Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2. Джек Марс
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Название: Comando Primario: Le Origini di Luke Stone—Libro #2

Автор: Джек Марс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Триллеры

Серия:

isbn: 9781094312798

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СКАЧАТЬ nove mesi. Dovevi andare in Iraq per arrestare qualcuno, ricordi? Un lavoro di polizia, mi pare che l’avessi definito. Ma in realtà sei andato a salvare la figlia del…”

      Lui alzò un dito. “Becca, lo sai che non è vero. Sono andato per arrestare un uomo, e quella missione è stata tranquilla…’

      Era una bugia. Un’altra. Anche l’arresto era stato un macello.

      “… la figlia del presidente dai terroristi islamici. Il tuo elicottero è caduto. Tu ed Ed avete combattuto contro dei miliziani di Al Qaeda in cima a una montagna.”

      “È successo tutto quando ormai eravamo già lì.”

      “Non sono stupida, Luke. So leggere tra le righe di un articolo sul giornale. C’era scritto che sono morti a dozzine. Significa che è stato un bagno di sangue e tu c’eri proprio in mezzo.”

      Luke alzò di nuovo la mano in maniera impercettibile, come se lei gli avesse puntato contro una minuscola pistola. Tra di loro c’era ancora il bambino, che continuava a mangiare senza una sola preoccupazione al mondo.

      “È solo un incarico, tesoro. È il mio lavoro. Don Morris…”

      Ora fu Becca a sollevare una mano per fermarlo. “Non cominciare con Don Morris. Ormai non biasimo più neanche lui. Se non volessi andare in queste missioni suicide non ti potrebbe costringere. È semplice.”

      Aveva iniziato a piangere, le sue guance erano striate di lacrime.

      “Che cosa sta succedendo?” intervenne una voce. Era eccitata. Aveva percepito il sangue nell’acqua e non vedeva l’ora di sferrare il colpo di grazia.

      “Ciao, Audrey,” disse Luke, senza nemmeno girarsi.

      Becca si alzò e tese il bambino alla madre. Abbassò lo sguardo sul marito. Era furiosa. Tutto il suo corpo tremava per la forza dei singhiozzi.

      “E se muori?” chiese. “Adesso abbiamo un figlio.”

      “Questo lo so e non morirò. Come sempre, farò molta attenzione. Anche di più, perché ora abbiamo Gunner.”

      La donna si fermò accanto alla madre, con le mani chiuse a pugno. Sembrava una bambina sul punto di iniziare a strillare nel bel mezzo del supermercato. Per contro Audrey era calma e soddisfatta. Sul suo volto aleggiava un sorriso affettato. Stava cullando il bambino tra le braccia sottili da uccello e gli tubava a voce bassa.

      “Andrà tutto bene,” insistette Luke. “Andrà tutto bene. So che sarà così.”

      Senza un’altra parola Becca si allontanò, diretta verso casa. Un istante più tardi la porta sbatté fragorosamente.

      Luke e Audrey si fissarono a vicenda. La suocera aveva lo sguardo feroce e intento di un falco. Aprì la bocca.

      Lui la fermò con un gesto della mano e uno scossone del capo. “Ti prego, non dire niente.”

      Audrey lo ignorò. “Un giorno tornerai qui e non avrai più una moglie,” dichiarò. “E neanche una casa in cui vivere.”

      CAPITOLO SEI

      8:35 p.m. Ora legale orientale

      I cieli sopra all’oceano Atlantico

      “Rock and roll,” esclamò Mark Swann.

      “Hip-hop, figliolo,” lo corresse Ed Newsam. “Hip-hop.”

      Tese una grande mano dall’altra parte della stretta corsia del piccolo jet mentre Swann gli faceva un lento applauso. Poi l’altro si allungò e i due si scambiarono una serie di pugni, manate e segni, come in una specie di stretta di mano segreta.

      Dopo l’ultima missione, Newsam e Swann erano diventati inaspettatamente amici.

      Luke li guardò. Ed era sprofondato nel suo sedile. Era un uomo enorme e dallo sguardo di ghiaccio, vestito ordinatamente con un paio di pantaloni beige militari e un’aderente maglietta del Gruppo d’Intervento Speciale. Le sue specialità erano le armi e la strategia. Portava barba e capelli tagliati corti e con i bordi rifiniti alla perfezione. Il suo aspetto metteva in chiaro il genere d’uomo che era, e cioè uno con cui non si scherzava.

      Invece Swann sembrava tutto fuorché un agente federale. Portava occhiali dalla grossa montatura nera e i suoi capelli lunghi erano raccolti in una coda. Indossava una maglietta su cui campeggiava la scritta BLACK FLAG, con la foto di un uomo che si stava gettando da un palco sopra una folla brulicante. Aveva steso le lunghe gambe coperte da jeans strappati nella corsia centrale e le sue scarpe da ginnastica All Star giallo acceso erano un ostacolo per chiunque dovesse passare. I suoi piedi erano giganteschi.

      All’inizio i due avevano legato perché erano entrambi fan del gruppo degli anni ’80 Public Enemy, e perché avevano lo stesso senso dell’umorismo sarcastico. Ora erano uniti da chissà cos’altro. Era perché erano entrambi giovani uomini energici? Perché si sentivano inarrestabili?

      Si stavano divertendo, caricandosi per gettarsi in un altro viaggio in mezzo al nulla. Era una cosa positiva. Era importante che fossero concentrati e attenti.

      Luke invece non si sentiva affatto entusiasta quanto loro. Era esausto, più emotivamente che fisicamente. Ovvio, lì era l’unico con un bambino appena nato, una moglie arrabbiata e un’infida suocera. Era anche il solo ad aver fatto un viaggio di andata e ritorno di tre ore verso la costa est.

      Nel frattempo Newsam e Swann erano andati a mangiare al Red Lobster. Pareva che avessero anche bevuto qualche drink insieme alla loro cena a base di crostacei.

      “Siete pronti a mettervi a lavoro?” chiese loro.

      Ed scrollò le spalle. “Sono nato pronto.”

      “Rock and roll,” ripeté Swann.

      Il jet Lear a sei posti stava sfrecciando verso nord-est attraverso i cieli. Era un velivolo blu scuro senza contrassegni di nessun genere. Erano partiti venti minuti prima da un piccolo aeroporto privato a ovest della città. Avrebbero potuto scambiarli per una piccola agenzia impegnata in un viaggio d’affari con il suo jet privato, o per un mucchio di ragazzetti ricchi che voleva spassarsela in Europa.

      Dietro di loro, sulla sinistra, si intravedevano gli ultimi raggi del tramonto. Davanti e sulla destra c’era solo buio.

      In momenti come quello Luke si sentiva sempre come se stesse precipitando in un’avventura al di là della sua comprensione. Le missioni non gli davano problemi. Era nervoso, ma non aveva paura. Ormai aveva visto talmente tanti combattimenti che poche cose scuotevano la sua sicurezza. Quello che non capiva era il contesto.

      Perché? Perché lo stavano facendo? Perché i pezzi grossi facevano quel che facevano? Perché esistevano terroristi e gruppi terroristici? Perché la Russia e l’America, insieme a chissà quanti altri paesi, erano in continua lotta dietro le quinte, tirando fili e manipolando le azioni dei popoli come burattinai?

      Quando era stato più giovane quelle domande non lo avevano turbato. La comprensione della geopolitica non faceva parte del suo lavoro. Da un lato c’erano i buoni e dall’altro c’erano i cattivi.

      Aveva СКАЧАТЬ