Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2. Edward Gibbon
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58

Sono stati promossi alcuni ingiustissimi sospetti sopra Zenobia, come se stata fosse complice dell'uccisione del marito.

59

Stor. Aug. p. 180, 181.

60

Vedi nella Stor. Aug. p. 198 la testimonianza che rende Aureliano al di lei merito; e per la conquista dell'Egitto Zosimo l. I, p. 39, 40.

61

Timolao, Erenniano e Vaballato. Si suppone che i due primi fosser già morti avanti la guerra. Aureliano concesse all'ultimo di questi una piccola Provincia dell'Armenia col titolo di Re. Esistono tuttora diverse medaglie di lui. Vedi Tillemont, tom. III. p. 1190.

62

Zosimo l. I, p. 44.

63

Vopisco (nella Stor. Aug. p. 217) ci dà una lettera autentica, ed una dubbia visione di Aureliano. Apollonio di Tiana era nato quasi contemporaneamente a Gesù Cristo. La vita del primo vien riferita dai suoi discepoli in un modo tanto favoloso, che non si può conoscere se fosse un savio, un impostore, od un fanatico.

64

Zosimo, l. I. p. 46.

65

In un luogo chiamato Immoe, Eutropio, Sesto Ruffo e S. Girolamo fanno solamente menzione di questa prima battaglia.

66

Vopisco nella Stor. Aug. p. 217 fa solamente menzione della seconda.

67

Zosimo l. I. p. 44, 48. La sua descrizione delle due battaglie è chiara e circostanziata.

68

Era 537 miglia distante da Seleucia, e dugentotre dalla più vicina costa della Siria, secondo la relazione di Plinio, che in poche parole (Stor. nat. V. 21) ne porge una eccellente descrizione di Palmira.

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Alcuni viaggiatori Inglesi che partirono da Aleppo, scoprirono le rovine di Palmira verso il fine dell'ultimo secolo. La nostra curiosità è stata poi soddisfatta più splendidamente dai Signori Wood e Dawkins. Per la Storia di Palmira possiam consultare la magistrale dissertazione del Dottor Halley nelle Transazioni Filosofiche, compendio di Lowthorp. vol. III. p. 528.

70

Vopisco nella Stor. Aug. p. 218.

71

Da una incertissima Cronologia ho procurato di estrarre la data più probabile.

72

Stor. Aug. p. 218. Zosimo, l. I. p. 50. Benchè il cammello sia una grave bestia da soma, pure il dromedario, che è della stessa specie o di una specie affine, vien usato dai natii dell'Asia e dell'Affrica in tutte le occasioni che richieggono celerità. Affermano gli Arabi che il dromedario può far tanto cammino in un giorno, quanto ne fanno in otto o dieci giorni i loro cavalli più corridori. Vedi Buffon. Storia nat. tom. XI. p. 122, ed i Viaggi di Shaw, p. 167.

73

Pollione nella Stor. Aug. p. 299.

74

Vopisco nella Stor. Aug. p. 219. Zosimo, l. I. p. 51.

75

Stor. Aug. p. 219.

76

Vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 220, 242. Viene osservato, come esempio di lusso, ch'egli avea le finestre di vetro. Era famoso per la forza e per l'appetito, pel coraggio e per la destrezza. Dalla lettera di Aureliano si può giustamente inferire, che Fermo fu l'ultimo dei ribelli, e conseguentemente che Tetrico era già sottomesso.

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Vedi il trionfo di Aureliano descritto da Vopisco. Egli riferisce le particolarità colla sua solita esattezza, ed in questa occasione sono fortunatamente interessanti. Stor. Aug. p. 220.

78

Fra le barbare nazioni, le donne hanno spesso combattuto ai fianchi dei loro mariti. Ma è quasi impossibile, che una società di Amazzoni sia mai esistita o nel vecchio o nel nuovo mondo.

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L'uno delle braccae o calzoni era tuttavia considerato in Italia come una gallica e barbara moda. I Romani per altro vi si erano molto avvicinati. Il cingersi le gambe e cosce con fasce o strisce, si prendeva ai tempi di Pompeo e di Orazio, come una prova di malattia, o di effemminatezza. Nel secolo di Traiano l'uso di queste era limitato alle persone ricche e di lusso. Fu a poco a poco adottato dai più vili del popolo. Vedi una curiosa nota del Casaubono, ad Sveton. in August. c. 82.

80

Erano i primi, assai probabilmente; i secondi nelle medaglie di Aureliano non indicano (come giudica il dotto Cardinal Noris) che una vittoria orientale.

81

L'espressione di Calfurnio (Eglog. l. 50.) «Nullos ducet captiva triumphos» come applicata a Roma, contiene una manifestissima allusione e censura.

82

Vopisco nella Stor. Aug. p. 199. Hieronym. in Chron. Prosper. in Chron. Baronio suppone che Zenobio, vescovo di Firenze ai tempi di S. Ambrogio, fosse della famiglia di lei.

83

Vopisco nella Stor. Aug. p. 222. Eutropio, IX. 13. Vittore Juniore. Ma Pollione nella Stor. Aug. p. 196 dice che Tetrico fu fatto Censore di tutta l'Italia.

84

Stor. Aug. p. 197.

85

Vopisco nella Stor. Aug. 222. Zosimo l. I. p. 156. Egli vi collocò le immagini di Belo e del Sole, che portate avea da Palmira. Fu questo dedicato nel quarto anno del suo regno (Euseb. in Chron.), ma fu sicurissimamente cominciato dopo il suo avvenimento al trono.

86

Vedi nella Stor. Aug, p. 210. i presagi della fortuna di lui. La sua devozione al Sole apparisce nelle sue lettere, nelle sue medaglie, ed è riferita nei Cesari di Giuliano. Vedi Comment. di Spanemio, p. 109.

87

Vopisco nella Stor. Aug. p. 221.

88

Stor. Aug. p. 222. Aureliano nomina quei soldati, Hiberi, Riparienses, Castriari, et Dacisci.

89

Zosimo, l. I. p. 56. Eutropio IX. 14. Aurel. Vittore.

90

Stor. Aug. p. 223. Aurel. Vittore.

91

Infierì già prima del ritorno di Aureliano dall'Egitto. Vedi Vopisco, che cita una lettera originale. Stor. Aug. p. 244.

92

Vopisco nella Stor. Aug. p. 222. I due Vittori. Eutropio 9, 14. Zosimo (l. I. p. 43) fa menzione di soli tre Senatori, e pone la lor morte avanti la guerra d'Oriente.

93

«Nulla catenati feralis pompa SenatusCarnificum lassabit opus: nec carcere plenoInfelix ruros numerabit curia Patres.»Calfurn, Eclog. I. 60.

94

Secondo Vittore Juniore egli portò qualche volta il Diadema. Si legge sulle di lui medaglie Deus e Dominus.

95

Era questa osservazione di Diocleziano. Vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 224.

96

Vopisco nella Stor. Aug. p. 221. Zosimo l. I, p. 57. Eutrop. IX. 15. I due Vittori.

97

Vopisco Stor. Aug. p. 222. Aurelio Vittore fa menzione, di una formal deputazione fatta dalla truppe al Senato.

98

Vopisco, nostra principale autorità, scriveva in Roma solamente sedici anni dopo la morte di Aureliano; ed oltre alla recente notizia dei fatti, trae costantemente i suoi materiali dai giornali del Senato, e dagli scritti originali della libreria Ulpiana. Zosimo e Zonara compariscono così ignoranti di questo trattato, come lo erano generalmente della costituzione Romana.

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Livio l. 17. Dionisio Alicarnas. l. II. p. 115. Plutarco in Numa, p. 60. Il primo di questi Scrittori riferisce la storia come un oratore, il secondo come un legista ed il terzo come un moralista, e niuno probabilmente senza qualche mescuglio di favola.

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Vopisco (nella Stor. Aug. p. 227) lo chiama primae sententiae consularis, e subito dopo, Princeps Senatus. È naturale il supporre, che i Monarchi di Roma sdegnando quell'umil titolo, lo cedessero al più antico fra i Senatori.

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