Il peccato di Loreta. Boccardi Alberto
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Название: Il peccato di Loreta

Автор: Boccardi Alberto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072391

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СКАЧАТЬ per questo sì, mi ci sottoscrivo anch'io!--intervenne prè Letterio.--E che voi, signora Chiara, e che il professore Mattia avreste pensato così, io non ho dubitato un istante. Anzi, volete che ve la dica tutta?

      --Ma sì, ma sì.

      --Ebbene: viaggio facendo, nel mio cervello ho architettato perfino un mio bravo progetto. Ma, badate, un progettino in tutta regola, che se mai potesse avverarsi sarebbe una cosa tanto bella.... Ve lo dico?

      --Fuori, prè Letterio, fuori!

      --Ecco qua. Già tante volte il professore Mattia mi aveva fatto un certo discorso: "La mamma è una donna forte, una donna che per la casa è un tesoro, ma infine cogli anni che passano avrà pure bisogno di condurre una vita un po' più tranquilla...." E poi, non una ma cento volte, un'altra cosa mi disse: "lui deve badare agli studi, deve restarsene tante e tante ore chiuso con i suoi scartafacci e le sue medaglie.... e la mamma intanto a star sola si deve pur annoiare; così, in campagna, d'inverno, avere almeno una persona amica da barattar dieci parole lavorando insieme, da farsi leggere un libro per ammazzare il tempo!..." A tutto questo io ho pensato. Se vi prendeste la povera Loreta.... Un posto qui alla vostra tavola si farebbe tanto presto. Poi, in fine di tutti i conti, meglio che un'estranea, una persona del vostro sangue.... Eh?

      Il vecchio prete sostò, aprendo le braccia nell'atto di chi, avendo esposto una cosa molto logica, aspetti con tutta sicurezza la pronta adesione de' suoi interlocutori.

      E la risposta non tardò.

      --Certo che quanto don Letterio dice è molto giusto!--fe' il professore.--La combinazione sarebbe buonissima....

      E così a furia di reticenze continuò ancora un poco, senza dare tuttavia un'esplicita dichiarazione.

      Ma al prete Letterio brillavano gli occhi, perchè, conoscendo perfettamente il suo amico, comprendeva che quegli, persuaso, persuasissimo, desideroso di annuire, restava in forse unicamente per lasciare che la madre decidesse lei, come le pareva:

      --Dunque, signora Chiara, che cosa vi consiglia il cuore?

      --Ma! il cuore mi consiglia di offrire a quella povera creatura il soccorso che ci domanda. Se Dio vuole che così sia per il bene di lei, ch'essa venga dunque! Purchè mio figlio sia contento....

      --Qua dentro la padrona sei tu, mamma. E poi, te l'ho detto già prima, tu non puoi volere una cosa che non sia bella.

      Don Letterio battè insieme le palme:

      --Bravi, bravissimi! È un'azione benedetta la vostra, e ne avrete il compenso. Figuratevi la gioia di quella creatura!

      --Le scriverete voi?

      --Immediatamente.

      --E siete contento?

      --Mi avete fatto il più caro dei regali per il mio ritorno.... Ed ora, una gocciola ancora del vostro buon vino. E poi in viaggio.

      La signora Chiara riempì il bicchiere del prete e quello di suo figlio, ed anche nel proprio versò qualche stilla.

      Ridendo tutti e tre toccarono i bicchieri.

      Poi, prè Letterio risalì nel carrozzino che l'aspettava nel cortile, e, salutati gli ospiti, riprese la strada di Udine.

       Indice

      L'arrivo di Loreta fu stabilito per l'ultima settimana di ottobre. Prè Letterio l'aveva preannunciato con una lettera affettuosissima, in cui si dichiarava addolorato di non potere, a cagione di certi gravi suoi affari, recarsi al paese per assistere alla venuta della sua protetta.

      In casa Sant'Angelo già da qualche settimana era quello il discorso di tutte le ore.

      A mano a mano che il giorno dell'arrivo si approssimava, cresceva la impazienza della signora Chiara. E lo stesso professore, che di solito serbava in ogni cosa la piena serenità dell'animo, non sapeva sottrarsi dal dividere la irrequietezza di sua madre, la quale per parlargli di quell'argomento aveva perfino smesso il suo abituale scrupoloso riguardo di entrare nello studio di lui, durante le ore ch'egli consacrava al lavoro.

      Tale irrequietezza doveva spiegarsi assai facilmente da quanti conoscevano il modo uniforme di vita che i due Sant'Angelo conducevano da tanti anni. Soltanto che, mentre nell'animo della signora Chiara altro non era che la spinta della sua bontà e il forte desiderio di conoscere questa ignorata parente, in quello del professore era pure un dubbio molesto, sortogli involontariamente per effetto di qualche parola maligna, ch'egli aveva potuto cogliere quasi per caso sulle labbra di alcuni conoscenti.

      Una sera, al Caffè della posta, un vecchio amico di casa, il conte Leonardo Mangilli, un burberaccio che godeva in paese la fama di un vero orso, mentre gli altri, venuti a conoscenza del divisamento del Sant'Angelo, gliene davano in coro gran lode, s'era lasciato scappare una delle sue solite sfuriate:

      --Eh! una giocata al lotto, professore mio! Non si sa mai che numeri sortono da quella ruota benedetta. E poi io, io che orso lo sono sempre stato, a' miei parenti, peggio che al diavolo, la porta l'ho sempre serrata a triplo giro. Chi ha la pace non si muova, dice il proverbio!... E dice assai bene!

      Gli altri s'erano messi a far baccano: "quello scettico del conte Leonardo aveva sempre le sue; a sentirlo pareva che ci avesse un cuore con tanto di pelo; invece...." E avevan finito per celiare tutti, compreso il conte, il quale provava una certa soddisfazione a vedere come la gente lo tenesse in fondo per un burbero benefico di quelli della vecchia commedia.

      Ma il professore Mattia di coteste parole si ricordò. E quella sera, quando fu solo nel suo studio, in mezzo a' libri, in quell'ambiente tranquillo dove passava tante ore deliziose, stette a lungo collo sguardo fisso sulle pagine di un volume, aperto dinanzi a lui, vinto da una strana preoccupazione. Il proverbio che il conte aveva citato gli ronzava all'orecchio fastidiosamente.... Se, obbedendo ad un consiglio inspirato dalla bontà, avessero commesso un errore? Se per quella decisione presa con troppa sollecitudine, avessero dovuto poi subire qualche amarezza?... Fatta questa prima riflessione, una lunga catena di pensieri tristi, nerissimi, pieni di torve previsioni, si formava nella mente del professore. Vecchie storie dimenticate, nelle quali la ingratitudine umana era sorgente di dolori e di ansietà, rinascevano nella sua memoria. Di molti fatti analoghi si ricordava: amici suoi che per animo buono eran stati spinti al beneficio e ne avevano avuto pagamento colle peggiori disillusioni. Poi.... conoscevano essi abbastanza quella giovane che stavano per accogliere? Chi era? Donde veniva? Che cosa aveva nel suo passato?... È vero, Prè Letterio l'aveva raccomandata: era uomo di coscienza, e non l'avrebbe fatto senza convinzione. Ma d'altro lato non poteva essere stato tratto in inganno egli pure?... E lo afferrava quasi un pentimento e si sentiva assalito da un arcano timore pensando che sua madre avrebbe forse un giorno potuto dolersi del passo che avevano fatto.

      Di tali suoi timori il professore Mattia, nel desiderio di alleggerirsi l'animo di una preoccupazione della quale provava acuta molestia, aveva voluto muovere qualche accenno anche alla signora Chiara.

      Lo aveva fatto attendendo con pazienza il momento opportuno, senza darvi importanza, a velate parole. Ma la signora Chiara gli tappò la bocca subito, con una di quelle frasi, piene di dolce mitezza, che erano in lei consuete e per le quali si faceva adorare:

      --Che vuoi che avvenga, figlio mio? Al bene si risponde СКАЧАТЬ