Una Ragione per Correre . Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Una Ragione per Correre - Блейк Пирс страница 6

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      Una donna di mezza età dall’aspetto pio e con scompigliati capelli rossi era stata lasciata sulla prua della nave, appena sopra le luci laterali. Era stesa di lato e tutta incurvata, rivolta verso est, con le mani strette alle ginocchia e la testa china. Se fosse stata seduta diritta sarebbe sembrata addormentata. Era completamente nuda e l’unica ferita visibile era una linea scura attorno al collo. Gliel’ha spezzato, pensò Avery.

      Ciò che distingueva la vittima, oltre alla nudità e a quella pubblica esposizione della sua morte, era l’ombra che gettava. Il sole era alto. Il suo corpo era leggermente alzato e l’ombra lunga e distorta creava una sua immagine speculare.

      “Porca puttana,” sussurrò Ramirez.

      Come Avery faceva quando puliva le superfici di casa sua, si abbassò e lanciò uno sguardo alla prua della barca. O l’ombra era una coincidenza, oppure era un segno importante dell’assassino, e se ne aveva lasciato uno, poteva averne lasciato anche un altro. Andò da un lato all’altro della nave.

      All’accecante luce del sole, sulla superficie bianca della barca proprio sopra la testa della donna, tra il suo corpo e l’ombra, Avery notò una stella. Qualcuno aveva usato le dita per disegnare una stella, con la saliva o l’acqua salata.

      Ramirez gridò verso O’Malley.

      “Che cosa ha detto la scientifica?”

      “Hanno trovato della peluria sul corpo. Potrebbero venire da un tappeto. L’altra squadra è ancora all’appartamento.”

      “Quale appartamento?”

      “L’appartamento della donna,” gridò O’Malley. “Crediamo che sia stata rapita da lì. Non ci sono impronte da nessuna parte. Il nostro uomo potrebbe aver indossato dei guanti. Come l’abbia portata fin qui, su una banchina ben visibile, senza essere visto da nessuno, è un mistero. Qui ha oscurato alcune delle telecamere della marina. deve averlo fatto subito prima dell’omicidio. Probabilmente la donna è stata uccisa la notte scorsa. Il corpo sembra indisturbato, ma il coroner deve ancora esaminarlo.”

      Holt sbuffò rivolto verso nessuno in particolare.

      “Questa è una perdita di tempo,” sbottò a O’Malley. “Che cosa può dirci quella donna che i miei uomini non hanno già scoperto? Non mi importa del suo ultimo caso, né del suo personaggio pubblico. Per quel che mi riguarda è solo un avvocato fallito che ha avuto fortuna con il suo primo grosso caso perché un serial killer, che lei ha difeso in tribunale, le ha dato una mano!”

      Avery si alzò, si appoggiò al parapetto e osservò Holt, O’Malley e gli altri due detective sulla banchina. Il vento le mosse la giacca e i pantaloni.

      “Ha visto la stella?” chiese.

      “Che stella?” gridò Holt.

      “Il suo corpo è piegato di lato e verso l’alto. Alla luce del sole, crea un’ombra identica alla sua forma. Ben distinta. Sembrano quasi due persone, schiena contro schiena. Tra il suo corpo e l’ombra qualcuno ha disegnato una stella. Potrebbe essere una coincidenza, ma la posizione è perfetta. Forse siamo fortunati, se l’assassino l’ha disegnata con la saliva.”

      Holt si consultò con uno dei suoi uomini.

      “Hai visto una stella?”

      “No, signore,” rispose un detective biondo e snello con gli occhi marroni.

      “La Scientifica?”

      Il detective scosse la testa.

      “Ridicolo,” borbottò Holt. “Il disegno di una stella? Potrebbe averlo fatto un bambino. Un’ombra? La luce crea le ombre. Non c’è niente di speciale in questo, detective Black.”

      “A chi appartiene lo yacht?” chiese Avery.

      “Un vicolo cieco.” O’Malley scrollò le spalle. “Un grosso imprenditore edile. È in Brasile per affari. È via da un mese.”

      “Se la barca è stata pulita un mese fa,” disse Avery, “allora la stella è stata lasciata lì dall’assassino, e dato che si trova perfettamente tra il corpo e l’ombra, deve significare qualcosa. Non sono certa di cosa, ma qualcosa.”

      O’Malley lanciò un’occhiata a Holt.

      Holt sospirò.

      “Simms,” disse all’agente biondo, “fai tornare la Scientifica. Occupati di quella stella, e anche dell’ombra. Ti chiamo quando abbiamo finito.”

      Miseramente, Holt guardò Avery e infine scosse la testa.

      “Fatele vedere l’appartamento.”

      CAPITOLO TRE

      Avery si incamminò lentamente lungo il corridoio del palazzo buio, con Ramirez al fianco e il cuore che le batteva forte per l’anticipazione come faceva sempre quando arrivava su una scena del crimine. In quel momento desiderava essere ovunque tranne che lì.

      Si liberò di quella sensazione. Si concentrò e si costrinse a osservare ogni dettaglio, per quanto minuscolo.

      La porta dell’appartamento della vittima era aperta. L’agente di sorveglianza al di fuori si spostò e permise ad Avery e agli altri di passare sotto il nastro della scena del crimine per entrare.

      Uno stretto corridoio conduceva al soggiorno. Accanto si apriva la cucina. Non si vedeva niente di fuori dall’ordinario, solo un bell’appartamento. Le pareti erano dipinte di grigio chiaro e c’erano librerie ovunque. Pile di libri erano accatastate a terra. Dai davanzali pendevano piante. Davanti alla televisione era sistemato un divano verde. Nell’unica camera da letto, il letto era in ordine e coperto da una trapunta di pizzo bianco.

      L’unico segno evidente di disordine nell’appartamento era nel soggiorno, dove era stato chiaramente tolto un tappeto. Il contorno polveroso, insieme allo spazio più scuro, era stato contrassegnato da numerose targhette gialle della polizia.

      “Che cosa ha trovato qui la scientifica?” chiese Avery.

      “Niente,” rispose O’Malley. “Niente impronte. Niente riprese delle telecamere. Al momento brancoliamo nel buio.”

      “È stato preso qualcosa dall’appartamento?”

      “Niente che noi sappiamo. Il barattolo degli spiccioli è pieno. I suoi vestiti sono stati lasciati in ordine nel cesto della biancheria. I soldi e la sua carta d’identità erano ancora nelle tasche.”

      Avery si prese il suo tempo.

      Come era sua abitudine, si mosse per piccole sezioni e ne osservò ognuna con attenzione: le pareti, il pavimento e le assi di legno, tutti i ninnoli sugli scaffali. Spiccava una foto della vittima insieme a due amiche. Si fece un appunto mentale di scoprire i loro nomi e di contattarle entrambe. Studiò le librerie e le pile di libri. C’erano cataste di romanzi d’amore. Il resto era per lo più su argomenti spirituali: auto-aiuto e religione.

      Religione, pensò Avery.

      La vittima aveva una stella sopra la testa.

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