Ossessionata . Морган Райс
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Ossessionata - Морган Райс страница 7

СКАЧАТЬ stati uccisi degli agenti” disse in tono secco. “Bravi uomini e donne non torneranno a casa dalle loro famiglie stasera, perché uno psicopatico ucciderà tutti quelli che incontrerà sulla sua strada. Che cosa vuole? Scarlet Paine. E' tutto quello che abbiamo, per andare avanti nelle indagini. Così, può capire per quale motivo interrogare la sua paziente per noi sia una priorità.”

      L'Agente Marlow passeggiava avanti e indietro nervosamente, frustrata dal fatto che il partner  sembrava riuscire a litigare in ogni situazione. Era convinta che il suo lavoro sarebbe stato senz'altro più semplice, se avessero lasciato a lei la possibilità di fare gli interrogatori.

      Infatti, a differenza di Brent, restava sempre calma, specie con i testimoni ed in particolare con quelli afflitti da problemi mentali, come la ragazza che dovevano incontrare lì. E questa era precisamente la ragione per cui il capo della polizia l'aveva mandata in quella clinica psichiatrica. Tuttavia, avrebbe voluto avere un partner migliore.

      Ma un pensiero la colpì, come un pugno allo stomaco: il suo capo non aveva avuto a disposizione molti poliziotti tra cui scegliere. Oltre a quelli che ora sorvegliavano la scuola, il resto del suo distretto era composto da morti o feriti.

      Si fece avanti.

      “Comprendiamo che la testimone è in uno stato di fragilità” disse in tono diplomatico. “Manterremo un tono civile. Nessuna domanda. Nessun tono di voce alto. Mi creda, signore, ho sei anni di esperienza con ragazzi come lei.”

      Tutti guardarono attraverso la finestrella e notarono che la ragazza si stava dondolando andando avanti e indietro, con le ginocchia contro il petto.

      Alla fine lo psicologo sembrò accontentarsi di quelle promesse e consentì ai poliziotti di entrare.

      Strisciò la scheda contro la serratura della porta, attese l’accensione di una lucina verde, seguita da un sonoro bip, e poi entrò per primo nella stanza, avvicinandosi alla ragazza, che era rimasta raccolta in posizione fetale.

      I due agenti lo seguirono e solo allora la donna notò le manette che bloccavano le mani e le caviglie della ragazza, immobilizzandola.

      Ne fu sorpresa. L'ospedale non ricorreva a questi metodi, se non quando il paziente manifestasse l’intenzione di far del male a se stesso o agli altri. Qualsiasi esperienza avesse affrontato quella ragazza, rifletté, doveva essere stata terribile. Per quale altra ragione una liceale sedicenne, dalla fedina penale perfettamente pulita, avrebbe potuto diventare improvvisamente pericolosa?

      Fu lo psicologo a parlare per primo.

      “Ci sono dei poliziotti qui che vogliono vederti” le disse in modo calmo. “Si tratta di Scarlet.”

      La ragazza sollevò la testa. Gli occhi erano vuoti e osservarono i volti delle tre persone davanti a lei. L'Agente Marlow lesse nella sua espressione angoscia e disperazione.

      “Scarlet” la ragazza gridò, tendendo le manette. “Devo trovare Scarlet.”

      Lo psicologo guardò in silenzio i due poliziotti, mentre lasciava la stanza.

*

      Maria osservò gli agenti. Da qualche parte, nei recessi più nascosti, la parte sana stava ancora funzionando, era rimasta lucida e sveglia. Ma la parte con cui aveva giocato Lore era dominante, e sembrava che una nube le oscurasse l’intelletto.

      Sapeva di dover uscire da quel posto e di dover trovare Scarlet. Forse l’amica era con Sage, che, sicuramente, l'avrebbe aiutata. Sarebbe stato in grado di disfare quello che il cugino le aveva fatto.

      Ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a spiegare a nessuno che non era affatto pazza, che quello non era il suo posto, ammanettata come una criminale. Le sue amiche erano andate a trovarla, e sua madre le aveva tenuto la mano, in lacrime, ma Maria non era riuscita a parlare. Qualunque cosa Lore le avesse introdotto nella mente, era immune ad ogni attacco. E si stava rinforzando. Ad ogni istante, Maria si sentiva sempre più debole. La sua capacità di combattere il controllo mentale di Lore stava diminuendo, e la parte sana della sua mente si riduceva sempre di più. Maria era certa che, se non avesse trovato un aiuto, sarebbe scomparsa del tutto, riducendola ad un guscio vuoto.

      Waywood rimase in piedi, tenendo lo sguardo puntato su Maria. Marlow, invece, era appoggiata al bordo del letto.

      “Maria, dobbiamo farti alcune domande” le disse dolcemente.

      Maria provò ad annuire, ma non accadde nulla. Il suo corpo era diventato pesante. Era esausta. Respingere quello che Lore aveva introdotto nella sua mente era davvero faticoso.

      “La tua amica, Scarlet” la poliziotta proseguì nello stesso modo gentile. “Sai dov'è?”

      “Scarlet” Maria disse.

      Avrebbe voluto aggiungere altro, ma le parole proprio non riuscivano ad uscirle di bocca. Frustrata, osservò il poliziotto roteare gli occhi.

      “E’ del tutto inutile” sbottò.

      “Agente Waywood, devi avere pazienza” replicò incollerita Marlow.

      “Pazienza?” il collega gridò. “I miei amici sono morti! I nostri colleghi sono in pericolo! Non c'è tempo per avere pazienza!”

      Intrappolata nella sua stessa mente, Maria sentì crescere la propria frustrazione. Comprendeva la preoccupazione dell'Agente Waywood e desiderava davvero essere d'aiuto. Ma, per colpa di Lore, riusciva a malapena a spiccicare una parola. Parlare per lei equivaleva a camminare su un tapis roulant: si sforzava, ma non arrivava mai da nessuna parte.

      La poliziotta ignorò lo scatto del collega e tornò a rivolgersi a Maria.

      “L'uomo che cerca la tua amica, si chiama Kyle. Lo hai già visto prima? L’hai mai sentita menzionarlo?”

      Maria provò a scuotere la testa, ma non le riuscì neppure quello. Marlow si morse il labbro e giocherellò con il taccuino nelle mani. Maria comprese da quei gesti che stava riflettendo, probabilmente era incerta se chiederle qualcos’altro.

      Infine, la poliziotta si fece avanti e strinse la mano di Maria. La guardò intensamente negli occhi.

      “Kyle … lui è un vampiro, non è vero?”

      Waywood alzò le braccia al cielo, deridendola.

      “Sadie, sei diventata pazza! Quelle storie sui vampiri sono stupidaggini!”

      La poliziotta si voltò rapidamente, guardando profondamente il partner.

      “Non osare ripetere una cosa simile” lei disse. “Sono un’agente di polizia. E' mio dovere interrogare questa testimone. Come posso interrogarla in modo corretto, se non le dico quello che sappiamo?” Prima che il poliziotto avesse la possibilità di replicare, Sadie aggiunse: “E io sono l'Agente Marlow, grazie mille.”

      Waywood la guardò con irritazione.

      “Agente Marlow” rispose a denti stretti “è mia opinione personale che parlare di vampiri ad un testimone mentalmente instabile sia una cattiva idea.”

      Lì sul letto, Maria cominciò a dondolarsi. Sentì la parte sana di lei, sepolta così profondamente da quello che Lore le aveva fatto, cominciare ad emergere. In qualche modo, il fatto che la poliziotta credesse nei vampiri stava aiutando le parti intrappolate della sua mente a liberarsi. Provò a parlare, e finalmente, un suono le fuoriuscì dalla gola.

      “Guerra.”

СКАЧАТЬ