Una Bolla Fuori Dal Tempo. Andrea Calo'
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Название: Una Bolla Fuori Dal Tempo

Автор: Andrea Calo'

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Зарубежные любовные романы

Серия:

isbn: 9788873042877

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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      «Ma ne è sicuro John?».

      «Mi chiede se son sicuro di aver pagato? Certo, la mia carta di credito è ancora calda», rispose sorridendomi.

      «No. Intendo dire se è sicuro di quello che sta facendo. Sono una perfetta sconosciuta per lei, non pensa?».

      «Non è vero! Ci siamo conosciuti ieri sera in aeroporto, abbiamo viaggiato insieme in macchina, abbiamo fatto colazione insieme questa mattina e poco ci mancava che non mi mostrasse completamente il suo seno con quella scollatura di poco fa. Ritiene ancora che lei ed io siamo dei perfetti sconosciuti?». Era disarmante nella sua semplicità espressiva, nella sua capacità di farmi sentire importante! Mi sentii talmente circuita che non riuscii a rispondere, se non in macchina, dopo essermi sistemata all’interno dell’abitacolo ancora freddo.

      «Si, siamo sconosciuti. Non vede che ci rivolgiamo l’uno all’altra con un freddo “lei”?», gli dissi, sperando di spalancare le porte a una maggiore confidenza tra di noi. La mia speranza fu subito ripagata.

      «Ben appunto, lo pensavo anch’io poco fa, mentre attendevo all’ascensore. Che ne direbbe di abbattere il muro e darci del “tu”?».

      «Va bene, con piacere», risposi mentre provavo davvero piacere nel dirlo, nel liberarmi da una costrizione che tendeva a frenarmi anche troppo.

      John mi guardava sempre dritto negli occhi quando mi parlava seriamente, come avevo potuto pensare di distrarlo con altri mezzi? Avevo l’impressione sempre più forte di conoscere davvero quell’uomo da molto tempo.

      «L’auto è ancora fredda, ma tra poco si starà meglio. Ti dispiace se accendo il condizionatore d’aria per farla riscaldare prima?».

      «Assolutamente no, vedi tu ciò che è meglio fare».

      «Bene, noto che il gonfiore agli occhi sta effettivamente scomparendo. Ora sono tornati belli, come ieri sera».

      Gli sorrisi in silenzio e rimasi a osservare i morbidi lineamenti del suo profilo mentre, attento, conduceva l’auto sulla strada principale. Restammo in silenzio per un po’, mentre la radio trasmetteva musica classica in continuazione. Attraversammo il centro della città, Portland era già viva a quell’ora del mattino, le sue strade e i marciapiedi erano riempiti di gente che camminava a passo veloce, diretta chissà dove, chissà perché. Attraversammo il ponte sul fiume Willamette, era così bello con la neve, assumeva un fascino particolare. Osservavo fuori dal finestrino e catturavo tutte le immagini di quel paesaggio, cercando di capire se nella mia vita passata fossi già stata in quella zona. No, per me erano completamente nuove e per questo, forse, le apprezzavo ancora di più.

      «Allora, ti piace Portland?».

      «E’ una bella città e con la neve sembra davvero magica. E’ molto più tranquilla di New York ma sembra non farsi mancare proprio nulla. Penso non abbia assolutamente nulla da invidiargli».

      «E’ una città completa e misteriosa. E’ una bella città. Ma quando ci vivi da un po’ di tempo, tende a soffocarti, come accade con la maggior parte delle grandi metropoli. Il Wallowa invece è immerso nella natura. Vedrai che differenza, Kate! Ha il suo bel lago, chiuso tra le montagne, i colori dei fiori in primavera, le piante e il verde tutt’intorno. Splendido posto Kate!», mi rispose, «E’ un peccato che tu la possa vedere solo con la neve».

      «Con la neve avrà comunque il suo fascino, non credi?», continuai. “E poi io l’ho già vista”, avrei voluto gridare. Ma riuscii a trattenermi.

      Persi tra quelle parole giungemmo ai confini estremi della città, oltre i quali si apriva la sconfinata campagna. La temperatura nell’abitacolo dell’auto era divenuta davvero gradevole, decisi quindi di togliermi il cappotto che posai sui sedili posteriori. Mi sentivo più libera nei movimenti, più a mio agio, nonostante il collo alto del maglione che non ero abituata a portare e che, in parte, m’infastidiva. Mentre mi sporgevo per sistemare il cappotto, John si voltò per guardarmi. I nostri occhi s’incrociarono e in quel momento catturai tutta la bellezza e la profondità dei suoi, di quel colore verde che avevo già notato in aeroporto ma che solo in quel momento riuscivo ad apprezzare in tutta la sua intensità. Forse per via della mia pazzia, in quell’istante provai un forte desiderio di baciarlo. Ma si, perché non farlo? Siamo esseri umani in fondo, siamo fatti di carne e di ossa. Perché non concedersi ai piaceri della vita, giacché è così breve? Io amavo un uomo nella mia vita passata, lo so con certezza assoluta grazie a tutte le immagini preziose che conservo dentro di me. Perché in questa vita non ero ancora riuscita a incontrare la persona giusta, fino a quel momento? John non mi era indifferente e, forse, nemmeno io lo ero per lui. Stavo sbagliando tutto, forse? Stavo correndo troppo? Sarei caduta in un profondo baratro, come già successomi altre volte in passato? Mi stavo ponendo troppe domande alle quali non riuscivo a dare alcuna risposta. Risposi al suo sguardo con un cenno di sorriso. John ricambiò compiaciuto. C’era intesa tra noi e questo mi rendeva serena e, al momento, mi bastava.

      CAPITOLO 5

      Lungo i suoi bordi, la strada cedeva lo spazio a un’interminabile distesa di neve bianca, solo qua e là interrotta dalle impronte di passi dei bambini che giocavano nei campi ricoperti e pieni zeppi di pupazzi e di piccoli igloo. John era silenzioso e attento alla guida. Mi fece notare che c’erano diverse lastre di ghiaccio sulla carreggiata e per quel motivo, oltre alle evidenti condizioni di traffico lento, avremmo impiegato molto più tempo del previsto per giungere a destinazione. Probabilmente l’impiegata in aeroporto, che conosceva la zona, aveva ragione nell’indicarmi che ci sarebbero volute anche otto ore per completare il viaggio. Chiesi a John se non ci fossero altre strade che ci avrebbero permesso di anticipare anche solo di poco il nostro arrivo nel Wallowa.

      «Kate, conosco questa strada a memoria ormai, tanto che potrei guidare anche a occhi chiusi. Purtroppo non abbiamo altra scelta. Potremmo uscire dall’autostrada e percorrere le strade di città e di campagna, ma ci allontaneremmo dalla strada principale per poi doverci ritornare necessariamente sopra. Inoltre non mi aspetto di trovare strade sgombre dalla neve e scorrevoli là fuori e il rischio di trovare ghiaccio aumenterebbe facendoci rallentare ulteriormente. Impiegheremmo ancora più tempo, quindi è meglio procedere così. Hai molta fretta di arrivare?».

      «No, non ho fretta. Ho solo un bel po’ di cose da fare da quelle parti e vorrei iniziare quanto prima, senza perdere troppo tempo», risposi. Avrei dovuto parlargli di me nel dettaglio.

      «Sono questioni davvero così importanti? Questioni di vita o di morte?», chiese sorridendo e voltandosi per guardarmi negli occhi e rilevare ogni mia eventuale bugia. Era la prima volta che lo faceva da quando eravamo in viaggio.

      «Direi piuttosto “questioni di vita e di morte”, entrambe. E non è solamente un gioco di parole, credimi». Ero decisa ormai, avrei vuotato il sacco alla prossima domanda. Dopo la morte di mia madre promisi a me stessa di non rivelare più ad altri i miei pensieri, ma evidentemente non ero in grado di mantenere le promesse o i buoni propositi fatti. Accettai questo mio limite e decisi di aprirmi del tutto, un passo alla volta.

      «Spiegati un po’ meglio, non riesco a seguirti nel tuo discorso», chiese, incuriosito dalla mia risposta. Sul suo volto notavo un’espressione diversa, cominciava a mostrare i primi segni di una crescente preoccupazione.

      «Io lascerei correre il discorso», e girandomi verso di lui per guardarlo negli occhi, «mi considereresti una povera pazza altrimenti, se te lo raccontassi». Queste parole, però, non facevano altro che accrescere la sua già evidente curiosità.

      «Stai fuggendo da qualcosa o da qualcuno?»

      «No, al contrario. Sto andando a trovare qualcuno».

      «Si СКАЧАТЬ