Il peccato di Loreta. Boccardi Alberto
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Название: Il peccato di Loreta

Автор: Boccardi Alberto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072391

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СКАЧАТЬ giovane, pieno d'ingegno e costretto dall'abitudine, dall'ambiente e un po' anche dall'indole propria riflessiva, si dette con trasporto agli studi. Suo padre aveva radunato nella loro casa una grande biblioteca, composta per la maggior parte di opere scientifiche, d'archeologia e di storia, ed anche aveva lasciato un ricco medagliere, cominciato ancora ne' primi anni dopo il suo ritorno dall'Università e nel quale si contavano intere e pregevolissime serie di monete, delle antiche zecche del Friuli, dell'Istria e di Venezia.

      Mattia Sant'Angelo si innamorò di quegli studi. Essi gli destavano nel cuore molti e soavi ricordi. Rammentava come suo padre si facesse un orgoglio di quelle collezioni, alle quali aveva pensato persino negli ultimi tempi di sua vita, in terra straniera. E attratto sempre più dall'interesse delle ricerche, lusingato dai primi successi ottenuti, il giovane, rinunciando ad ogni altra ambizione, se ne viveva contento. In casa, nelle due ampie stanze terrene, onde vedeva tanta estensione, di bella campagna, a poco a poco, a furia di spese sapienti e di cure indefesse, si era venuto formando un vero museo.

      E là, fra le vetrine, dove le vecchie medaglie diligentemente classificate posavano in file ordinate nelle loro scatoline di cartone, in mezzo a' suoi libri rari, tra le pareti ornate di armi antiche, dinanzi al suo enorme tavolo dove s'accatastavano codici e pergamene, istrumenti di saggio e manoscritti, il giovane studioso passò lunghi anni, tutelato, dalla pavida vigilanza di sua madre, contro ogni soverchia emozione.

      E degli anni ne passarono molti. Ne passarono tanti che già sui capelli del Sant'Angelo--del professore Sant'Angelo, come erano avvezzi a chiamarlo in paese,--era caduta una prima brinata.

      --Eh! eh! sono un vecchio oramai!--il professore diceva scherzando.--Sono un vecchio per tutti, tranne per questa mia santa mamma che adoro!

      E per lei era infatti sempre come una volta, un ragazzo ubbidiente e buono, che aveva bisogno de' suoi baci, che aveva la necessità delle sue parole confortatrici, che si sentiva consolato dalla sua presenza.

      A questo modo scorreva da molti anni pacifica la vita nell'antica casa dei Sant'Angelo.

      Se taluno qualchevolta chiedeva al professore se egli non desiderasse nulla, se non aspirasse a qualche mutamento come infine il suo sapere, la sua bontà e la sua posizione gli avrebbero concesso di sperare, rispondeva immutabilmente levando le spalle, in atto di un filosofo timoroso delle molestie che sogliono arrecare le cose nuove:

      --Mutare! Perchè? Così, accanto a mia madre ed in mezzo a' miei studi, sono tanto felice!

       Indice

      --E dunque, Vige, siamo all'ordine?--domandò la signora Chiara affacciandosi all'uscio dell'ampia cucina, che un bel sole d'ottobre penetrando dai due finestroni spalancati allietava di festevole luce.

      Vige, la contadinotta che stavasene intenta al focolare, alzò il capo dalle marmitte, in cui cuocevasi il desinare della famiglia:

      --In pochi minuti, signora. E poi al mezzogiorno ci manca ancora.

      --Non ci deve mancare mica molto. E sai che il signor Mattia....

      --Eh! lo so che a lui l'attendere non piace....

      In quel momento stesso dalla chiesa di Tricesimo uno scampanìo allegro annunciò le dodici.

      --Mezzogiorno!--disse la signora Chiara.--Affrettiamoci.

      La domestica allora si mise in grandi faccende intorno al suo focolare. Coll'aiuto delle molle, scoperchiò una padella e soffiato sul fumo profumato che ne uscì in una densa nube, guardò con occhio esperto se il punto di cottura fosse soddisfacente:

      --È pronto!--esclamò poi.--Il professore oggi sarà contento.

      E in fretta, slacciatosi il grembialone di tela bigia che aveva dinanzi, staccò da un chiodo un altro grembiale bianco di bucato, che si legò alla vita; si diè una sciacquatina alle mani in una catinella, poi soggiunse tutta sorridente:

      --Ed ora appena il professore esce dal suo studio metterò in tavola.

      La signora Chiara, colla tranquillità della padrona di casa che sa ormai tutto quanto bene disposto, passò nel tinello e, attendendo che il figlio uscisse dalle sue stanze, si occupò ancora a mettere in una più precisa posizione i vari oggetti sulla mensa preparata.

      Ma il professore tardava.

      --Viene?--domandò Vige comparendo sull'uscio.

      --Ma.... non so.

      --Lo chiamiamo?

      --È capace d'inquietarsi.

      --E intanto il pranzo ne soffre.....

      La vecchia signora in punta di piedi andò allora presso un altro uscio e curvatasi, con una certa fatica, che la sua età spiegava, a guardare attraverso la toppa:

      --Eh! sì! Ci pensa al desinare lui! È là a cavarsi gli occhi con le sue eterne monete!

      Poi, timidamente, quasi col timore di chi sta per imprendere un atto sconsigliato, schiuse pian piano l'uscio:

      --Mattia.

      Il professore volse il capo.

      --Oh! mamma!--esclamò sorridendo.

      --Il pranzo aspetta.

      --È mezzogiorno di già?

      --Suonato da un pezzo.

      --Eh! questo tempo che scappa così!

      E si levò dal seggiolone di canna ricurva, si tolse gli occhiali che depose diligentemente sur un mucchio di carte, prese il suo fazzoletto turchino che giaceva lì accanto, e dopo avere con esso detersa la fronte tutta bagnata, venne con ciera allegra incontro alla signora:

      --Scusami, la mia povera vecchietta. Eccomi qua e con una fame: con una fame che guai se il pranzo non è proprio eccellente!

      Passò il braccio intorno alle spalle della madre e celiando insieme, com'era loro costume, andarono a prendere i loro posti.

      Vige entrò. Coll'aria tra modesta e superba di un artista il quale presenti solennemente una propria opera che sa riuscita un capolavoro, posò in mezzo alla tavola un bel pasticcio fumante, appetitosissimo al solo guardare la sua crosta dal colore di oro.

      --Benone!--esclamò il professore Mattia.--Proprio quello che ci voleva! Il pasticcio di polenta che mi piace tanto e che la Vige quando vuole sa far così bene!

      --Eh! oggi poi....--rispose la servetta tutta inorgoglita dagli elogi--Agnul ha portato stamane dall'uccellanda dodici tordi così grassi e belli.... Vedrà, vedrà!

      La signora Chiara tagliò il pasticcio. E il professore si mise a mangiare con grande appetito, lasciandosi sfuggire delle esclamazioni di plauso, che se facevano sorridere la signora Chiara, mandavano addirittura in solluchero la bravissima cuoca.

      --Eh! mi viziate voialtre con questi bocconcini da principe. Mi viziate!

      E СКАЧАТЬ