annunciare dalla segretaria, si avvicinò alla sua porta. Sentì la donna chiamarla per nome tentando di fermarla, ma Mackenzie entrò. Non bussò nemmeno, limitandosi a fare irruzione nell'ufficio.
McGrath era alla scrivania, per nulla sorpreso di vederla lì. Si voltò verso di lei e la calma sul suo viso la fece infuriare.
"Stia calma, agente White”, disse.
"Che cosa è successo?" chiese. “Perché ho appena visto Ellington scortato fuori dall'edificio con i suoi effetti personali in una scatola?"
"Perché è stato sollevato dal suo incarico."
La semplicità di quella dichiarazione non la rese più semplice da ascoltare. Una parte di lei si chiedeva ancora se non si trattasse di un madornale errore. O se fosse una specie di elaborato scherzo.
"Per quale motivo?"
A quel punto vide qualcosa a cui non aveva mai assistito prima: McGrath distolse lo sguardo, palesemente a disagio. “È una questione privata", disse. “Mi rendo conto che voi due avete una relazione, ma questa è un'informazione che per legge non posso divulgare, a causa delle circostanze."
Per tutto il tempo in cui aveva lavorato per McGrath, non aveva mai sentito così tante cazzate legali uscire dalla sua bocca in una volta sola. Riuscì a placare la sua rabbia. Allora non si trattava di lei. Apparentemente Ellington era coinvolto in qualcosa di cui lei non sapeva nulla.
"Va tutto bene?" chiese lei. “Almeno può dirmi questo?"
"Temo che non stia a me darle questa risposta" disse Mcgrath. “Ora, se mi vuole scusare, sono davvero piuttosto impegnato."
Mackenzie si congedò con un breve cenno del capo e si chiuse la porta alle spalle. La segretaria le lanciò un’occhiata in tralice da dietro la scrivania, che Mackenzie ignorò completamente. Tornò nel suo ufficio e controllò la posta, solo per avere conferma che il resto della sua giornata era un abisso di nulla.
Quindi si precipitò fuori dall'edificio, facendo del suo meglio per non dare a vedere quanto fosse preoccupata. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che metà dell'edificio fosse consapevole del fatto che Ellington se n'era andato e che si stava precipitando dietro di lui. Era appena riuscita a lasciarsi alle spalle gli sguardi indiscreti e le voci quasi leggendarie del suo passato sul posto di lavoro... non aveva nessuna intenzione di fornire un pretesto per far ripartire le voci.
***
Era sicura che Ellington fosse semplicemente tornato al loro appartamento. Quando lo aveva incontrato per la prima volta, era il tipo di uomo che sarebbe potuto andare direttamente in un bar nel tentativo di affogare i suoi dispiaceri. Ma era cambiato nell'ultimo anno, esattamente come lei. Una volta lì, aprì la porta del suo appartamento (il loro appartamento, ricordò a se stessa), sperando di trovarlo dentro.
E infatti era nella seconda camera da letto, che usavano come ufficio. Stava togliendo gli oggetti contenuti nello scatolone, gettandoli a casaccio sulla scrivania che condividevano. Alzò lo sguardo quando la vide, per poi distoglierlo rapidamente.
"Scusa”, disse con la testa voltata. “Oggi non è esattamente il mio giorno migliore."
Lei gli si avvicinò ma resistette all’impulso toccargli la spalla o un cingerlo con un braccio. Non l'aveva mai visto tanto giù di morale. Questo la allarmò un po’ ma, più di ogni altra cosa, le fece provare il desiderio di aiutarlo.
"Che cosa è successo?" chiese.
"Mi sembra abbastanza ovvio, no?" replicò lui. “Sono stato sospeso a tempo indeterminato."
"E perché mai?" Mackenzie ripensò a McGrath e a quanto si sentisse a disagio quando gli aveva posto quella stessa domanda.
Alla fine Ellington si girò verso di lei e, quando lo fece, poté leggere dell’imbarazzo sul suo viso. Quando le rispose, la voce gli tremava.
"Molestie sessuali."
Per un istante, quelle parole erano prive di senso. Mackenzie aspettò che lui le sorridesse e le dicesse che stava solo scherzando, ma non fu quello che accadde. Invece, i suoi occhi si fissarono su quelli di lei, in attesa della sua reazione.
"Cosa?" chiese lei. “Quando sarebbe successo?"
"Circa tre anni fa" disse. “Ma la donna si è appena fatta avanti con le accuse tre giorni fa."
"E sono fondate?" chiese.
Annuì, sedendosi alla scrivania. “Mackenzie, mi dispiace. Allora ero un tipo diverso, sai?”
Per un momento provò rabbia, ma non era sicura se nei confronti di Ellington o della donna. “Come l’avresti molestata?" chiese.
"Era una giovane agente che stavo addestrando tre anni fa" iniziò a raccontare. “Stava andando davvero bene, così una notte insieme ad alcuni colleghi l'abbiamo portata fuori per festeggiare. Abbiamo bevuto tutti un paio di drink e alla fine restammo soli, io e lei. Non mi era mai passato per la testa di provarci con lei, ma quando uscii dal bagno la trovai lì ad aspettarmi. Mi baciò e stavamo iniziando a spingerci un po’ oltre, allora si ritrasse, forse rendendosi conto che era un errore. A quel punto però io ci riprovai. Mi piace pensare che se non avessi bevuto la cosa sarebbe finita quando lei si era staccata da me. Invece non mi fermai. Tentai di baciarla di nuovo e non mi СКАЧАТЬ