Istoria civile del Regno di Napoli, v. 5. Giannone Pietro
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Istoria civile del Regno di Napoli, v. 5 - Giannone Pietro страница 23

СКАЧАТЬ un'altra nel 1215, nella quale furono aggiunte tutte le decretali e rescritti, che per lo spazio di que' cinque anni eransi emanati. Da poi nell'anno 1227 Tancredi Diacono di Bologna ne fece un'altra, nella quale unì le Costituzioni d'Onorio III successor d'Innocenzio; ma quantunque fosse stata terminata in quell'anno, nel quale morì Onorio IX suo successore, che meditava oscurar la fama de' suoi predecessori con una più ampia o nuova compilazione, la fece supprimere, nè mai vide la luce del Mondo, se non negli ultimi tempi, quando Innocenzo Cironio nell'anno 1645 la fece imprimere in Tolosa colle sue dottissime chiose[153].

      Gregorio IX adunque per maggiormente stabilire la Monarchia romana, ordinò, che si compilasse un nuovo Codice, nel quale ad imitazione dell'Imperadore Giustiniano, volle, che risecate le altre Costituzioni dei Pontefici suoi predecessori, le quali non erano più confacenti a' suoi tempi, s'inserissero in quello le sue e l'altre de' suoi predecessori, che egli stimò più a proposito; ed oltre a ciò, perchè non s'avesse occasione di ricorrere al jus civile, statuì da se molte cose ancorchè non richiesto[154], affinchè con questo suo Codice si regolassero i Tribunali ne' giudicii, e le Scuole nell'insegnar a' giovani la giurisprudenza. Commise la compilazione di quest'opera a Raimondo di Pennaforte del Contado di Barcellona, Frate Domenicano, gran Canonista, ed Inquisitore in Catalogna, e molto caro a Giacomo Re d'Aragona, che lo trascelse per suo Confessore[155]. Gregorio tratto dalla fama della sua dottrina e bontà de' costumi, lo fece venire in Roma, e lo creò suo Cappellano e Penitenziero, dignità che a que' tempi non si conferiva se non che ad uomini riguardevoli e letteratissimi. Costui eseguendo la sua commessione la ridusse a compimento. Divise l'opera in cinque libri, e seguitò l'istesso metodo appunto, che tenne Triboniano nella compilazione del Codice di Giustiniano[156].

      Papa Gregorio, vedendo terminata l'opera a seconda del suo genio, tosto promulgò una Costituzione, che la propose all'istesso Codice, per la quale, abolendo tutte le altre, comandò a tutti, che solamente di questa compilazione si servissero così ne' giudicii, come nelle scuole: proibendo ancora con molto rigore, che per l'avvenire niuno abbia ardimento di farne altra, senza spezial autorità della Sede Appostolica[157]. Comandò ancora, che per tutto il Mondo si divolgasse, ed in tutte l'Accademie ed Università d'Europa si legesse[158], infiammando allo studio di quella non meno i Professori, che gli scolari.

      Non vi fu parte d'Europa, che per la potenza e credito di Gregorio non la ricevesse con ardore; e si mossero i Professori da tutte le parti, non meno ad insegnarla nelle scuole, che a farvi copiose chiose. I primi furono Ruffino, Silvestro e Riccardo inglese: Rodovico cognominato di pocopasso, e Pietro Corbolo, ovvero Boliato spagnuolo: Bertrando, Damaso ed Alano inglese: Pietro Preposito di Pavia, Pietro Gallense di Volterra, Bernardo Compostellano, Vincenzo Castiglione di Milano, Giovanni Teutonico e Tancredi. Seguitarono appresso le costoro pedate Guglielmo Naso e Giacomo di Albenga Vescovo di Faenza, Vincenzo Goffredo, Filippo, Innocenzio Ostiense, Pietro Sampso, Egidio bolognese, Bonaguida d'Arezzo, Francesco da Vercelli, Boatino di Mantua, e l'Arcidiacono. Ma surse poi sopra gli altri Bernardo Bottone da Parma, il quale raccogliendo tutte le costoro Chiose, ne fece egli, intorno l'anno 1240, una più ampia, trasferendo a se la gloria di tutti[159].

      Anche i Monaci per secondare il genio de' Pontefici v'impiegarono i loro talenti, e sopra queste Decretali composero un'opera intitolata Suffragium Monachorum; ma come mancante delle cose sustanziali, e ripiena di molti errori e di cose vane e superflue, riuscì molto inetta ed inutile. Frate Giacomo Canonico di S. Giovanni in Monte pure intorno a ciò volle affaticarsi: ma così egli, come tutti coloro, che vi s'erano affaticati riuscirono inetti, e siccome per quelli, che s'erano impiegati sopra il Decreto, ne nacque il proverbio Magnus Decretista, Magnus Asinista, così ancora, secondo che ci testifica Giacomo Gujacio[160], non vi furono Dottori più inetti di coloro, i quali a questi tempi si posero a scrivere sopra questo nuovo Diritto Pontificio.

      Конец ознакомительного фрагмента.

      Текст предоставлен ООО «ЛитРес».

      Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию на ЛитРес.

      Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.

      1

      Ughel. Ital. Sacr. tom. 9. Anonym. de Reb. Feder. Conrad. et Manfr.

      2

      Anonym. Misitque Henricum fratrem suum minorem ad gubernandam Siciliam, et Calabriam vice sui.

      3

      Anonym. de Reb. Frid.

      4

      Anonym.

      5

      Costanzo lib. 1. Ist. di Napoli.

      6

      Pansa Vita Innoc. IV.

      7

      Anonym. Dictum Regem cum magna Theutonicorum comitiva per mare venientem apud Sypontum debita reverentia et devotione recepit sub anno Domini 1252.

      8

      Anonym. Cum ipso Rege praecedente, in Terram Laboris contra rebelles illarum partium cum toto suo exercitu profectus est.

      9

      Anonym. In processu autem illius in Terra Laboris, Rex Civitates Aquini, Suessae, S. Germani, pluraque vicina Castra, quae per Regis adventum rebellaverant, vicit.

      10

      Anonym. Costanzo, l. 1.

      11

      Anonym. Machinis quoque circumcirca dispositis, et cavis etiam subterraneis ad murorum obversionem, et fossis, ad deditionem coëgit; magnaque victoria ex

1

Ughel. Ital. Sacr. tom. 9. Anonym. de Reb. Feder. Conrad. et Manfr.

2

Anonym. Misitque Henricum fratrem suum minorem ad gubernandam Siciliam, et Calabriam vice sui.

3

Anonym. СКАЧАТЬ



<p>153</p>

Mastric. num. 351.

<p>154</p>

Cujac. ad c. ult. X de sent. et re jud.

<p>155</p>

And. Schottus Bibl. Hispan. tom. 2 p. 186.

<p>156</p>

Fr. Floren. dissert. de Metho. et Auct. Collect. Grat. in fine.

<p>157</p>

Greg. IX. Volentes igitur, ut hac tantum Compilatone universi utantur in judiciis, et in scholis, districtius prohibemus, ne quis praesumat aliam facere, absque auctoritate Sedis Apostolicae speciali.

<p>158</p>

Math. Paris hist. Angl. ann. 1233 p. 352. Solemniter, et authentice per totius Mundi latitudinem legi praecepit, et divulgari.

<p>159</p>

Guid. Pancirol. de Clar. leg. Interp. lib. 3 c. 8. Mastric. num. 356, 357.

<p>160</p>

Cujac. ad cap. X extr. de sept. et re judic.