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СКАЧАТЬ mangiare tutto, come fanno i miei figli”, A scuola ha amici? La vedo così silenziosa”, “Le hanno fatto fare esami per vedere se è superdotata, iperattiva, o se ha qualcosa?Non sembra che sia felice”, “Deve piangere per tutto?Quando sarà più grande chi la difenderà?, “Deve sempre dire di no a tutto?Tutti i bambini stanno giocando tranne lei”.

      La madre di Irene si sentiva molto a disagio di fronte a simili commenti. Allo stesso tempo sapeva che sua figlia era intelligente almeno quanto la media. Così come affettuosa, allegra, felice e sensibile. Aveva anche osservato comportamenti simili nelle bambine della sua scuola, la qual cosa le trasmetteva tranquillità. Per questo, tardò nell’andare a una consulta psicologica, per evitare che mettessero un’etichetta a sua figlia, perchè il suo intuito le diceva che Irena semplicemente sentiva e si rilassava in maniera diversa rispetto ai suoi coetanei o ai figli dei suoi amici. Quando alla fine cercò aiuto professionale, le confermarono che non c’era nessun disturbo. Passato un po’di tempo, per caso, scoprì sul web, che esistono i BAS, bambini altamente sensibili, dando così soluzione al mistero del perchè Irena si comportava e sentiva la vita a suo modo.

      JANE 38 ANNI

      Jane aveva passato tutta la vita cercando di piacere alle persone che la circondavano, anche se questo implicava malessere per se stessa e la consapevolezza di perdere sempre di più autostima per il suo comportamento. Da piccola era una bambina obbediente, incapace di dire quello che pensava per non ferire i sentimenti dei suoi genitori. Da adolescente non aveva giudizio proprio, si lasciava “schiacciare” come diceva lei stessa, soprattutto da sua madre, che la manipolava costantemente per fare in modo che fosse la figlia che aveva progettato. La sua giovinezza si riempì di problemi relazionali con gli amici, visto che non poteva prendere le sue decisioni, non aveva imparato a farlo. Anche questo le portò problemi di coppia, Jane era così empatica che dava tutto senza chiedere nulla in cambio, lasciando che la sua paura per l’insuccesso se impossessasse di lei.

      L’esperienza più traumatica raccontata da Jane, fu convivere con un partner che si comportava come se il mondo gli girasse intorno e che aveva un senso esagerato della sua importanza e dei suoi diritti. In terapia scoprì che il suo partner era un narcisista, una persona che aveva bisogno di essere al centro dell’attenzione e di elogi continui, quindi doveva lodarlo di continuo per ottenere la sua approvazione e se non lo faceva veniva punita.

      Come la maggior parte dei casi, Jane pensava che era lei quella diversa e che era quello che le era toccato vivere. Si sovrapponevano due fattori, avere un alto grado di empatia, più un’educazione all’antica, cioè, crescere sentendo frasi del tipo:”poni l’altra guancia”, “tranquilla è più bella” o anche, “non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te”.

      Durante il trattamento, la base di partenza fu riconoscere in Jane i quattro fattori del tratto altamente sensibile. In secondo luogo, si lavorarono le abilità sociali, soprattutto l’assertività e si migliorò anche l’autostima. La paziente imparò a individuare le persone che non la facevano sentire bene e a difendersi da loro. Il fatto di aver toccato il fondo nella sua relazione di coppia, fu anche la sua salvezza, visto che cercò aiuto professionale e si accorse che non doveva permettere che un’altra persona la manipolasse, nè aspettarsi che un narcisista rispettasse la sua sensibilità, nè che stare a complimentarsi continuamente per ottenere il minimo. Jane si liberò della paura dell’insuccesso, sentendosi orgogliosa di essere se stessa e poter scegliere con chi condividere qualcosa e che decisioni prendere. Adesso non ha paura, e neanche paura di sbagliarsi, visto che preferisce commettere i suoi errori e imparare da essi, piuttosto che non essere lei stessa.

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