La guerra del Vespro Siciliano vol. 2. Amari Michele
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Название: La guerra del Vespro Siciliano vol. 2

Автор: Amari Michele

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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isbn: http://www.gutenberg.org/ebooks/47114

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СКАЧАТЬ (carniprivio) e trenta uova per Pasqua. Reg. seg. 1294–95, A, fog. 81, a. t.

Diploma del 28 marzo duodecima Ind. (1299), perchè sulle pubbliche entrate di Salerno si pagassero once 12 annuali a Colino di Ducato, in compenso de bonis quondam Joannis de Procida militis, che il detto Colino avea risegnato alla curia, e questa ai procuratori di Giovanni di Procida. Reg. seg. 1299, A, fog. 30.

Diploma del 16 aprile duodecima Ind., perchè lo stratigoto di Salerno facesse rendere al procuratore de’ beni di Giovanni, ereditati da Tommaso di Procida, alcuni beni burgensatici presi da supposti creditori; e se costoro avesser dritto, il facesser valere innanzi il giudice competente. Ibid., fog. 15, a t.

Diploma della stessa data allo stesso effetto, ibid., fog. 210, pubblicato a docum. XXVIII.

Diploma dato di Napoli a 6 maggio duodecima Ind., per lo quale son resi a Tommaso di Procida alquanti beni, già conceduti ad altre persone, e a queste è assegnato un compenso. In questo diploma è notevole il principio: Sub presentanone promissionis facte per nos magnifico principi domino Jacobo regi Aragvnum filio nostro carissimo de restaurandis Thomaso de Procida militi fideli nostro burgensaticis bonis omnibus que quondam Johannes de Procida pater ejusdem Thomasii discessus sui tempore de regno nostro Sicilie in regno ipso tenuerat, etc. Ibid., fog, 56, e replicato a fog. 119.

Altro diploma della stessa data, per altri beni dello stesso Procida, simile al tutto. Ibid., fog. 56 a t.

Diploma del 18 agosto duodecima Ind., perchè senza strepito di giudizio si rendesse ragione a una vedova, che chiedea il pagamento di un debito che avea contratto con lei quondam Joannes de Procida miles dum erat in gratia clarissime memorie domini patris nostri, Ibid., fog. 213.

Diploma della stessa data del 18 agosto. Compenso di alcuni beni, ch’erano stati di Giovanni di Procida, e i presenti possessori li aveano ceduto al fisco per renderli a Tommaso. Ibid., fog. 137 a t.

Diploma del 29 settembre 1300, cavato dallo stesso r. archivio di Napoli e pubblicato dal Buscemi, Vita di Giovanni di Procida, docum. 8.

200

Quintana, Vidas, etc., tom. I, pag. 170, dice che questo sepolcro si vedea ancora nel monastero di Santa Croce dell’ordine di san Bernardo in Catalogna; e trascrive la modesta iscrizione che vi si leggea ancora, secondo la quale Loria morì il 17 gennaio 1865. Ibid., tom. II, pag. 125, è pubblicata la disposizione testamentaria dell’ammiraglio per la sua sepoltura.

201

Il sac. Buscemi, nella Vita di Giovanni di Procida, porta che finisse i suoi giorni di settembre 1299, argomentandolo dal diploma del 30 settembre 1300, docum. 8, in fin del suo lavoro, nel quale riconcedeasi a Tommaso, suo secondo figlio, il castel di Procida, di cui il primogenito, Francesco, non avea curato di prender l’investitura nel solito termine di un anno e un giorno dalla morte del padre. Gli altri diplomi da me trovati nell’archivio di Napoli e citati nella nota precedente mandano indietro la morte del Procida almeno infino a marzo 1299.

202

Ricordinsi i documenti che ho notato nel cap. precedente a mostrare il tradimento di Giovanni di Procida alla Sicilia.

203

Vadi a mia bella figlia, genitriceDell’onor di Cicilia, e d’Aragona.Dante, Purgat., c. 3.

204

Veg. le autorità allegate dallo Inveges, Palermo Nobile, parte 3. Anni 1260–61–62.

205

In gran parte ho tolto queste riflessioni su la regina Costanza, da Speciale, lib. 3, cap. 20, 21.

Nelle costìt. di Federigo II (capitoli del regno di Sicilia), si confermano tra gli altri privilegi quei della regina Costanza: nec non Aragonum et Siciliae regina sanctissima mater nostra, etc.

Per la morte della regina Costanza veggasi il Montaner, cap. 185.

206

Federigo rimeritò la lealtà di Randazzo con alcune franchige nelle dogane di terra e di mare, per diploma del 15 giugno 1299, pubblicato dal Testa, op. cit., docum. 17.

207

La fellonia di Tommaso di Lentini è confermata da un diploma del 18 febbraio 1299, col quale Federigo die’ in feudo a Bartolomeo Tagliavia la terra di Castelvetrano, posseduta da quello. Nei Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. G. 3.

208

Nic. Speciale, lib. 3, cap. 22.

Anon. chron. sic., cap. 57.

La presenza di Federigo all’assedio di Castiglione, si attesta da un diploma del 27 agosto 1297, dato nel campo sotto Castiglione, pubblicato dal Testa, Vita di Federigo, docum. 11. La dedizione del castel di Aci è da porsi nel mese di novembre 1297, perchè non tardò guari dopo quella di Castiglione ma infino al 18 novembre sapeasi in Napoli che tenesse pur quel castello; come si scorge da un diploma pubblicato dal Testa, ibid., docum. 14.

209

Sembra che questa guerra di Calabria, di che parla Speciale, sia stata la cagion della chiamata al militar servigio in tutto il reame di Puglia, della quale ci restan moltissimi diplomi dati a 19 aprile, 7, 22, 23, 25, 27 e 30 maggio, 2, 11, 17, 18, 20, 22 giugno 1297, nell’Elenco delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. II, pag. 179 a 188. Ivi si legge a pag. 180 un altro diploma del 4 maggio, che accorda once 10 a un Giovanni pro sumptibus itineris ad exercitum.

210

Conferma questo attestato dello Speciale un diploma del 29 aprile 1297, col quale Roberto vicario generale dava a Riccardo de Avenis alcune terre in Calabria, dummodo infra kalendas Augusti ad Ecclesie romane et Regis fidem redeat a qua defecerat. Elenco cit., tom. II, pag. 179.

211

Nic. Speciale, lib. 4, cap. 1.

212

Diplomi del 18 novembre (certamente 1297) e del 9 febbraio undecima Ind. 1298 (si legge 1297 computando gli anni dal 25 marzo), pubblicati dal Testa, Vita di Federigo II, docum. 14 e 18.

213

Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 33.

214

Diploma del 18 novembre 1297 citato di sopra, e i molti altri accennati nel seguito di questo capitolo.

215

Nic. Speciale, lib. 4, cap. 2.

L’Anon. chron. sic., cap. 59, porta l’impresa di Giacomo, operante supradicto papa Bonifacio.

Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 33.

Montaner ci abbandona al tutto in queste guerre di Giacomo contro Federigo. Porta gli armamenti del primo, come fatti per amor di fermare la pace tra re Carlo e Federigo; a questo il dice venuto in Italia con centocinque galee; nè fa motto del passaggio in Sicilia nel 98, nè di quel dell’anno appresso, nè della battaglia del capo d’Orlando; ma crede aver soddisfatto all’uficio d’istorico, chiudendo il cap. 186 con queste parole: «Altri senza dubbio dirà: come dunque Montaner passa sì lieve su questi fatti? Se tai parole indirizzasse a me, replicherei che v’ha delle domande le quali non meritano risposta.»

Le trattative intorno la restituzione al re di Maiorca non appartengono direttamente al presente lavoro, ma fan vedere che Bonifazio per amor dell’impresa di Sicilia sagrificava gli interessi di Giacomo di Maiorca, e temporeggiava con Filippo il Bello che li volea sostenere. Ciò si conferma coi documenti degli archivi del reame di Francia qui appresso notati:

Diploma di Giacomo re d’Aragona, dato di Valenza a 15 febbraio 1237, permettendo a Carlo II di stabilire in suo nome, che per due anni non farebbe guerra a Filippo il Bello, e permetterebbe i commerci co’ suoi sudditi, J. 588, 20. Breve di Bonifazio dell’8 agosto 1297, pel quale temporeggia con Filippo il Bello, che insisteva a favore del re di Maiorca, J. 715, 24. Diploma di Giacomo di Maiorca, dato a Saint–Germain–des–Prés l’8 gennaio 1298, consentendo un certo differimento alla restituzione, stabilito tra i re d’Aragona e di Francia, J. 598, 1. Atto pubblico dato in Aix a 2 maggio 1298, nelle stanze di Carlo II, che stipola le condizioni coi re di Francia e Maiorca, a nome di Giacomo d’Aragona; secondo il citato diploma del 15 febbraio 1297, che anche trascrive, J. 511, 6.

216

Diploma del 15 giugno 1298, tratto da’ registri della real cancelleria di Sicilia, pubblicato dal Pirro, Sicilia sacra, pag. 409, ed. 1733.

217

Nic. Speciale, lib. 4, cap. 3 e 4.

Anon. chron. sic., cap. 58, 59.

218

Il Testa, nella Vita di Federigo, porta l’armata ad 80 galee e 90 altre navi, non computatevi le sottili; a 500 cavalli e 1,156 pedoni le genti da sbarco venute d’Aragona con Giacomo. Quest’ultimo numero è tolto da un diploma del 23 giugno 1299, il quale per vero СКАЧАТЬ