Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2. Edward Gibbon
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2 - Edward Gibbon страница 22

СКАЧАТЬ 245, 246. L'infelice Oratore avea studiata la retorica a Cartagine, e perciò era probabilmente Mauro (Zosimo l. I, p. 60) anzichè Gallo, come lo dice Vopisco.

148

Zonara, l. XII. p. 638.

149

Si racconta un esempio assai sorprendente della prodezza di Proculo. Egli avea preso cento vergini Sarmate. Il resto della storia egli stesso lo riferisca nella sua propria lingua; «Ex his una nocte decem inivi: omnes tamen, quod in me erat, mulieres intra dies quindecim reddidi». Vopisco nella Stor. Aug. p. 247.

150

Proculo, ch'era nativo di Albenga nella riviera di Genova, armò duemila dei suoi schiavi. Grandi erano la sue ricchezze, ma acquistate per mezzo di ladronecci. Fu poi un detto della sua famiglia, nec latrones esse, nec principes sibi placere. Vopisco Stor. Aug. p. 247.

151

Stor. Aug. p. 240.

152

Zosimo l. I. p. 66.

153

Stor. Aug. p. 236.

154

Aurelio Vittore in Probo; ma la politica di Annibale, non ricordata da alcun altro più antico Scrittore, è inconciliabile con la storia della sua vita. Egli lasciò l'Affrica in età di nove anni, vi ritornò di quarantacinque ed immediatamente perdè la sua armata nella decisiva battaglia di Zama: Livio, XXX. 37.

155

Stor. Aug. p. 240. Eutrop. IX, 17. Aurelio Vittore in Probo. Vittore Juniore. Egli rivocò la proibizione di Domiziano, ed accordò ai Galli, ai Brettoni, ed ai Pannonj la general permissione di piantar viti.

156

Giuliano fa una severa, e veramente eccessiva censura del rigore di Probo, il quale, come egli pensa, meritò quasi il suo destino.

157

Vopisco nella Stor. Aug. p. 24. Egli profonde su questa vana speranza un lungo squarcio d'insulsa eloquenza.

158

Turris ferrata. Sembra che fosse una torre mobile e fasciata di ferro.

159

«Probus et vere Probus situs est: victor omnium gentium barbararum: Victor etiam Tyrannorum».

160

Tutto questo per altro può conciliarsi. Egli era nato a Narbona nell'Illirico, confusa da Eutropio colla più famosa città di quel nome nelle Gallie. Suo Padre potea essere un Affricano, e sua madre una Dama Romana. Caro fu educato egli stesso nella Capitale. Vedi Scaligero, animadv. ad Euseb. Chron. p. 241.

161

Probo aveva richiesto al Senato una statua equestre, ed un palazzo di marmo a pubbliche spese, come ricompense dovute al merito singolare di Caro. Vopisco nella Stor. Aug. p. 249.

162

Vopisco nella Stor. Aug. p. 242,249. Giuliano esclude l'Imperator Caro, ed ambi i figliuoli di lui dal convito dei Cesari.

163

Giovanni Malela, tom. I. p. 401. Ma l'autorità di quel Greco ignorante è molto leggiera. Egli ridicolosamente fa venire da Caro la città di Carre, la Provincia di Caria, l'ultima delle quali è menzionata da Omero.

164

Stor. Aug. p. 249. Caro si congratulò coi Senatori perchè uno del loro Ordine era stato fatto Imperatore.

165

Stor. Aug. p. 242.

166

Vedi la prima egloga di Calfurnio. Fontenelle ne preferisce il disegno a quello del Pollione di Virgilio. Vedi tom. III. pag. 148.

167

Stor. Aug. p. 353. Eutropio, IX. 18. Pagi annal.

168

Agatia l. IV. p. 135. Si trova una delle sue sentenze nella Bibliot. Orient. del Sig. d'Herbelot. «La definizione dell'umanità contiene tutte le virtù».

169

Sinesio attribuisce questo fatto a Carino, ed è molto più naturale di riferirlo a Caro, che a Probo, come vorrebbero il Petavio ed il Tillemont.

170

Vopisco nella Stor. Aug. p. 250. Eutropio IX. 18. I due Vittori.

171

Alla vittoria Persiana di Caro io riferisco il dialogo del Filopatride, ch'è stato per tanto tempo un soggetto di disputa tra i letterati. Ma sarebbe necessaria una dissertazione per ischiarire e giustificare la mia opinione.

172

Stor. Aug. p. 250. Ma Eutropio, Festo, Rufo, i duo Vittori, Girolamo, Sidonio Apollinare, Sincello e Zonara, tutti attribuiscono ad un fulmine la morte di Caro.

173

Vedi Nemesian. Cynegeticon. V. I. ec.

174

Vedi Festo ed i suoi comentatori sulla parola Scribonianum. I Luoghi percossi dal fulmine venivan circondati con un muro; le cose eran bruciate con misteriose cerimonie.

175

Vopisco nella Stor. Aug. p. 250. Aurelio Vittore sembra che presti fede alla predizione, ed approvi la ritirata.

176

Nemesian. Cynegiticon, V. 69. Egli era contemporaneo, ma poeta.

177

Cancellarius. Questa parola, così umile nella sua origine, è per una singolar fortuna divenuta il titolo della prima gran carica di Stato nelle monarchie dell'Europa. Vedi Casaubono e Salmasio, ad Histor. August. p. 253.

178

Vopisco nella Stor. Aug. p. 253, 254. Eutropio, IX. 19. Vittore Juniore. Il regno di Diocleziano, per vero dire, fu così lungo e prospero, che dovè esser molto favorevole alla reputazione di Carino.

179

Vopisco nella Stor. Aug. p. 254. Egli lo nomina Caro, ma il senso è naturale abbastanza, e le parole furono spesso confuse.

180

Vedi Calfurnio egloga VII. 43. È da osservarsi che gli spettacoli di Probo erano tuttavia recenti, e che il poeta vien secondato dallo Storico.

181

Il filosofo Montaigne (Saggi. L. III. 6.) fa un molto giusto e vivace quadro della magnificenza romana in questi spettacoli.

182

Vopisco nella Stor. Aug. p. 240.

183

Vengono nominati Onagri: ma il numero n'è troppo piccolo per semplici asini selvaggi. Cuper (de Elephant. exercitat. II. 7) ha provocato con le autorità di Oppiano, di Dione e di un Anonimo Greco, che si erano in Roma viste le zebre. Vi furono portate da qualche isola dell'Oceano, forse dal Madagascar.

184

Carino presentò un ippopotamo (Vedi Calf. Eglog. VII. 66.) Negli ultimi spettacoli io non ritrovo coccodrilli, dei quali una volta Augusto ne fece vedere trentasei. Dione Cassio, l. LV. p. 781.

185

Capitolin. nella Stor. Aug. p. 164, 165. Noi non conosciamo gli animali, ch'egli nomina archeleontes: alcuni leggono argoleontes, altri agrioleontes; ambedue queste correzioni sono molto puerili.

186

Plinio Stor. Nat. VIII. 6. Dagli annali di Pisone.

187

Vedi Maffei Verona illustr. P. IV. l. I. c. 2.

188

Maffei l. II. c. 7. L'altezza fu molto più esagerata dagli antichi. S'innalzava quasi al Cielo, secondo Calfurnio (Eglog. VII. 23), ed oltrepassava il termine della vista umana secondo Ammiano Marcellino (XVI. 10.) Contuttociò quanto era piccola cosa riguardo alla gran Piramide dell'Egitto, che ha cinquecento piedi di perpendicolo!

189

Secondo diverse copie di Vitruvio, si legge 77000, o 87000 spettatori; ma il Maffei (l. II. c. 12) su i sedili scoperti non trova luogo che per 34000. Il rimanente entrava nelle superiori gallerie coperte.

190

Vedi Maffei l. II. c. 5-11. Egli tratta questo difficilissimo soggetto con tutta la possibil chiarezza, e come architetto non meno che come antiquario.

191

Calfurnio Egloga VII. 64, 73. Curiosi sono questi versi; e tutta l'Egloga è stata di un uso infinito al Maffei. Calfurnio non men che Marziale, (vedi СКАЧАТЬ