Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 1. Edward Gibbon
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СКАЧАТЬ considerarsi come le due sedi principali della marineria romana, ci aveano di considerabili forze a Frejus sulla costa della Provenza, e l'Eusino era difeso da quaranta bastimenti e tremila soldati. A tutto ciò aggiungasi l'armata navale che proteggeva la comunicazione tra la Gallia e la Britannia, ed un gran numero di navi continuamente mantenute sul Reno e sul Danubio per inquietare il paese, o impedire il passaggio dei Barbari83. Ora se noi recapitoliamo questo stato generale delle forze imperiali, sì della cavalleria che dell'infanteria, delle legioni, degli ausiliari, delle guardie e della marina, il più largo computo non ci concede di portare il numero della milizia di mare e di terra a più di 450000 uomini; potenza militare, che per quanto possa formidabil parere, fu uguagliata da un Monarca dell'ultimo secolo, il cui regno è ristretto nei confini di una sola provincia dell'Impero romano84.

      Noi abbiam procurato di esporre lo spirito che moderava, e la forza che sosteneva la potenza di Adriano e degli Antonini. Prenderemo ora a descriver con chiarezza e precisione le province una volta unite sotto il loro dominio, ma adesso divise in tanti Stati indipendenti e tra loro nemici.

      La Spagna, estremità occidentale dell'Impero, della Europa, e del mondo antico, ha in ogni tempo conservati invariabilmente gli stessi naturali confini; i monti Pirenei, il Mediterraneo e l'Oceano Atlantico. Questa gran penisola, ora così inegualmente divisa tra due Sovrani, fu distribuita da Augusto in tre province, la Lusitania, la Betica e la Tarraconese. Il regno del Portogallo è succeduto al paese guerriero dei Lusitani: e la perdita sofferta dalla prima verso levante, è compensata da un aumento di territorio verso tramontana. I confini della Granata e dell'Andaluzia corrispondono a quelli dell'antica Betica. Il resto della Spagna, la Galizia e le Asturie, la Biscaglia e la Navarra, Leone e le due Castiglie, Murcia, Valenza, Catalogna ed Aragona, tutte contribuirono a formare il terzo e più considerabile dei Governi romani, che dal nome della sua capitale era chiamato la provincia di Tarragona85. Tra i barbari nativi, i Celtiberi erano i più possenti, ed i Cantabri e quelli delle Asturie furono i più ostinati. Confidati nella forza de' loro monti, furon gli ultimi che si sottomisero alle armi romane, ed i primi che scossero il giogo degli Arabi.

      L'antica Gallia, comprendendo tutto il paese che è tra i Pirenei, le Alpi, il Reno e l'Oceano, era più estesa che la Francia moderna. Ai dominj di quella possente Monarchia, con i suoi recenti acquisti dell'Alsazia e della Lorena, conviene aggiungere il ducato di Savoia, i Cantoni degli Svizzeri, i quattro Elettorati del Reno, ed i territorj di Liegi, Lucemburgo, Hannonia, le Fiandre ed il Brabante. Quando Augusto diede leggi alle conquiste di Suo padre, introdusse una divisione della Gallia adattata al progresso delle legioni, al corso dei fiumi, ed alle principali distinzioni nazionali di un paese che avea contenuto più di cento Stati indipendenti86. La costa marittima del Mediterraneo, la Linguadoca, la Provenza e il Delfinato ricevevano il loro nome provinciale dalla colonia di Narbona. Il Governo dell'Aquitania si stendeva dai Pirenei fino alla Loira. Il paese tra la Loira e la Senna era chiamato Gallia Celtica; e presto trasse un'altra denominazione dalla celebre Colonia di Lugduno o Lione. La provincia Belgica giace di là dalla Senna, e più anticamente era stata limitata solamente dal Reno, ma poco avanti i tempi di Cesare, i Germani, abusando della loro superiorità di valore, avevano occupata una considerabile porzione del territorio Belgico. I conquistatori romani abbracciarono molto volentieri una occasione così lusinghiera, e la frontiera gallica del Reno, da Basilea a Leida, ricevè i pomposi nomi di Germania superiore e inferiore87. Tali, sotto il regno degli Antonini, erano le sei province della Gallia, la Narbonese, l'Aquitana, la Celtica o Lionese, la Belgica e le due Germanie.

      Abbiamo già avuta occasione di mentovar la conquista della Britannia, e fissare i confini della provincia romana in quell'isola. Comprendeva essa tutta l'Inghilterra, il principato di Galles, e la bassa Scozia che si estende fino a Dumbarton ed Edimburgo. Avanti che la Britannia perdesse la sua libertà, il paese era irregolarmente diviso in trenta tribù di Barbari, de' quali i più riguardevoli erano i Belgi all'occidente, i Briganti a tramontana, i Siluri a mezzo giorno del paese di Galles, e gl'Iceni in Norfolk e in Suffolk88. Per quanto si può notare o dar fede alla somiglianza dei costumi e della lingua, la Spagna, la Gallia, e la Britannia, erano popolate dalla stessa feroce razza di selvaggi, i quali, prima che cedessero alle armi romane, spesso disputarono il terreno, e spesso rinnovarono le contese. Dopo la lor sommissione, essi costituirono la divisione occidentale delle province europee, che si estendeva dalle colonne d'Ercole alla muraglia di Antonino, e dalla foce del Tago alle sorgenti del Reno e del Danubio.

      Avanti la conquista fattane dai Romani, il paese che è ora chiamato Lombardia, non era considerato come parte dell'Italia. Era stato occupato da una possente colonia di Galli, che stabilitisi lungo le rive del Po, dal Piemonte fino alla Romagna, portarono le loro armi, e sparsero il loro nome dalle Alpi all'Apennino. I Liguri abitavano la scoscesa costa che ora forma la repubblica di Genova. Venezia non era ancor nata, ma i territorj di quello Stato, che giacciono all'oriente dell'Adige, erano abitati dai Veneti89. La metà della penisola, che ora compone il ducato della Toscana e lo Stato Ecclesiastico, era l'antica sede degli Etruschi e degli Umbri; ai primi dei quali l'Italia doveva i rudimenti della vita civile90. Il Tevere scorreva ai piedi dei sette colli di Roma, e il paese de' Sabini, dei Latini e dei Volsci da quel fiume alle frontiere di Napoli, fu il teatro delle suo prime vittorie. Su quella terra famosa i primi Consoli meritarono i trionfi; i loro successori l'adornarono di ville, e la posterità di questi vi ha eretto conventi91. Capua e la Campagna possedevano l'immediato territorio di Napoli; il rimanente del Regno era abitato da molte guerriere nazioni, i Marsi, i Sanniti, gli Apuli e i Lucani; e le coste marittime erano state occupate dalle floride colonie dei Greci. È da osservarsi che quando Augusto divise l'Italia in undici regioni, la piccola provincia dell'Istria fu annessa a quella sede del dominio romano92.

      Le province europee di Roma eran difese dal corso del Reno e del Danubio. L'ultimo di questi gran fiumi, che ha la sorgente in distanza di sole trenta miglia dal primo, scorre più di mille trecento miglia per la maggior parte verso scirocco, ed ingrossato dal tributo di sessanta fiumi navigabili, sbocca finalmente per sei foci nell'Eusino, che sembra appena proporzionato al ricevimento di tante acque93. Le province del Danubio presto ebbero la general denominazione di Illirico, o frontiera Illirica94, e furono riguardate come le più bellicose dell'Impero; ma meritano di esser più particolarmente considerate sotto i nomi di Rezia, Norico, Pannonia, Dalmazia, Dacia, Mesia, Tracia, Macedonia, e Grecia.

      La provincia della Rezia, che ben presto fece obbliare il nome dei Vindelici, si estendeva dalla sommità delle Alpi alle rive del Danubio, dalla sua sorgente sin dove si unisce con l'Inn. La maggior parte del paese piano è ora soggetta all'Elettor di Baviera; la città di Ausburgo è protetta dalla costituzione dell'Impero germanico; i Grigioni sono sicuri nelle loro montagne, e il Tirolo è contato tra le numerose province della Casa d'Austria.

      Il vasto territorio compreso tra l'Inn, il Danubio e la Sava, l'Austria, la Stiria, la Carintia, la Carniola, la bassa Ungheria e la Schiavonia, erano conosciute dagli antichi sotto il nome di Norico, e di Pannonia. Nello stato originario d'indipendenza, que' fieri abitatori si tenevano intimamente collegati fra loro. Sotto il governo romano furono frequentemente uniti, e sono tuttora il patrimonio di una sola famiglia. Ora contengono la residenza di un Principe tedesco, che s'intitola Imperator de' Romani, e formano il centro non meno che la forza della potenza Austriaca. Non è inutile l'osservare, che eccettuata la Boemia, la Moravia, le frontiere settentrionali dell'Austria, ed una parte dell'Ungheria fra il Tibisco ed il Danubio, tutti gli altri dominj della Casa d'Austria erano contenuti nei confini dell'Impero romano.

      La Dalmazia, a cui più propriamente apparteneva il nome d'Illirico, era un tratto lungo, ma stretto, СКАЧАТЬ



<p>83</p>

Vedi Giusto Lipsio De magn. rom. l. I c. 5. Gli ultimi sedici capitoli di Vegezio hanno rapporto alla marina.

<p>84</p>

Voltaire, Secolo di Luigi XIV c. 19. Non bisogna dimenticarsi per altro che la Francia si risente ancora di quello sforzo straordinario.

<p>85</p>

Ved. Strabone l. II. È molto naturale di supporre che Aragona vien da Tarraconensis. Molti autori moderni, che hanno scritto in latino, si servono di queste due parole come sinonime. È certo per altro che l'Aragone, picciol fiume, che dai Pirenei cade nell'Ebro, dette da principio il suo nome a una provincia, e dipoi a un Regno. Ved. d'Anville, Geografia del medio evo, pag. 181.

<p>86</p>

Si trovano 115 città nella Notizia della Gallia. Si sa che questo nome era dato non solamente alla Capitale, ma ancora al territorio intero di ciascheduno Stato. Plutarco ed Appiano fanno ascendere il numero delle tribù fino a tre o quattrocento.

<p>87</p>

D'Anville, Notizia della Gallia antica.

<p>88</p>

Storia di Manchester scritta di Whitaker vol. 1 c. 3.

<p>89</p>

I Veneti d'Italia, benchè spesso confusi con i Galli, eran probabilmente Illirici di origine. Ved. M. Freret Memorie dell'Accademia delle Iscrizioni Tom. XVIII.

<p>90</p>

Maffei Verona illustrata lib. I.

<p>91</p>

Il primo contrapposto fu osservato anche dagli antichi (ved. Floro l. II.) il secondo salta agli occhi d'ogni viaggiatore moderno.

<p>92</p>

Plinio Stor. Nat. lib. III. Segue la division dell'Italia fatta da Augusto.

<p>93</p>

Tournefort, viaggio della Grecia, e dell'Asia minore, lettera XVIII.

<p>94</p>

Il nome d'Illiria originariamente apparteneva alle coste del mare Adriatico. I Romani lo estesero a poco a poco dalle Alpi fino al Ponto Eusino. Ved. Severini Pannonia, L. I. c. 3.